Fermate le installazioni, levate quelle antenne!

I Verdi scrivono una lettera aperta ai vescovi e ai parroci dell'Umbria

Datato il 4 ottobre scorso, proprio il giorno della festa di S. Francesco, a firma di Carlo Ripa di Meana, consigliere regionale verde e di Stefano Semenzato, senatore verde, è giunto alle redazioni dei giornali un’appello rivolto ai vescovi e ai parroci dell’Umbria perché togliessero dai campanili le antenne – ripetitori istallate nei campanili per consentire il funzionamento dei telefoni cellulari. La richiesta è sostenuta dalla convinzione che vi sia un rischio per la salute e comunque, anche se questo non fosse reale, anche “nel dubbio è necessario prevenire”, affermano. Ma per loro non si tratta di dubbio, quanto di una certezza che quelle antenne “rappresentano un rischio per la salute di donne, uomini e ancora più di bambini e di anziani”. A questo appello finora non vi è stata una risposta ufficiale. Già precedentemente, la questione era stata trattata nell’ambiente ecclesiastico e da parte dei parroci è stato unanimemente affermato che su pressante richiesta delle ditte interessate hanno accettato di fare dei contratti vantaggiosi per la comunità parrocchiale e le sue opere dopo aver chiesto garanzie sia per quanto riguarda l’aspetto estetico della installazione, sia per quanto riguarda l’aspetto del possibile danno alla salute. Avendo avuto ampie rassicurazioni e garanzie dalle competenti autorità e sottoscritte dalla ditte installatrici i parroci non hanno ravvisato alcun motivo per impedire o recedere da tale operazione, sentendosi anzi incoraggiati nel prestare un servizio alla collettività, nella quale vi è già un grande uso di telefonia mobile, destinato ad aumentare. Dopo il recente appello dei Verdi abbiamo voluto sentire l’avvocato Pietro Cappannini, il quale, dopo le prime avvisaglie di contestazioni, ha avuto dalla Curia il compito di verificare la fondatezza delle ipotesi di pericolo per la salute rappresentato dalle antenne. L’avvocato Cappannini ha richiesto pertanto tutta la documentazione rilasciata dagli organi di controllo pubblici che attestano senza ombra di dubbio non solo “la non nocività ma anche la non pericolosità ed anzi il mantenimento di livelli di emissione notevolmente inferiori ai parametri stabiliti dai Ministeri competenti, parametri che sono tra i più restrittivi in Europa”. Da ciò ne consegue che non si vede il motivo per cui vescovi o parroci dovrebbero recedere da contratti già stipulati. Noi non vogliamo entrare in polemica con i Verdi, ma vorremmo solo ricordare che “il troppo stroppia”, l’esagerazione finisce per danneggiare la causa della difesa ecologica del territorio che sta a cuore anche a noi. Oggi si rischia di mettere in circolo una specie di “fondamentalismo verde” che rischia di avvolgersi su se stesso e di provocare una reazione uguale e contraria. L’esasperazione dei toni e gli accenti allarmanti (“quelle antenne fanno paura e talvolta tolgono il sonno”) non produrranno dei vantaggi né all’ambiente che si vuole tutelare, né alle persone, che vengono frastornate e messe in ansia.Crediamo che nel nostro territorio vi siano delle fonti di inquinamento ben più grave e pericoloso, come quello degli scarichi delle auto, dei fumi e vapori delle caldaie di riscaldamento, oltre ai grandi problemi dello smaltimento dei rifiuti e così via. Riteniamo che i Verdi e gli ecologisti facciano molto bene a porre l’accento su questi temi, ma crediamo anche che giova più la proposta e lo studio serio dei problemi che il lancio di allarmi gratuiti o non sufficientemente fondati.