Cosa si sta facendo in vista della ricostruzione

Beni culturali e terremoto. Intervista alla soprintendente Marica Mercalli a sei mesi dal sisma

Sono ancora in corso le operazioni di messa in sicurezza degli edifici ecclesiastici e storico-artistici nei centri della Valnerina colpiti dal terremoto. Basilica-San-Benedetto-terremoto-CmykA poco più di sei mesi dalla prima scossa di terremoto siamo ancora in uno stato di emergenza, abbiamo fatto circa il 70-80 per cento degli interventi” dice Marica Mercalli, direttore della Soprintendenza all’Archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria.“Di solito – prosegue – uno stato di emergenza che segue a un terremoto dura tre mesi, mentre in questa occasione, con le scosse che continuano, perdura tuttora. Ogni nuova scossa superiore al 4° grado richiede nuove verifiche sui danni agli edifici e sulla loro agibilità. L’ultima verifica è stata fatta appena un mese fa su richiesta della Soprintendenza speciale di coordinamento tra le quattro Soprintendenze regionali del Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, struttura creata per gestire l’emergenza nelle aree del cratere. Una struttura già operante che si occuperà della ricostruzione ed entrerà in azione soprattutto per l’affidamento dei lavori”.

Come sta procedendo la messa in sicurezza dei beni storico-artistici ed ecclesiastici?

“Al momento abbiamo messo in sicurezza dieci edifici, i più importanti dei quali sono quelli nel centro storico di Norcia come la chiesa di San Benedetto, la torre civica, la chiesa di Santa Maria Argentea, di San Francesco, di San Salvatore, e Porta romana. Seguiranno le chiese di Sant’Agostino e Sant’Antonio, la chiesa cimiteriale di Santa Scolastica e quella di Sant’Andrea a Campi, a cui se ne aggiungeranno altre quindici che abbiamo individuato come emergenze e che interesseranno anche i centri di Preci, Ancarano e Todiano. Tutte operazioni che gli operatori del Ministero eseguono con la collaborazione dei Vigili del fuoco. Ancora prima, dopo la scossa del 24 agosto, avevamo messo in sicurezza il campanile di Castelluccio e la chiesa di Frascaro, una frazione di Norcia. Azioni che purtroppo sono state completamente azzerate con le successive forti scosse di ottobre. Questa situazione ha dimostrato che purtroppo la violenza delle ultime scosse è stata tale da non consentire a edifici, su cui pure eravamo già intervenuti, di rimanere in piedi”.

Il riferimento è alle polemiche che si sono scatenate a seguito del crollo di molte chiese del territorio, tra cui la basilica di San Benedetto.

“Sì, polemiche a cui rispondiamo dicendo che dopo il 24 agosto la situazione si era rivelata sicuramente da tenere sotto controllo, ma non gravissima. Dopo un altro sopralluogo alla basilica effettuato il 28 ottobre ci siamo resi conto che la situazione si era di molto aggravata, così che avevamo deciso che saremmo intervenuti con urgentissime misure di sicurezza… ma non abbiamo fatto in tempo, perché il 30 ottobre un’altra scossa, inaspettata e di tale entità, ha abbattuto quasi totalmente il corpo della basilica”.

Come stanno procedendo i lavori alla basilica di San Benedetto?

“Al momento abbiamo messo in sicurezza la facciata con una struttura di contenimento che la avvolge sia nella parte anteriore che nella controfacciata, e il campanile. Stiamo ancora lavorando alla selezione delle macerie che saranno poi riutilizzate nella fase di ricostruzione. Tra poco partiremo con la messa in sicurezza della zona absidale, da cui siamo riusciti a trarre in salvo due candelabri lignei del ’500, e del transetto”.

Il Commissario europeo, venuto recentemente in visita a Norcia, ha assicurato che l’Ue sosterrà la ricostruzione della basilica.

“Sì, abbiamo avuto conferma. Come e quando avverrà ancora non lo sappiamo, ma quello che sappiamo è che la basilica si potrà ricostruire in termini di esattezza ‘filologica’ perché non solo stiamo recuperando le pietre, ma abbiamo per fortuna in piedi alcune parti rilevanti dell’edificio. Tutta la basilica nel corso dei secoli ha avuto varie ricostruzioni, a seguito dei numerosi terremoti; ciò che riusciremo a ricostruire, lo faremo sulla base di una ricerca di documenti originari, di rilievi fatti dall’alto con droni, ma anche attraverso ricostruzioni virtuali”.

Quando e come si comincerà a pensare alla ricostruzione?

“I criteri e le linee guide che verranno adottate per la ricostruzione degli edifici danneggiati – non solo in Umbria, ma in tutte le regioni del cratere – sono all’esame di una Commissione ministeriale che è stata costituita presso la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio. C’è anche una analoga Commissione facente capo al commissario per la ricostruzione Errani, che si avvarrà di commissioni territoriali che faranno capo ai presidenti di Regione. Da queste commissioni avremo le indicazioni per la successiva ricostruzione. Sui tempi, ancora non saprei dare indicazioni”.

Alcuni si sono chiesti se sarà possibile e conveniente ricostruire tutto com’era e dov’era, considerata la storia sismica della zona.

“Stiamo riflettendo anche su questo fronte. Presso la Direzione generale archeologia, beni culturali e paesaggio c’è una Commissione che sta lavorando per capire come dal ’97 a oggi abbiano resistito le strutture. I borghi della Valnerina non sono stati danneggiati in modo grave, malgrado i numerosi crolli. A Norcia direi che potremmo intervenire su tutti gli edifici, tentando una ricostruzione di quello che c’era. Lì ricostruire com’era e dov’era potrebbe essere la linea d’indirizzo. Sul come ricostruire se ne sta occupando la Commissione permanente di cui parlavo prima, alla cui direzione c’è il commissario Errani e di cui fa parte anche un soprintendente speciale per la ricostruzione, in rappresentanza del Ministero, che è l’ing. Paolo Iannelli”.

 

AUTORE: Manuela Acito