Giornata mondiale del volontariato. Caritas, uno stile cristiano che dura nel tempo

Il 5 dicembre si celebra la 34a Giornata mondiale del volontariato. Avvicinandosi questa data, non possiamo non fermarci a riflettere su questo fenomeno così diffuso e così capillare nel nostro territorio. I dati Istat registrano un aumento del volontariato (sia nel Rapporto annuale 2018sia nel Censimento permanente delle istituzioni non profit riferito al 31 dicembre 2015) con un 13,2% degli italiani che dichiara di aver partecipato a un’attività di volontariato negli ultimi 12 mesi.

Eppure, abbiamo spesso la percezione che non sia così, soprattutto in ambito cattolico caritativo. Fermarsi ai numeri spesso condiziona postivamente o negativamente il nostro giudizio sulla realtà, creando in noi eccessiva tranquillità oppure, all’opposto, eccessivo allarmismo.

A noi come Chiesa, come battezzati, è chiesto di vivere il nostro tempo con uno sguardo di profezia, di misericordia e di fiducia, ricordandoci continuamente, come dice Papa Francesco nella Evangelii gaudium al numero 25, che siamo in “stato permamente di missione”. Nel nostro essere creati a immagine e somiglianza di Dio è insito il desiderio profondo della missione, il desiderio cioè di uscire da se stessi per andare verso il fratello, specialmente quando è nella difficoltà, che sia materiale, spirituale, relazionale o di inclusione sociale.

Una serie tv per avvicinare i giovani al volontariato

“Involontaria” è la nuova serie tv in dieci puntate girata all’Istituto nazionale dei Tumori di Milano, al Policlinico San Donato, alla Casa Sollievo Bimbi di Vidas. Una produzione non profit che vede la collaborazione di Officine Buone e Fondazione Cariplo con l’obiettivo di rendere “trendy” il volontariato, specialmente tra i giovani. Protagonista di “Involontaria” è Greta (l’attrice Neva Leoni) una ragazza appassionata di musica che sta attraversando una fase un po’ confusa della sua vita. Greta entrerà in ospedale per risolvere una questione personale importante e si troverà involontariamente coinvolta in un progetto di volontariato musicale che le cambierà la vita. Tutti gli episodi domenica 8 dicembre alle 18.40 su MTV (canale Sky 130 e in streaming su NOW TV) mentre dal 6 dicembre sarà disponibile sul sito mtv.ite sul canale Youtube di Mtv Italia.

 

Volgere lo sguardo alla vulnerabilità non può lasciarci indifferenti, non può non suscitare in noi l’inquietudine e un desiderio di riaprici alla prossimità, di correre a fasciare le ferite di chi riesce solo con difficoltà a cogliere la fiducia e la speranza nella quotidianità e nel futuro prossimo. Probabilmente questa compromissione con la vita del fratello ci mette in difficoltà e ci apre a un volontariato spesso fatto di occasioni mordi-e-fuggi, pur lodevoli e ammirevoli, ma che ci lasciano il sapore del ricordo di una bella esperienza e di una divisa indossata, e poi ripiegata in un cassetto.

Ci è chiesto, come cristiani, un passo in più: trasformare sull’esempio evangelico la nostra vita, aprirci all’Amore che trasforma e rivestirci di un habitus di carità, un’attitudine alla carità.

Papa Francesco il 3 settembre 2016, nella giornata del Giubileo della Misericordia dedicata al volontariato, ha definito i volontari “la mano tesa di Cristo che raggiunge tutti”, sottolineando come la legge di Cristo, quella del portare gli uni i pesi degli altri, si rende visibile in questo aprirci da volontari verso i bambini abbandonati, gli ammalati, i disabili, i poveri senza cibo e lavoro, gli anziani, i senzatetto, i prigionieri, i profughi e gli immigrati, quanti so-no colpiti dalle calamità naturali, gli sfruttati, gli esclusi.

Il volontariato chiede anche responsabiltà. Non ci si improvvisa. Abbiamo bisogno di una formazione cristiana e umana permanente, che ci metta nella condizione di abbandonare ogni giudizio, e parallelamente acquisire competenze che ci permettano di riconoscere, accompagnare e sostenere la fragilità che ci viene incontro.

Una formazione permanente è inoltre necessaria per sostenere il volontario nel suo operare, perché accogliere cristianamente la povertà del fratello significa sperimentare una compromissione di vita, emozioni e sentimenti che necessitano di cura. Ogni persona è unica e la sua difficoltà è unica.

Come formatore Caritas, credo che in tutto questo siamo chiamati a crescere insieme. Spesso incontriamo difficoltà nel dare stabilità temporale a un servizio, spesso non riusciamo a trovare spazio e tempo per la formazione – e questo rischia di portare alla sterilità dell’impegno, allo scoraggiamento davanti alle difficoltà, alle incomprensioni e all’esaurirsi delle forze.

Non possiamo non attingere alla Parola di Dio, alla preghiera, ai sacramenti, alla comunione tra noi, unitamente alle competenze tecniche proprie di ogni ambito del volontariato. Abbiamo la necessità di riscoprire che, prima di un fare , c’è la necessità di uno stare , la necessità di dimorare nel Cuore di Gesù, capace di suscitare un atteggiamento di prossimità premurosa, un accompagnamento stabile capace di consolazione.

Papa Bergoglio il 2 marzo scorso, ribadendo la grandiosità del volontariato italiano, ha paragonato l’impegno e il servizio dei volontari all’amore di Maria ai piedi della croce. Un’immagine forte, che può solo aprire il nostro cuore a un “sì”, al desiderio di donare e consumare questo passaggio terreno per ogni fratello, trasformando ogni gesto della nostra quotidianità in occasione di amore.

Vorrei concludere ringraziando i tantissimi volontari impegnati nelle nostre realtà territoriali, in particolare quelli dediti all’ascolto, chiamati a discernere come, dove e quando intervenire. Una parola di ammirazione ai tanti giovani che nei nostri oratori donano quotidianamente la vita senza lesinare fatica, tempo, sorrisi e lacrime. Guardarli nel loro entusiasmo, nel loro sacrificio, nella loro passione può insegnare tanto a tutti noi.

Don Marco Briziarelli
Assistente della Caritas diocesana di Perugia Città della Pieve