I POLITICI LITIGANO, MA POI SI VOTA

Era meglio se non riapriva, palazzo Cesaroni. E’ successo di tutto nella prima seduta del Terzo Millennio.C’è stato chi se l’è presa con il presidente Liviantoni perché, avendo sentito dal capogruppo dei Comunisti italiani, Donati, che era fuori dalla maggioranza, lo ha messo fuori anche dalle commissioni consiliari. Liviantoni dice “dovere”, Donati parla di “arbitrio”, e Ripa di Meana dà ragione al secondo. Lo stesso Consigliere verde se l’è presa (non si sa bene perché) con il capogruppo dei Ds, Baiardini, e tutt’e due – Ripa di Meana e Donati – hanno criticato aspramente gli ex alleati (o no?), dicendo che tenderebbero a escluderli dalla coalizione governante perché “piccoli e scomodi”. Un fuoco incrociato, in mezzo al quale ha cercato di inserirsi l’opposizione di centro destra per rendere ancora più eclatanti le spaccature e raccoglierne a proprio favore i frutti politici. Ma niente, il centro sinistra è rimasto chiuso dentro la sua fortezza che, seppure sempre meno tranquilla all’interno, non evidenzia crepe esternamente, dimostrandosi inattaccabile “nonostante tutto”. Come finirà? Come al solito: che fra qualche mese si vota, e quindi bisogna, assolutamente bisogna, ricompattarsi.Stramaccioni, timoniere diessino e della coalizione, sta già lavorando in questo senso, seppure con una quantità di sbuffi e rimbrotti sempre crescente.

AUTORE: Gad