Festa dei “nuovi” Ceri

GUBBIO. Nell’ anniversario ubaldiano le tante novità di quest’anno.

Sul filo di una tradizione plurisecolare, ritorna la festa dei Ceri, manifestazione folkloristico-tradizionale che il 15 maggio di ogni anno, con un cerimoniale e riti singolari e coinvolgenti, che si svolgono nell’arco di un’intera giornata, vede un popolo intero mobilitarsi per rinnovare un atto di omaggio e di devozione al patrono S. Ubaldo. “Omaggio” che conclude le celebrazioni per l’850° anniversario della morte (15 maggio 1160), iniziate nel marzo dello scorso anno. La circostanza trova tra l’altro trova anche altre sottolineature particolari. Ai Ceri, infatti, il lavoro di abili artigiani eugubini ha restituito l’originale bellezza cromatica. Nuove anche le statue di sant’Ubaldo, san Giorgio, sant’Antonio, opera di Luigi Passeri, benedette lo scorso 11 maggio a Roma in piazza San Pietro da Papa Benedetto XVI nel corso di un’udienza accordata ad una delegazione eugubina guidata dal vescovo mons. Ceccobelli e composta da autorità civili e “ceraiole”.

La festa ripropone ancora oggi, aggiornato nei ritmi e nella forma, quel pellegrinaggio che il 15 maggio 1160 vide gli eugubini salire con i “ceri” in mano, verso la cattedrale di allora, quasi a voler percepire gli ultimi respiri del Vescovo morente. Ubaldo aveva guidato la Chiesa eugubina, e non solo, dal 1129 al 1160, segnando e modellando la vita spirituale e sociale, testimoniando solidarietà verso i diseredati, predicando fratellanza e perdono, ricostruendo la città dopo uno spaventoso incendio, difendendola dall’assedio di undici città confederate e dalle mira del Barbarossa. Da secoli, a metà maggio, Gubbio, attraverso le confederazioni di arti e mestieri, per e con i Ceri, rinnova un gesto di amore, devozione, gratitudine e affetto. Tutto è stato curato nei particolari: Stefano Pierotti e Massimo Minelli hanno preso confidenza con i compiti di primo e secondo capitano; Massimo Morelli, Vittorio Fiorucci, Roberto Fofi, capodieci rispettivamente dei Ceri di S. Ubaldo, S. Giorgio e S. Antonio, sono figure sempre più popolari. Gonfaloni sventolano sulle porte e sulle mura della città, arazzi ingentiliscono le facciate di case e palazzi, tirate a lucido le divise dei “ceraioli”: pantaloni bianchi, fascia e fazzoletto rosso (intorno ai fianchi ed al collo), camicia gialla (S. Ubaldo), azzurra (S. Giorgio), nera (S. Antonio). Si incomincia alle prime luci dell’alba, si va avanti fino a sera con i momenti centrali nella “alzata” (Piazza grande ore 11) e nella corsa finale (ore 18). Una giornata da vivere tutta d’un fiato.

AUTORE: B. G.