Il Fondo di solidarietà

Parola di vescovo

Una vicenda bellissima, che esprime le radici cristiane della nostra gente è il ‘Fondo di solidarietà delle Chiese umbre’, che si è costituito a seguito della grande colletta regionale del 29 marzo. Ancor prima che uno strumento per sovvenire alle necessità delle famiglie, la creazione del Fondo dice la sensibilità del nostro popolo e la fiducia che ha verso la Chiesa. Per Pentecoste avvieremo le procedure per rendere operativo il sistema, che può contare su cifre mai viste nelle nostre raccolte, anche se ovviamente non in grado di rispondere a tutti i bisogni. Per decisione dei Vescovi si è appena pubblicato lo Statuto e il regolamento del Fondo, che sono accessibili a tutti sul nostro sito web www.chiesainumbria.it. Entrambi gli strumenti di gestione sono ispirati a criteri di assoluta trasparenza e di gratuità. Alla presidenza nazionale di Caritas italiana gli esperti d’economia della Conferenza episcopale italiana riferivano che il picco della crisi economica in corso è previsto che arrivi tra ottobre e novembre prossimi. La carità delle Chiese umbre è stata antesignana in Italia e ha svolto un ruolo che è consueto per l’Umbria, quello cioè di essere d’esempio come lo fu quando il terremoto colpì noi dodici anni fa. Lo stile di allora, come d’ora, è di puntare sulla sobrietà. La Chiesa sa e vuole essere concreta. Il Fondo che si è appena costituito ha ricevuto donazioni non solo dei cattolici, ma anche di istituzioni e persino di politici di ogni colore che hanno creduto nell’iniziativa che ci avviamo a rendere operativa, come pure di tanti umbri non ricchi che si son levati qualcosa per aiutare chi aveva più bisogno di loro. Così d’altronde succede ogni volta che si fa un passo indietro rispetto alle ideologie e si punta al bene comune. Sobrietà e parsimonia sono parte di quel preziosissimo tesoro che è passato per generazioni in questo nostro popolo, che crede alla semplicità, apprezza l’umiltà, sente estranea da sé ogni esibizione e ogni ostentazione di potere. La gestione del Fondo ha tre livelli essenziali. Uno locale, dove col nome di ‘Centro di accoglienza’ operatori ben preparati – i parroci sapranno dove indirizzare chi si rivolgerà a loro – con ogni discrezione accoglieranno le richieste d’aiuto e documenteranno, secondo parametri prefissati, le necessità d’intervento. Un livello diocesano, efficacissimo e veloce, raccoglierà le richieste ordinandole per priorità ed urgenza, in grande armonia e collaborazione con le otto Caritas diocesane. Un livello regionale, che i Vescovi umbri hanno chiesto che sia presieduto dal Vescovo delegato per la Caritas, assieme a un consiglio di otto esperti, delibererà gli interventi. Il sistema bancario sarà coinvolto per una rendicontazione gratuita, ma professionale. Il sostegno verrà dato, sentiti sempre i parroci e le Caritas parrocchiali, a quelle famiglie che si trovano nel bisogno per via della crisi e abbiano tutte le condizioni per le quali il Fondo è stato istituito. È fatto carico in coscienza a chi riceverà aiuto, qualora la propria situazione economica dovesse migliorare, di informarne il Fondo, perché altri più bisognosi possano essere aiutati. Come in ogni gestione seria dove si amministrano beni non propri, sono previsti dei controlli scrupolosi. Di tutto verrà reso conto. Si cercherà anche di garantire il riserbo sulle famiglie che riceveranno aiuto. Pentecoste è il giorno del dono: lo Spirito santo dato agli apostoli, la Chiesa che nasce e riceve coraggio, il segno dell’intervento di Dio che muove gli uomini alla carità vera. I Vescovi umbri hanno voluto che dalla Pentecoste del 2009, domenica 31 maggio, si avviasse, nel segno della gratuità e del cambiamento degli stili di vita, il nostro Fondo di solidarietà, che è esso stesso percepito come un dono di Dio e una conferma che la Provvidenza mai abbandona.

AUTORE: ' Riccardo Fontana