Il Fondo solidarietà è operativo

Come richiedere gli aiuti. La disponibilità concreta che si avrà

Dal mese di giugno è operativo anche nella diocesi eugubina, così come in tutte quelle della regione ecclesiastica, il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre, che ‘ha in linea generale la finalità di aiutare le famiglie con figli o in attesa di prole, monoreddito, con capofamiglia che abbia perduto il lavoro, non sia sufficientemente coperto da ammortizzatori sociali o non abbia, a causa dell’attuale crisi, un lavoro stabile’. Il contributo non potrà superare i 500 euro mensili, per un periodo massimo di dodici mesi. Il Fondo, che opererà secondo i principi di sussidiarietà e collaborazione rispetto alle istituzioni pubbliche e private, vuole educare alla sobrietà e alla generosità. In un momento di difficoltà per tanti nuclei familiari è importante non cedere alla tentazione della delega o della chiusura individualista, ma aprirsi alla logica della solidarietà. Nei giorni passati, il vescovo mons. Mario Ceccobelli ha provveduto a nominare i membri della Commissione diocesana di solidarietà che, presieduta dal direttore della Caritas Luca Uccellani, avrà il compito di valutare le richieste presentate, selezionarle ed inviarle al Consiglio di gestione del Fondo, nel cui interno c’è anche un rappresentante della diocesi di sant’Ubaldo, della quale fanno parte i Comuni di Gubbio, Scheggia-Pascelupo, Costacciaro e Umbertide. Per quanto riguarda l’iter delle richieste, è necessario che le singole situazioni vengano presentate dalle parrocchie ed approfondite attraverso un colloquio tra le famiglie interessate e gli operatori del Centro di accoglienza, colloquio da concordare utilizzando per il contatto il numero telefonico 075 9221202 della Caritas. Tutto ciò per evitare file e garantire la necessaria discrezione, quanto mai indispensabile soprattutto in situazioni del genere. È importante ricordare, per chiarezza, che il Fondo non potrà certo sostenere tutte le famiglie in difficoltà: infatti tra le offerte della colletta del 29 marzo (alla Caritas sono arrivati dalle parrocchie 18.671 euro), i vari contributi privati e gli impegni che si sono assunti le istituzioni bancarie e cooperative, dispone di una cifra intorno al milione di euro, da ripartire tra le diocesi in proporzione alla popolazione delle stesse. Secondo alcuni calcoli, realisticamente, considerato che quella eugubina è numericamente la più piccola della regione, sarà possibile prendersi in carico non più di una ventina di situazioni.