Un passo più deciso verso una Chiesa che sia sempre più una realtà di comunione e sempre più missionaria: per l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti questo è il “cuore” della riorganizzazione della diocesi contenuta nel Direttorio sulle unità pastorali. Un cuore espresso già nel titolo dato al documento: “Come sono belle le tue tende! – Le unità pastorali: il nuovo volto di una Chiesa missionaria”. Tutti “corresponsabili” “Voglio anzitutto sfatare un pregiudizio – dice a La Voce mons. Bassetti – e cioè che un direttorio sulle unità pastorali potrebbe mettere a rischio la natura e i compiti delle parrocchie. Ripeto quello che dico spesso nelle parrocchie: Voi amate la vostra parrocchia? Amatela ancora di più!. La parrocchia è l’estrema localizzazione della Chiesa su un terrritorio e rimane nella sua natura insostituibile”.
Cosa sono, allora, le unità pastorali? “Un nuovo metodo di collaborazione e di corresponsabilità nella parrocchia e nel suo impegno verso il territorio” – risponde mons. Bassetti sottolineando il fatto che la corresponsabilità “coinvolge tutti: laici, consacrati, presbiteri in primo piano, dunque l’intero popolo di Dio”.
Per una Chiesa comunione e missione “Si tratta di attuare quanto il Concilio Vaticano II ha affermato nella Lumen Gentium e in altri documenti, circa la comunione all’interno della Chiesa e la missionarietà” aggiunge, sottolineando il significato di ‘Chiesa comunione’ “in cui si valorizzano e si mettono in comune i doni di tutti”, e ‘Chiesa missionaria’ nella quale si esprime “l’impegno di tutti i battezzati a mettersi a servizio dei fratelli e dell’umanità”.
Sarebbe un errore considerare il Direttorio pastorale come un semplice fatto organizzativo. “Quando parlo di unità pastorale – aggiunge mons. Bassetti – parlo di mentalità nuova che ci aiuta a superare la logica dei confini parrocchiali e dei campanili”. Parrocchie e Unità pastoraleL’unità pastorale, scrive mons. Bassetti nel Direttorio, “è un territorio con una omogenea configurazione sociologica, culturale, religiosa, dove è possibile interpretare la complessità delle situazioni e dei bisogni, per svolgere una adeguata pastorale che tenga conto anche dei profondi mutamenti che hanno segnato l’inizio del nuovo millennio”.
Il Direttorio presenta anche un dato sul cambiamento che ha interessato la diocesi. Negli ultimi 50 anni le parrocchie sono passate da 226 a 155 e nonostante ciò non è stato possibile garantire il parroco residente in tutte. Attualmente 123 parrocchie sono riunite in 47 “aggregazioni di parrocchie” e solo 32 hanno il proprio parroco.
Le “aggregazioni” sono state frutto di decisioni prese dai vescovi negli anni passati, in genere “per rispondere alla necessità immediata di fornire servizi religiosi a comunità rimaste prive di presbitero”, si legge nel Direttorio. Percorso condivisoNon è da oggi che si parla di unità pastorali, spiega il vicario generale mons. Paolo Giulietti, ma “la novità – aggiunge – è che il Direttorio rappresenta un progetto organico con una visione complessiva della diocesi e le ‘istruzioni per l’uso’ per passare da una pastorale legata alla singola parrocchia ad una “pastorale integrata”.
Non a caso il Direttorio fa riferimento alla Nota pastorale della Cei “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” nel quale si riafferma, motivandolo, il “primato pastorale della parrocchia” ma si dichiara anche che “è finito il tempo della parrocchia autosufficiente”.
Il Direttorio richiama la “necessità di operare nella logica dell’integrazione” non solo tra parrocchie ma anche tra preti, laici e religiosi. L’inizio del rinnovamentoAnnunciato da tempo, il Direttorio rappresenta il punto di arrivo di un lungo e attento processo di condivisione con i preti e i vicari di zona. Lo stesso direttorio stabilisce i tempi di attuazione a cominciare dalla fase che potremmo definire di informazione e condivisione.
Il nuovo assetto sarà operativo da domenica 2 dicembre, inzio del prossimo anno liturgico. Nel frattempo entro il mese di giungo in ogni nuova unità pastorale sarà convocata un’assemblea con i membri dei Consigli pastorali e dei Consigli per gli affari economici, e gli operatori pastorali di tutte le parrocchie dell’Unità pastorale.
Sarà presente lo stesso arcivescovo che ha voluto fosse un processo ampiamente condiviso: dall’impostazione di fondo fino alla ridefinizione geografica delle unità pastorali che dalle attuali 25 passano a 32. Ad ogni unità pastorale è chiesto di prospettare alcune inizitive pastorali già dalla prossima estate nonché stabilire i cristeri per il servizio liturgico. Entro il 2 dicembre dovranno essere costituiti i Consigli pastorali interparrocchiali.
L’anno pastorale 2012-2013 sarà dedicato alla progettazione della pastorale unitaria. Riguardo ai preti il Direttorio stabilisce che “là ove possibile” saranno individuate “forme di vita comune del clero dell’UP, a partire dalla semplice condivisione di alcuni pasti e momenti di preghiera, fino alla residenza comune”.