Dall’eucaristia alla città

Il contributo specifico dell’Umbria alla 46a Settimana sociale dei cattolici italiani. Intervista a mons. Vincenzo Paglia

“La Settimana sociale vede la partecipazione attiva dell’Umbria già nella preparazione e impostazione”. Il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Vincenzo Paglia, è a Reggio Calabria in questi giorni, per partecipare alla 46a Settimana sociale dei cattolici italiani. Porta ai delegati di tutta Italia il contributo della nostra regione ecclesiastica. Un contributo di idee sulle modalità di svolgimento della Settimana, come ha sottolineato il vice presidente delle Settimane sociali, Luca Diotallevi, nell’intervista rilasciata al nostro giornale la settimana scorsa, ma anche sulla situazione che sta vivendo l’Italia. Proprio in questi giorni Il Mulino ha pubblicato “il volume che raccoglie i contributi sull’agenda della nostra regione, portati – ricorda mons. Paglia – al seminario promosso dalla Commissione per i problemi sociali e il lavoro della Ceu. È un testo che guarda in maniera attenta e riflessiva la situazione attuale e detta l’agenda delle cose da fare. Anche per questo è importante la partecipazione della delegazione umbra al dibattito, a Reggio Calabria”. Mons. Paglia, prevede un seguito al lavoro fatto Seminario di Assisi? “Intanto il volume sarà presentato nelle settimane successive in Umbria accogliendo anche le riflessioni che si saranno svolte a Reggio. Così continua in modo virtuoso l’impegno della Chiesa umbra per il bene comune. Già questo metodo è una straordinaria novità: non ci si è limitati a ribadire i principi della Dottrina sociale in maniera astratta, ma si è fatto un lavoro più difficoltoso su come i cattolici siano chiamati a declinare i principi per risolvere i nodi fondamentali per lo sviluppo di questa terra. Sarà ora indispensabile prevedere incontri, a livello regionale e anche diocesano, per fare questa opera di discernimento. A mio avviso questa è la via per far crescere nelle comunità locali quell’interesse per la società tutta, che è proprio dell’azione politica largamente intesa. La Chiesa è chiamata a ritrovare un rapporto ‘secondo’ con la pòlis”. Cosa vuol dire “rapporto secondo”? “Intendo dire che la fede richiede l’impegno dei cristiani a trasformare il mondo e la polis. E lo dico, come sottolinea lo stesso testo delle Settimane sociali, a partire dalla stessa celebrazione dell’eucarestia, che non è una celebrazione astratta dei misteri della fede ma è energia di grazia tesa a trasformare la stessa creazione. Il cristiano che celebra è spinto dalla forza stessa dell’altare a immettere fuori dell’altare, nella piazza della vita, quella energia di comunione, di trasformazione, che ha ricevuto nel mistero eucaristico. Questo comporta una sorta di duplice movimento: uno di incarnazione, che è sintetizzato dall’incipit della Gaudium et spes: ‘Le gioie e le speranze le tristezze e le angoscie dell’uomo’ sono anche della Chiesa. Insomma essere sale e lievito. E l’altro movimento è quello di spingere la città, la polis terrena verso la comunione del cielo. Questo doppio binario è la fatica ma anche la straordinaria avventura della Chiesa nel mondo”. L’incontro che avete avuto come Conferenza episcopale con i presidenti di Consiglio e Giunta regionale vanno in questa direzione? “Questi due incontri sono un tassello di quel più ampio rapporto che le comunità cristiane intessono con la città. È sempre più urgente, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, che la Chiesa non viva solo per se stessa ma per rendere più umana la vita di tutti. L’incontro con i responsabili dell’Amministrazione pubblica compiuto, ovviamente, nella chiarissima distinzione dei ruoli, vuole tuttavia manifestare il legame che unisce la Chiesa alla Città”.

AUTORE: Maria Rita Valli