Il confratello mons. Paglia, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, scriveva sul precedente numero de La Voce, per prepararci alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, sull’ecumenismo della carità o ecumenismo spirituale, come lo chiamava il Concilio Vaticano II, che è davvero l’anima del movimento ecumenico. Vorrei umilmente sottolineare che non si tratta di una ritirata o frenata dello slancio ecumenico che il Concilio aveva suscitato a livello di tutte le Chiese e comunità cristiane, ma piuttosto di una fase che ci impegna tutti ‘per un ecumenismo più maturo e più adulto’. ‘Oggi, la situazione del dialogo ecumenico non è più la stessa rispetto a quella iniziale di quarant’anni fa. Si sono compiuti grandissimi passi in avanti, che dobbiamo riconoscere con gratitudine. D’altra parte è però percepibile un senso di stanchezza e di delusione poiché lo scopo dell’ecumenismo, ovvero la piena e visibile unità dei cristiani, sembra sia slittato in un futuro più lontano, a differenza di quello che si aspettava, presi dall’entusiasmo iniziale’. Papa Benedetto XVI, alla vigilia dell’ultimo Concistoro, alla presenza di tutti i cardinali, ha voluto richiamare tutta la Chiesa, attraverso il rapporto presentato dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, a questa consapevolezza, per ribadire che, se da una parte è chiara la fine di una fase nella quale l’unità dei cristiani sembrava a portata di mano, d’altra parte l’ecumenismo ‘non è una scelta opzionale’, sulla base del mandato lasciatoci dal Signore e della missione indicataci dal Concilio Vaticano II. E il dialogo teologico avrà anche nel futuro un ruolo essenziale, ma ‘sarà fecondo solo se verrà sostenuto da un ecumenismo della preghiera, della conversione del cuore e della santificazione personale’. Questa prioritaria esigenza, è avvertita dalla coscienza dei nostri fedeli? Quanto è avvertita dai Pastori perché ad essa educhino le nostre comunità? Le quali forse, per la mancata convivenza con comunità cristiane di fratelli separati, non sentono nemmeno sufficientemente l’obbligo ecumenico. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che purtroppo registra, a differenza con anni passati, un diminuito interesse, sia ravvivata nelle nostre parrocchie in questo anno del centenario della sua istituzione da parte del rev. Paul Wattson, usando opportunamente i testi prodotti e pubblicati congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione (Consiglio ecumenico delle Chiese) e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. È poi il modo di ribadire la nuova prospettiva per l’unità: ‘Rimettere Dio al primo posto dà sapore nuovo all’affaticarsi di ciascuno per il Regno di Dio’.
Ecumenismo più adulto
AUTORE:
Mons. Pietro Bottaccioli