Diaconi permanenti: un servizio specifico non solo liturgico

Convivenza annuale dei diaconi delle diocesi dell'Umbria a Casa Sacro Cuore

Domenica scorsa si è svolta a Casa Sacro Cuore la Convivenza annuale dei diaconi delle diocesi dell’Umbria organizzata dal Coordinamento regionale e presieduta da mons. Pietro Bottaccioli, delegato regionale per il Diaconato. L’incontro è stato animato da una relazione del Vescovo di Macerata mons. Luigi Conti: “Il presbiterio diocesano e il diaconato permanente” specificità e rapporti possibili per i due “Ordines”. Relazione che si può riassumere brevemente in questi termini. Non può esistere una parte a sé stante rispetto al tutto del ministero; occorre che diaconi, preti e vescovi coltivino ciascuno la specificità del proprio ministero e, nella complementarietà, insieme diano testimonianza della ricchezza ministeriale del sacramento dell’ordine, di cui rappresentano ognuno una particolare sfaccettatura. L’episcopato è pienezza del sacramento dell’ordine (L.G.21); presbiterato e diaconato sono due ministeri distinti, due modi differenti e convergenti per condividere quella pienezza e contribuire a realizzarla nella prassi della vita della Chiesa. L’episcopato sarebbe la sommità del triangolo, presbiterato e diaconato i due lati che interagiscono con il vertice. Il terzo lato alla base è l’intero popolo di Dio con la sua ministerialità diffusa. Anche dai dati ricavati in occasione del Convegno Nazionale del diaconato tenuto a Collevalenza risulta che l’utilizzo pastorale del diaconato risente tuttora di una prevalente connotazione liturgica, mentre in misura molto minore s’incarna in compiti di evangelizzazione e nella carità. Ambiti preferenziali del ministero del diacono dovrebbero restare la capillarità dell’evangelizzazione, la pastorale familiare e la presenza pastorale di testimonianza nei vari ambienti di vita. Il legare il diacono ad una sola parrocchia può ancora una volta rischiare di snaturare la fisionomia del diaconato come ministero del servizio e dell’animazione di una ministerialità diffusa. In definitiva, il diaconato in questi anni ha avuto alterne vicende, con forti esplosioni di entusiasmo alle origini e un certo “stare a guardare” attuale. Il ministero dei diaconi è diverso da quello dei preti. Non dovrebbero tendere a imitare i presbiteri nel loro specifico. La comunità prima di essere presieduta va radunata. Il diacono è il ministro delle periferie della Chiesa e della società. Compito del diacono dovrebbe essere anche quello di individuare in tutti i membri del popolo di Dio le vocazioni ad ogni forma di ministerialità e non solo quelle al presbiterato e alla vita religiosa. Nella discussione pomeridiana fra gli interventi è emerso il desiderio e la speranza che sotto la guida dello Spirito Santo la Chiesa intera dai pastori a tutti i fedeli, con la mediazione illuminata dei teologi, arrivi a una maggiore chiarezza sui principi teologici e una capacità propositiva pratica che i diaconi dovrebbero incarnare nel mondo di oggi e nel futuro.

AUTORE: Silvio Rondoni