ll progetto “Generare futuro” ha coinvolto anche i giovani umbri. Obiettivo: passione e lavoro

“‘Generare futuro’ è il contrario di ‘subire il futuro’, quella condizione che spesso vivono i giovani di oggi in cui sembra che ogni strada professionale sia preclusa per la mancanza di possibilità”. Lo ha detto Ernesto Rossipresidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, nel corso dell’evento conclusivo del progetto “Generare futuro” tenutosi lo scorso 1° marzo presso l’Istituto Capitini di Perugia.

Il progetto “Generare futuro”

Questo progetto, cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e realizzato dal Forum delle associazioni familiari nazionale in collaborazione con le Acli di Roma, ha riguardato sei regioni italiane fra cui anche l’Umbria.

“Generare futuro” è così approdato a Perugia nel novembre del 2018, con il primo dei 7 seminari sul lavoro che hanno coinvolto giovani dai 18 ai 35 anni. “I seminari sono stati organizzati con la collaborazione di diverse realtà che operano sul territorio: Confcommercio, Confcooperative, l’associazione di promozione sociale Officine Fratti, Progetto Policoro e Pastorale del lavoro, Cesvol e Cisal” ha spiegato il coordinatore del progetto in Umbria Stefano Santaniello.

“Questo per dare ai giovani una visione più vasta delle opportunità presenti nel mondo del lavoro”.

Non solo lezioni teoriche però, ma anche consigli pratici come la guida per realizzare un curriculum, e testimonianze di giovani imprenditori e start-upper umbri.

Le testimonianze dei giovani

“Questo percorso mi ha aiutata a capire che l’indirizzo scolastico intrapreso non mi appassiona. Le mie più grandi passioni sono il cinema e la cultura giapponese e coreana” ha detto Lucrezia, 18 anni, che ha preso parte al progetto. Anche Alessandro, studente all’ultimo anno dell’Istituto per geometri, con “Generare futuro” ha capito che la professione del geometra non fa per lui, ma non sa ancora quale campo potrebbe interessarlo.

La maggior parte dei ragazzi presenti sembra condividere gli stessi dubbi – e a tratti addirittura disinteresse riguardo al futuro. “Coinvolgere i giovani ed entusiasmarli è stato difficile, ma abbiamo puntato tutto sull’esplorare le proprie passioni, senza le quali non si può primeggiare in un mondo del lavoro competitivo e mutevole come questo – ha sottolineato Santaniello – .

Speriamo di aver piantato nei giovani un piccolo seme che potrà tornargli utile un giorno, senza pretendere risposte immediate da parte loro. In fondo la maggior parte di noi adulti a 20 anni non avrebbe saputo rispondere a domande sul futuro”.

Lavoro frutto di passione

Passione e unicità sono le caratteristiche vincenti emerse anche dai racconti degli ospiti all’evento conclusivo. Giovanni Scifoni, attore di alcune fiction e serie tv di successo, ha parlato dei momenti in cui la sua carriera ha attraversato delle battute d’arresto: “Nei periodi in cui il telefono smetteva di squillare e nessuna proposta di lavoro arrivava, ho capito che dovevo trovare qualcosa in cui essere insostituibile. Così ho iniziato a raccontare a teatro le storie dei santi, che mi hanno sempre affascinato”.

“Per trovare il proprio spazio nel mondo del lavoro – ha aggiunto Scifoni – bisogna avere un’idea e cercare di realizzarla anche se si pensa di non essere in grado. Le vite dei santi ci mostrano come delle persone ‘normali’ e a volte anche senza mezzi riescano a fare cose incredibili dal nulla”.

“Come si fa a diventare parte del bene comune? Mettendo amore in quello che si fa, qualsiasi cosa sia” ha affermato il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari Gigi De Palo. “A scuola sono stato bocciato due volte – ha raccontato De Palo – , ma ho imparato la ‘lezione’ durante un viaggio in Tanzania, quando ho conosciuto una bambina che ogni giorno percorreva 10 chilometri per andare a scuola. È così sette anni fa sono arrivato a ricoprire il ruolo di assessore alla Scuola del Comune di Roma”.

Valentina Russo