Erano in tanti, tantissimi ad Assisi in occasione dell’“H2O”, il secondo Happening nazionale degli oratori, che si è svolto dal 4 al 7 settembre. Circa 1.500 giovani provenienti da oltre 65 diocesi di 15 regioni d’Italia hanno festeggiato, hanno lavorato nei workshop, hanno riflettuto negli incontri, hanno pregato insieme. “La partecipazione – racconta il prof. Marco Moschini, direttore del Corso di perfezionamento in progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio dell’Università di Perugia – è stata massiccia, con esperienze provenienti da tutta Italia. Ciò che è emerso con forza è stata la ricchezza e la profonda vitalità degli oratori, che vivono un momento di grande espansione.
Oggi, ancora più di ieri, ne percepiamo l’importantissima funzione educativa, che è anche, inevitabilmente, una funzione sociale. C’è bisogno degli oratori – continua – e l’evento di Assisi ce lo ha ribadito nuovamente. Sono espressione dell’ecclesialità, luoghi in cui si genera, si stimola e si fortifica la comunità. La presenza di numerosi vescovi, a partire dal card. Gualtiero Bassetti, è stata la prova tangibile della fiducia e della speranza che la Chiesa ripone negli oratori”.
Un unico grande corpo che occupa tutta la Penisola e che si declina in tante membra differenti. “L’Happening di Assisi – dice ancora Moschini – ci ha mostrato la grande varietà degli oratori in Italia; tante esperienze diverse, declinate sulla base del luogo in cui si trovano e delle esigenze ad esso connesse. Pur mantenendo sempre la condivisione del medesimo obiettivo: essere laboratori di talenti, scuole di vicinanza e di creatività, case per i giovani e con i giovani. E i giovani, dal canto loro, rispondono entusiasti. In questi quattro giorni ad Assisi li ho visti appassionati, volenterosi e instancabili, con il desiderio di far parte di un disegno più grande e di impegnarsi per realizzarlo. Mi hanno dato una grande iniezione di speranza per il futuro di tutto il nostro Paese. Per questo gli oratori sono luoghi di qualità, dove c’è un’anima spirituale, una buona ragione e una buona prassi”.
L’Happening di Assisi è servito anche a delineare le prospettive per il futuro. “Come sottolineato dal vescovo Giulietti – ribadisce Moschini -, la sfida del futuro dell’oratorio è aprirsi al territorio, creando un collante, un collegamento costante tra la scuola, la famiglia, le associazioni… In questo l’Umbria e, in particolare, l’Università di Perugia sono stati lungimiranti, con l’attivazione del primo Corso, in Italia, di perfezionamento, progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio, che vuole non tanto formare animatori, ma direttori, ossia gli animatori degli animatori. Non a caso, al Corso non partecipano soltanto sacerdoti, ma anche moltissimi laici. Su 50 studenti, solo 3 sono umbri, gli altri provengono dal resto d’Italia e hanno scelto di venire a Perugia proprio per specializzarsi in questo settore”.