Ditelo con un fiore, anzi migliaia: le infiorate

Le infiorate tra devozione e folklore. Ben 2 km a Spello
Processione del Corpus Domini a Spello

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Con la festa del Corpus Domini tornano anche in Umbria le infiorate, un atto di devozione religiosa e nello stesso tempo una manifestazione folcloristica le cui origini si perdono nel tempo. Tappeti disegnati con petali di fiori, in certi casi vere e proprie composizioni artistiche, ricoprono le strade dove passa la solenne processione del Corpus Domini. Una tradizione che si ripete in tante località italiane, da nord a sud, ma che nel centro Italia, e soprattutto in Umbria, è rimasta più che mai viva. Accade in tante parrocchie, dove si espongono piante fiorite lungo il percorso della processione e si spargono per terra petali di fiori, quelli che si riesce a raccogliere nei campi circostanti. A Spello però il gesto di devozione di una donna che intorno al 1930 realizzò sulla strada una decorazione con ginestre e finocchi segnò l’ inizio delle “infiorate del Corpus Domini”, manifestazione diventata oggi un vero e proprio evento turistico che attira fino a 100 mila persone. Organizzata negli ultimi 40 anni dalla Pro Spello e poi dall’associazione “Le infiorate di Spello”, con il patrocinio della Regione e degli enti locali, è anche un grande momento di socializzazione e di identità per l’intera comunità. Più di 2.000 persone sono al lavoro da mesi per preparare gli oltre due chilometri di tappeti fioriti per la prossima edizione delle “infiorate di Spello”, in programma il 9 e 10 giugno. Il momento più suggestivo e partecipato è la “Notte dei fiori”, dal pomeriggio di sabato 9 giugno all’alba di domenica, quando i petali di un milione e mezzo di rose, garofani, papaveri, iris, ginestre e di tante altre variopinte specie floreali si trasformano in artistici e profumati tappeti per il passaggio della solenne processione del Corpus Domini. Già dal mattino di sabato si potrà però assistere per le strade ed i vicoli di Spello alla preparazione di 1.500 metri quadrati di infiorate, con una ottantina di composizioni realizzate dai “maestri infioratori”. Vengono utilizzati fino a 65 diversi tipi di fiori, con 90 tonalità di colori. Composizioni che occupano una superficie minima di 12 metri quadrati ma che possono raggiungere, in base agli spazi disponibili, anche i 100 metri.

L’infiorata più grande mai realizzata è stata di 140 metri quadrati di petali, un’opera che ha resistito solo per qualche ora ma che continua vivere nelle foto, nei filmati e soprattutto nel ricordo della gente che l’ha realizzata ed ammirata. Due chilometri di colori e profumi, un miracolo frutto del lavoro di circa 2.000 cittadini di Spello, suddivisi in 46 gruppi di “infioratori”. Persone di tutte le età. Tra loro ci sono anche circa 300 bambini, che per quasi 14 ore, chini per terra, partecipano alla selezione di fiori e colori per poi disporre con grande pazienza milioni di petali sull’asfalto. Sabato mattina c’è l’ultima corsa per la raccolta dei fiori, cominciata molti mesi prima, per completare la tavolozza dei colori. Nel primo pomeriggio si allestiscono gli impianti di illuminazione e le strutture per proteggere le infiorate da pioggia e vento. Poi si passa alla realizzazione dei disegni ed all’incollatura dei bozzetti sull’asfalto. Comincia la “Notte dei fiori”. Mentre gli “infioratori” lavorano a disporre i petali, le strade si animano di gruppi musicali, negozi e musei sono aperti, ristoranti e trattorie servono le specialità locali. Sono in programma anche visite guidate per la città, al Museo delle infiorate ed alle tante mostre allestite per l’occasione. Tra queste anche la Mostra mercato del florovivaismo. Alle 9 di domenica mattina, dopo la lunga veglia notturna, Spello è coperta da un tappeto di fiori colorati e profumati, dove, alle 11, sfilerà la solenne processione del Corpus Domini. L’infiorata di Spello è diventata così famosa che i “maestri infioratori” della città umbra sono stati chiamati a proporre i loro capolavori in tante altre località italiane ed anche all’estero, in particolare a Betlemme, Lourdes e Bruxelles.

AUTORE: Enzo Ferrini