Il coraggio del futuro

L’esortazione apostolica post sinodale Ecclesia in Europa, pubblicata quasi quattro anni dopo il Sinodo del 1999, ribadisce con forza che la presenza di Gesù Cristo nella sua Chiesa é la sorgente di speranza per il nostro continente. Il Papa parla realisticamente dell’offuscamento della speranza che circola nei nostri giorni, perché coglie dei segnali preoccupanti nel nostro vecchio Continente, come la tendenza a rinnegare la memoria delle radici cristiane. Un giornalista, alcuni giorni fa, chiedeva il mio commento ad un’indagine svolta in Svizzera, dalla quale è emerso che tre quarti della popolazione non sa cosa sia la Pentecoste. Chi si dedica all’istruzione dei ragazzi conosce bene le gravi lacune esistenti in campo religioso, per lo più presenti anche nei genitori. In effetti, memoria del passato e futuro sono legati tra di loro: se vengono meno le radici, manca anche la prospettiva per l’avvenire. Di qui la paura nell’affrontare il futuro, come dimostra, ad esempio, la difficoltà ad impegnarsi per tutta la vita sia nelle vocazioni religiose e sacerdotali sia nel matrimonio. Nell’Europa in costruzione si sta ponendo l’attenzione più sulle radici illuministe che cristiane, quasi si giocasse al ribasso, alla ricerca di un minimo comune denominatore, senza tener conto che, come più volte ha detto il Papa, gli stessi valori dell’illuminismo sono nati dai valori cristiani. Sappiano che la triade ‘libertà, uguaglianza e fraternità’, lanciata dalla rivoluzione francese, non deriva da altre culture, ma si radica direttamente nel vangelo vissuto in Europa per diciotto secoli. I valori universali, propagati anche dall’umanesimo illuministico, non sono estranei alla Chiesa, ma interpretati nella luce del cristianesimo, rivelano la loro pienezza e profondità, sono più esigenti e comprendono aspetti che l’illuminismo non può considerare. Ad esempio, l’assoluta dignità della persona umana e l’assoluto valore della vita hanno il loro fondamento più profondo e la loro garanzia intoccabile nella visione cristiana della persona come creatura di Dio e immagine di Dio. Un sistema come quello illuminista non contempla questa responsabilità dell’uomo di fronte al suo creatore e quindi tende a norme minime di una convivenza umana che siano tollerabili per tutti. Se consideriamo il processo di riunificazione europea mi sembra anche particolarmente importante il contributo che la Chiesa può dare per la globalizzazione della solidarietà. Tra pochi mesi entreranno a far parte dell’Unione dieci nuovi Stati. Questo richiede una grande impresa di solidarietà. Inoltre non possiamo dimenticare che i paesi che sono più in difficoltà economica non possono ancora accedere all’Unione, non potendo ancora rispondere a certi canoni. È indispensabile, quindi, che una vera solidarietà si manifesti anche attraverso l’appoggio concreto alle economie che hanno bisogno di svilupparsi. Inoltre non possiamo semplicemente volere un’Europa fortezza economica e con capacità di autodifesa nei confronti degli altri Continenti, ma dobbiamo essere artefici, secondo le nostre responsabilità e possibilità individuali e comunitarie, di un’apertura dell’Europa sul mondo e su una condivisione accresciuta.

AUTORE: Amédée Grab