Fratelli di sisma

Prima riunione della delegazione Caritas Umbria di stanza a L'Aquila dopo il terremoto. Le opere compiute, le esigenze attuali, i prossimi sviluppi

Si è svolta lunedì 18 maggio a L’Aquila la prima riunione della delegazione Caritas Umbria dopo il terremoto, composta dai direttori e collaboratori delle otto le Caritas diocesane, presieduta dagli arcivescovi di Perugia-Città della Pieve, mons. Giuseppe Chiaretti, presidente Ceu, e di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, vice presidente Ceu ‘on delega al servizio per la carità. A L’Aquila fin dal 15 aprile è attivo il Campo Caritas Umbria coordinato da don Marco Gasparri, nel quale si sono avvicendati 106 volontari in turni di una settimana, come ha ricordato il delegato regionale Caritas Marcello Rinaldi. ‘I volontari Caritas ‘ ha detto don Gasparri ‘ sono impegnati, in modo particolare, nell’animazione e servizio in diverse tendopoli, nella cucina del Campo e nel magazzino distribuzione viveri e vestiti della parrocchia di San Francesco di Assisi in Pettino, nell’assistere e fare visita agli anziani e malati e nei lavori di trasloco per svuotare le abitazioni che vengono abbattute (opera in supporto ai vigili del fuoco)’. Una delle decisioni prese nel corso dell’incontro è stata: una volta reso totalmente operativo il Campo Caritas Umbria presso la parrocchia di Pile in L’Aquila, il numero dei volontari potrà superare quello odierno di 25-30 a settimana. È stato anche lanciato l’appello ai giovani umbri di fare esperienza di volontariato nel periodo estivo accanto alla gente terremotata. La presenza di giovani, come l’esperienza del sisma in Umbria del 1997 insegna, dà sostegno a persone in preda alla disperazione e alla rassegnazione man mano che finisce l’emergenza ed inizia la ricostruzione. Proprio in questa fase la presenza della Chiesa non deve venir meno, anzi, tutt’altro, come hanno tenuto a ribadire gli arcivescovi Chiaretti e Fontana sia in sede di riunione Caritas sia incontrando nelle tendopoli gli aquilani. Oltre all’invio di volontari, di materiali e alla raccolta di denaro a favore dei progetti di intervento di medio-lungo periodo effettuata nelle otto diocesi dell’Umbria lo scorso 19 aprile, che ha fruttato più di 320 mila euro (cifra provvisoria), si sta pensando di ospitare in Umbria anziani soli che non vogliono trascorrere l’estate sotto le tende. Raccolta anche la disponibilità della delegazione Caritas regionale Piemonte e Valle d’Aosta ad affiancare la Caritas Umbria nell’opera di sostegno ai terremotati, svolta con la massima discrezione e per un periodo di almeno due anni. È stata la stessa Caritas piemontese a riferirlo, attraverso alcuni suoi rappresentanti presenti a L’Aquila che hanno preso parte all’incontro della Caritas umbra. Questa decisione è stata assunta sia perché l’Umbria proviene dall’esperienza del terremoto del 1997 sia perché opera con lo stesso stile di Piemonte-Valle d’Aosta, quello della condivisione. Conclusosi l’incontro, mons. Chiaretti e mons. Fontana hanno fatto visita all’arcivescovo di L’Aquila mons. Giuseppe Molinari; poi, insieme a tutta la delegazione, hanno visitato due tendopoli. Sulla speranza che diffonde lo Spirito Paraclito si è soffermato nella sua omelia mons. Fontana, durante la messa celebrata sotto una grande tensostruttura della tendopoli di Pile a conclusione della visita a L’Aquila della delegazione. ‘È una speranza portata da tanti volontari in nome dello Spirito per consolare, alleviare le vostre sofferenze. A noi, che abbiamo avuto la presenza del terremoto, tocca stare al vostro fianco, e lo siamo, cercando di aiutarvi in punta di piedi, senza inseguire nulla e nessuno, ma condividendo la fede pronta ad accompagnare questa grande sfida. Quando saranno spenti i riflettori su di voi, sarà il momento della vicinanza concreta della Chiesa. Le otto Chiese dell’Umbria si stanno apprestando a fare la loro parte con le diciassette Chiese del Piemonte, che ci affiancheranno nell’opera, nella fase della ricostruzione non solo di case, ma di animi. Stare con coraggio in mezzo a questa storia di sofferenza è per tutti noi crescita di fede’. Mons. Fontana ha concluso: ‘Mi ha colpito un giovane aquilano che ha detto: ‘Non siamo andati tutti via”. Tanti giovani sono rimasti e noi, con la nostra presenza, soprattutto di giovani volontari, vi aiutiamo a ricostruire L’Aquila e a ritrovare la speranza’.

AUTORE: R. Liguori - F. Carlini