Grest 2019 a Prepo. Le testimonianze di animatori, genitori e coordinatori

Suor Roberta, coordinatrice

191 bambini delle elementari; 75 ragazzi dal primo al quarto superiore (le Sentinelle), 15 adulti del servizio PIMPA e tre coordinatori.

Sono i numeri del Grest dell’oratorio “San Giovanni Paolo II” (GP2) dell’Unità Pastorale formata dalle parrocchie di Prepo – Ponte della Pietra – San Faustino. Tre settimane sul prato del GP2 o pigiati dentro le sale del Centro Pastorale, polvere, sudore, musica, merende, giochi, acqua, catechesi, adorazione del Santissimo intronizzato nella tenda sul prato, magliette, gioia, stanchezza, gratitudine.

Al termine di questa impresa credo che la cosa che maggiormente resta sia la gratitudine. Mai come durante il Grest siamo consapevoli che le forze sono impari rispetto al compito affidatoci, rispetto alle incognite, alle responsabilità. Una città di relazioni e di soggetti i più differenti che condividono spazi e tempi ciascuno portando un bagaglio di gioie e di dolori, di incertezze e timori che rendono la miscela-grest esplosiva, umanamente parlando.

Eppure anche quest’anno siamo qui a rendere grazie a Dio perché ha avuto cura di tutti e di ciascuno, ha trasformato inconvenienti in opportunità, ha asciugato lacrime e riannodato rapporti, ci ha protetti dai pericoli e a tutti, a tutti davvero, ha dato la possibilità di dare il meglio di sé.

Potremmo dire di questa azione educativa che, anche solo per i numeri è enorme nell’economia di un quartiere, ma preferiamo dire che tutto questo lavoro è segno e manifestazione di un amore che ci precede e ci motiva, che fattosi conoscere da noi ci dona lo zelo per portarlo ad altri. Perché in grest è una semina, un campo dove il Signore trova occasione per toccare i piccoli (tanti, troppi, già segnati dal disagio di famiglie tribolate) e tutti, una semina che certamente porterà frutto, a suo tempo e nel modo opportuno, per ciascuno.

Ecco allora la gratitudine: per quello che abbiamo sperimentato e per quello che, certamente, continuerà ad operare, perché i semi gettati, germoglieranno. E già lavoriamo al nuovo grest, il Maior, dei ragazzi delle medie e al campo di quelli delle superiori.

Suor Roberta Vinerba

 

Chiara, animatrice

Mi è stato chiesto di descrivere cosa è stato per me il grest, e non troverò mai le parole giuste che esprimano veramente che esperienza sia. Più di 60 ragazzi, pronti a servire i più piccoli, oltre 160 bambini, felici di giocare e di ascoltare la parola di Dio, e tante “Pimpe” capaci di trattarci come figli.

In questi 15 giorni mi sono spesso messa da parte per guardare i sorrisi dei bambini e la gioia nei volti delle Sentinelle, per portarli come ricordo negli anni futuri. Il Grest è la vera testimonianza che “Servire è regnare”, che ciò che si fa per amore per altri vale più di qualsiasi cosa. Non nego che è stato faticoso organizzare giorno per giorno, nonostante il caldo, la stanchezza, le incomprensioni e le discussioni, ma ogni fatica è stata ricompensata, da tutti i ringraziamenti ricevuti dai genitori e dai visi dei bambini.

Non sono mancati momenti di gioia, di risate e di puro divertimento, che hanno sciolto i nodi tra noi, perché non tramonti il sole sopra la divisione. Questo però è stato per me l’ultimo anno, perché in fondo tutte le cose belle hanno una fine.  Riporterò ogni abbraccio, e ogni risata, e ogni pianto perché infondo il Grest non è solo giocare, è qualcosa di più, ed è questo quello che fa la differenza.

