Gli immigrati ora “fuggono”

In Umbria quelli regolari sono 93.000, ma in un anno sono diminuiti di 7.000. Lasciano la nostra regione per tornare a casa o per cercare lavoro in altri Paesi

impresa-immigrati-meccanica-montaggio-lavoroGli immigrati stranieri in Umbria con regolare permesso di soggiorno sono quasi 93.000, più del 10 per cento della popolazione. Sono loro che fanno i lavori più umili e meno qualificati, e quindi anche con stipendi più bassi. Ed è solo grazie ai loro figli che la popolazione umbra continua a crescere e statisticamente invecchia un po’ meno. E sono soprattutto le donne straniere a prendersi cura dei nostri anziani. Ci sono poi gli stranieri irregolari, i più sfruttati nel lavoro in nero, e quelli (tanti, troppi) che vivono di furti, scippi, e spacciando droga.

Alcuni di loro sono costretti ad attività criminali per sbarcare il lunario, ma molti sono arrivati appositamente in Italia attraverso ramificate organizzazioni criminali che sfruttano un sistema giuridico che di fatto – anche se fermati e arrestati – garantisce l’impunità per un lungo periodo. Un tempo spesso sufficiente (come dimostrato anche da inchieste giornalistiche) per guadagnare un sacco di soldi e tornare ricchi in patria.

C’è infine l’ondata dei profughi che per sfuggire alla fame e alle guerre arrivano sulle spiagge italiane con i cosiddetti “barconi della morte”.

Un migliaio di loro, in momenti diversi, sono stati accolti in Umbria, anche se poi la maggior parte ha ripreso la strada per attraversare le frontiere italiane e cercare lavoro e fortuna altrove.

La crisi economica e la disoccupazione che hanno colpito negli ultimi anni le famiglie italiane non hanno risparmiato gli immigrati. Le statistiche dicono che in tanti lasciano l’Italia per tornare in patria o per cercare un lavoro in altri Paesi. In Umbria in un solo anno sono scomparsi in 7.000, stando ai numeri forniti alla fine di agosto dalla Regione in occasione della presentazione del programma regionale annuale di iniziative per l’immigrazione.

562 profughi da accogliere

L’Umbria continua a fare la sua parte nell’arduo compito di assistere e aiutare in qualche modo i profughi che scappano dagli orrori dei massacri in Libia, Siria, Eritrea e tanti altri Paesi dimenticati dell’Africa. Secondo i dati del ministero dell’Interno, soltanto da gennaio a luglio nella nostra regione ne sono arrivati almeno 400; anche se, osserva Franco Calzini, presidente dell’Arci provinciale di Perugia (impegnata attivamente su questo fronte), sono numeri difficili da verificare. Di molti infatti si perdono le tracce quasi subito. La maggior parte di loro considera l’Italia semplicemente un luogo di sbarco e cerca di rendersi subito irreperibile per andare in Germania e in Europa del Nord. Molti altri poi vengono trasferiti in Centri di accoglienza di altre regioni.

Attualmente i profughi presenti in Umbria, sempre secondo l’Arci, dovrebbero essere circa 500. Sono però previsti nuovi arrivi e le prefetture stanno predisponendo un piano di accoglienza di 562 posti complessivi: 437 in provincia di Perugia e 125 in quella di Terni. Posti che sono stati messi a disposizione da associazioni laiche e cattoliche sulla base di un bando del ministero dell’Interno che prevede un rimborso di circa 35 euro al giorno per ogni ospite, con i quali si dovranno garantire loro vitto, alloggio, assistenza linguistica e culturale, abbigliamento, una ricarica telefonica di 15 euro, e una piccola somma di 2 euro e mezzo al giorno.

 

Presenza record

Gli stranieri regolarmente presenti in Umbria al 1° gennaio 2013 erano 92.794, secondo gli ultimi dati ufficiali Istat. Rappresentano il 10,47% della popolazione umbra, una percentuale – riferisce la Regione – superiore alle medie italiana ed europea, che fa dell’Umbria una delle regioni italiane con la più alta incidenza di stranieri. In questa speciale classifica nazionale si trova sul podio al secondo posto insieme alla Lombardia, dopo l’Emilia-Romagna. L’Istat dice però che nel 2012 il numero dei migranti regolari è dominuito di 7.055 persone. Una tendenza che continua anche oggi. La Regione ricorda anche che la crescita demografica in Umbria è stata prodotta esclusivamente dall’immigrazione, poiché il saldo naturale della popolazione italiana è costantemente negativo sin dalla fine anni ’70. Infatti i minori nati in Umbria o arrivati per ricongiungimento familiare costituiscono una presenza molto significativa: il 1° gennaio 2013 erano 20.202, anche se in leggero calo rispetto al 2001.

Da dove arrivano
Gli immigrati provengono da 157 Paesi di tutti i Continenti. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono Romania (24.321 persone), Albania (17.021), Marocco (10.335), Ucraina (4.855), Macedonia, ex Repubblica Jugoslava (4.804), Ecuador (3.825), Polonia (3.007), Moldova (2.919), Perù (2.022), Cina (1.900), Tunisia (1.624), Filippine (1.613), India (1.526), Regno Unito (1.407), Algeria (1.340), Bulgaria (1.275), Nigeria (1.114), Germania (1.109).

Gli effetti della crisi
La crisi economica colpisce maggiormente le fasce sociali più deboli, e tra gli stranieri la disoccupazione è aumentata più che per gli italiani. Il numero di disoccupati immigrati è salito a quota 12.000 (+3.000 in un anno e +7.000 rispetto al 2008) con un tasso di disoccupazione del 18,7%. La fase negativa sta investendo soprattutto gli uomini, che hanno visto ridotte le opportunità d’impiego, in particolare nel settore edile che di manodopera straniera fa un largo impiego. La presenza straniera delle donne nell’occupazione è invece continuata a crescere. Più della metà (il 57,5%) delle donne occupate nei servizi collettivi e alla persona sono infatti straniere, ma sono circa un terzo anche del personale femminile in alberghi e ristoranti.

Quali professioni svolgono
Dai dati forniti dalla Regione risulta anche che sono gli stranieri a svolgere i lavori meno qualificati e meno retribuiti, e per questo talvolta rifiutati dagli italiani. Sono infatti più di un terzo (33,6%) del totale degli uomini occupati in edilizia, quasi un quarto in agricoltura (24,1%), un quinto (20,2%) nel settore alberghi e turismo, circa un sesto in quello dei trasporti e magazzinaggio. Con stipendi mediamente più bassi del 30% rispetto alle buste paga degli italiani. Ci sono però anche quelli che si sono messi a lavorare in proprio. Le imprese straniere in Umbria sono infatti 7.457, un terzo delle quali opera nel settore delle costruzioni e un altro terzo nel commercio.

AUTORE: Enzo Ferrini