Gubbio merita il nome di “seconda Assisi”

I risultati del convegno “Le radici francescane a Gubbio”, con contributi dei più importanti studiosi della vita del Santo e della storia del francescanesimo
I partecipanti al convegno “Le radici francescane a Gubbio”
I partecipanti al convegno “Le radici francescane a Gubbio”

Per caratteristiche storiche, religiose, artistiche e architettoniche, Gubbio si identifica come luogo di primo sviluppo, approfondimento e crescita del messaggio e della spiritualità francescana. A tutti gli effetti è una “seconda Assisi” per i suoi legami molto stretti con san Francesco e i francescani, con “elementi cardine indispensabili per ricostruire la vicenda francescana”.

È quanto emerso nel corso del convegno “Le radici francescane a Gubbio”, svoltosi nel convento di piazza 40 Martiri con contributi dei più importanti studiosi ed esperti della vita del Santo e della storia del francescanesimo, che ha inaugurato le celebrazioni per gli 800 anni della consegna a san Francesco (1213) della chiesa della Vittorina.

Il prof. Andrea Maiarelli, dell’Istituto teologico di Assisi, nella sua relazione “I francescani a Gubbio nel XIII secolo” ha rivendicato per Gubbio la dimensione di “seconda Assisi”, fondamentale quindi nella vicenda umana e spirituale del Poverello, come testimoniato da alcuni luoghi simbolo e dalla loro storia: chiesa della Vittorina, chiesa e convento di San Francesco, Caprignone e San Girolamo, basilica e convento di Sant’Ubaldo (abbandonato purtroppo dai Minori nello scorso mese di gennaio dopo oltre 150 anni).

I lavori, aperti dal vescovo mons. Mario Ceccobelli, sono proseguiti con una straordinaria illustrazione-lettura dell’ammansimento del lupo da parte di padre Luigi Marioli, docente all’Istituto teologico di Assisi: “È l’emblema – ha spiegato – della massima capacità dialogica di san Francesco, autentico fondatore di patti di pace. Francesco non annunciava il Vangelo se la gente non era predisposta a patti di pace. Prima dell’episodio narrato dai Fioretti, li aveva predicati a Bologna, a Perugia, ad Arezzo: era un uomo molto esperto nel patto di pace, nel firmare, stabilire e conservare la concordia”.

Paola Monacchia, presidente della Deputazione di storia patria dell’Umbria, ha introdotto novità sul vescovo Villano, che nel 1213 favorì la consegna a Francesco della Vittorina, primo cenobio dei Minori: “Non è detto ha dichiarato – che Villano fosse un monaco avellanita, poteva essere anche un canonico della canonica di San Mariano”, rafforzando con ciò il legame con sant’Ubaldo. Da parte la prof.ssa Giovanna Casagrande dell’Università di Perugia ha dimostrato “che i frati minori sono stati presenti ab antiquo, fin dalle origini, nella zona”.

Il convegno si è concluso con la celebrazione di una messa nella chiesa di San Francesco, celebrata da mons. Ceccobelli con i provinciali dell’Umbria delle famiglie francescane. In tale occasione il Vescovo ha consegnato ufficialmente la Lettera alla Chiesa eugubina per l’ottavo centenario della Vittorina, sottoscritta anche dal ministro dei Conventuali dell’Umbria fra’ Franco Buonamano, indirizzata alla città in occasione del centenario della Vittorina.

“Questo centenario – scrive mons. Ceccobelli – si inquadra in quella che possiamo definire la radice storica, culturale, religiosa propria della gente eugubina. È un evento che rappresenta per tutti un’autentica opportunità di crescita umana e spirituale, che ci sollecita a riappropriarci di quei valori di cui l’uomo di oggi avverte l’urgente bisogno per orientarsi nel difficile contesto etico-sociale in cui si trova a vivere ed operare”. Quelli “dell’accoglienza e dell’umiltà, della condivisione e della pace, che hanno fatto di Francesco un Vangelo vivente e che anche il nostro patrono sant’Ubaldo aveva cercato di trasmettere ai suoi fedeli praticando costantemente la virtù della misericordia. È come se una santa staffetta avesse voluto assicurare agli eugubini la custodia di un prezioso patrimonio spirituale”.

AUTORE: G. B.