Se mi chiedessero: cosa è il Grest? Risponderei, che è  l’esperienza che tutti i bambini dovrebbero fare, e spero che faccia nascere in loro, com’è successo a me, la voglia di diventare una Sentinella per donarsi agli altri, come noi abbiamo fatto con loro. Raccontare 15 giorni di servizio è difficile, soprattutto perché va vissuto sulla propria pelle! Ringrazio il mio oratorio, che è la mia seconda famiglia, per avermi regalato tutto ciò! So che dietro a tutto c’è Dio, ma senza di loro non l’avrei mai scoperto! 

Chiara Verdiani
(Sentinella)

 

Il Papà di Mariluce

“Grazie per lo Junior Grest, Mariluce ha fatto una bellissima esperienza. Grazie a tutti.” Partiamo dalla fine, dal messaggio ringraziamento a tutte le sentinelle, alla P.I.M.PA (Pronto Intervento Mal di Pancia) al Coordinatore al responsabile della pastorale! Anche quest’anno il Grest nel mio Oratorio si è concluso, e mia figlia ha finito quello delle elementari!!! 

Perché quest’anno si raddoppia c’è la novità del Grest per i ragazzini delle medie! Orde di bambini che scorrazzano sul pratone divenuto polvere e sotto l’ombra degli olivi secolari. A pascere le pecorelle dei ragazzi poco più anziani: le Sentinelle! Perché è certo che “Servire è regnare!” e quelle settimane di servizio sono una fonte di infinita Grazia per tutti.

E quindi niente, la scuola è finita ma lei Mariluce vuole arrivare in perfetto orario, orologio fucsia fiammante al polso “Papà andiamo che è tardi!…”  “Ma sono le 8.05!  Dai mica al Grest suona la campanella!” (Sguardo di sufficienza) Corro. Appena arrivati al parcheggio, apre lo sportello e vola come Peter Pan, appello istantaneo, che ormai i ragazzi riconoscono 170 volti in 1 secondo e mezzo e si dilegua in mezzo alle magliette colorate sul prato ancora fresco!

Si perché il nostro Oratorio è comunità di persone in cui tutti si riconoscono, ed insieme cercano Gesù. Perché come ci disse Giovanni Paolo II alla GMG del 2000 a noi un po’ più vecchietti (Che ne sanno i 2000!) “è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae”

Ma come trovarlo? Dove cercarlo? Come riuscire a farlo incontrare ai nostri figli? 

Con un gavettone al Grest! Si si avete letto bene! Con una cosa semplice ma allo stesso tempo sconvolgente. Credo che mia figlia abbia fatto esperienza di Gesù al Grest con i gavettoni delle Sentinelle, con il gavettone che cadendo a terra gli ha sporcato le scarpe di fango, con il gavettone che in testa gli ha infradiciato i capelli, con il budello dell’acqua che gli hanno schizzato addosso mentre era a cavalcioni sulla Sentinella! Tutto raccontato con nomi cognomi e dovizia di particolari!

Si perché Dio è nel cuore di tutti gli uomini, Dio si trova in una piccolissima stanza del nostro cuore, chiusa con una porticina ed una chiave piccola piccola, che se non la trovi “avoglia” tu a spiegare a raccontare: nisba niet!

Per i ragazzi, per i nostri figli, il compito del genitore, della sentinella, dell’educatore, del sacerdote è proprio quello di riuscire a trovare questa piccola chiave per aprire la porta del cuore, solo aprire, guai ad entrarvi dentro, guai a varcare la soglia della parte più intima dell’uomo.

Sarebbe una follia vedere cosà c’è lì dentro per un altro uomo, nell’infinito del nostro cuore, solo Gesù (e con l’aiuto di sua Madre per i casi più ostici) è capace di entrare e far Luce per trovare Dio dentro ciascuno di noi!

Lettera di Giacomo Burnelli, 8 anni

Rebecca, animatrice

Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa su un’esperienza che per me è appena finita dopo ben 4 anni di servizio… questa esperienza si chiama Grest. 

