Cos’è la “Rivelazione”: così l’ha spiegata mons. Bottaccioli

Umbertide / Il Vescovo ha inaugurato il corso teologico per laici

Il 9 novembre scorso, nella sala parrocchiale di Cristo Risorto, per il Corso istituzionale I Anno, alle ore 21, alla presenza di un attento uditorio, mons. Pietro Bottaccioli ha parlato del tema “Natura e oggetto della Rivelazione”. Si è iniziato con la recita del salmo 27 e la lettura del brano biblico tratto da Es. 33,18-22, in cui viene presentata la “inaccessibilità” di Dio. Proprio su questo ha iniziato la sua relazione il Vescovo, affermando che Dio rimane in sé nascosto. In che senso? Dio ci trascende, è altro da noi e la sua conoscenza diretta non l’abbiamo. Lo stesso Giovanni, nella prima lettera e nel prologo del suo vangelo afferma che: “Dio nessuno l’ha mai visto”. Allora come è possibile avere una idea di Lui? Il Presule eugubino ha affermato, rifacendosi ad un vecchio insegnamento da lui ricevuto, che: “Noi abbiamo l’idea di Dio come un cieco nato ha l’idea del colore”. Di Dio, insomma, abbiamo una idea per similitudine; ma indirettamente, nel mondo creato, vediamo le sue tracce e con la nostra ragione possiamo arrivare a scorgerlo. Estraendo le qualità positive del Creato, quindi, abbiamo le tracce del Suo volto (seppure è una ricerca a tentoni), oltre questo, però, c’è stata una Rivelazione diretta di Gesù Cristo, seppure, “Dio in Gesù si è accorciato” (perché il Nazareno, ci ha dato la sua umanità). I circa 25 giovani presenti, da noi sentiti, annuivano all’insegnamento del Pastore e si mostravano veramente interessati al discorso, la conoscibilità di Dio. L’argomento era difficile, ma colui che insegnava si è fatto ben capire da tutti. Ha pure fatto riferimento al Concilio Vaticano I e alle due costituzioni attinenti all’argomento prodotte in esso e al Concilio Vaticano II e alla Dei Verbum. Di fronte a questo Mistero, si è visto come nasca un senso di dipendenza e così la religione, con cui l’uomo cerca di elevarsi verso Dio e ottenerne la protezione (questa è però ancora una “religione naturale”). Comunque, il fine della rivelazione è di comunicare la Sua vita a noi; l’Altissimo ci rivela se stesso e ci rivela il suo amore. A questo punto, un accenno alla catechesi, dove è necessario portare all’incontro personale col Signore e bisogna sottolineare altresì le linee fondamentali del suo volto. La prima parte dell’incontro (sul secondo momento vi ragguaglieremo più avanti) finisce con queste parole e l’invito a vedere in Gesù il rivelatore di Dio.

AUTORE: Fabrizio Ciocchetti