Non so se tutti la conoscono e a dire la verità io ho avuto la fortuna di viverla sotto due punti di vista: quello di una bambina, che non era mai felice di andarci ma che alla fine si divertiva, e dopo 3 anni, quello di una Sentinella che in questi anni lo ha vissuto in maniera completamente diversa da quella bambina che ero. Negli anni ho capito quanto fosse importante preparare pomeriggi su pomeriggi, dopo una mattinata sotto il sole, tutte quelle giornate per più di 150 bambini dei quali l’unico pensiero era divertirsi.

Nonostante questo ho capito l’importanza di dare il buon esempio, perché questo siamo noi per loro, un esempio! E proprio per questo spendevamo anche del tempo nel preparare delle catechesi brevi ma che gli arrivassero come noi le ricevevamo durante tutto l’anno per fargli capire l’importanza che c’è più gioia nel dare che nel ricevere perché questo è quello che ci viene detto e che se lo scopri e capisci quanto sia vero, non smetterai mai di farlo, neanche quando un servizio come questo volge al termine!

Quest’anno è stato sicuramente diverso perché ogni momento l’ho visto e vissuto con uno sguardo diverso in quanto sapevo che era l’ultimo, spesso mi scoprivo a provare: felicità misto a tristezza e nostalgia.  Finisce un tempo, un capitolo della mia vita che per me è stato molto importante perché in questo tempo sono cambiata io come persona, ho imparato ad esprimere meglio i miei sentimenti, a saperli leggere, tutto ciò grazie al grest e alle Sentinelle e ringrazio Dio per avermeli donati e tutti i miei responsabili che mi hanno aiutato nel mio percorso.

Rebecca Stella
(Sentinella)

Il Grest visto da Caterina D’Andola, 9 anni

 

Monica, una “Pimpa”

Monica e Roberto, Enrica, Sabrina, Maria Grazia, Roberto, Mimma, Martina, Giovanni, Anna e Rolando, Maria Rita, Cristina, Simona, Alessandra: le PIMPE (Pronto Intervento Mal di Pancia Ambiguo).

Siamo noi: nonni e genitori che accompagnano i figli al grest, ragazzi ormai diventati adulti che quando erano piccoli erano Sentinelle. Ci accomuna l’aver visto una bellezza e il desiderio di restare in quel contesto che ci fa brillare gli occhi.

Così è nato il nostro servizio. Come una mamma e un papà che prepara la merenda e il pranzo in casa, che mette un cerotto su una feritina o consola il proprio figlio caduto, così facciamo la stessa cosa ma in una famiglia allargata, con 200 figli che sono lì a giocare, pregano e stanno insieme.

È vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere ma è anche vero che abbiamo ricevuto tanto. Seppur siamo noi, nel nostro servizio ad accogliere e prenderci cura dei ragazzi, sono loro, bambini e Sentinelle i primi a dimostrarci l’amore gratuito di Gesù, con un buongiorno, un abbraccio o una chiacchiera.

Come dice l’inno “Noi” del nostro oratorio “questa è la mia casa e non mi muovo da qui”. Ci sentiamo a casa, è la nostra famiglia allargata, e come in tutte le famiglie ci sono i nonni, le mamme i papà gli zii, i cucini i nipoti. E noi questo facciamo, stiamo in famiglia con la gioia di stare insieme. Sperimentiamo l’amore di Dio guardandolo negli occhi dei ragazzi che Lui ci ha affidato.

Monica Poeta

(PIMPA)

1 COMMENT

  1. È il terzo anno che mia figlia partecipa a questa bella esperienza! Ogni anno acquisisce sempre più l importanza di certi valori, che nella società di oggi sembrano un po’ messi da parte. Come la condivisione, il rispetto per gli altri e per le regole, rispettare le diversità e soprattutto lo… stare bene INSIEME! Colgo l occasione, ancora una volta per ringraziare chi ha dato vita a questa organizzazione, ed a chi con tanta cura si impegna per far sì che ne venga fuori un esperienza unica! Grazie

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