Il Mediterraneo arriva agli Urali

C’è davvero da raccomandarsi ai nostri santi – i mistici dei secoli scorsi, come san Francesco, e quelli “laici” e moderni come La Pira – chiedendo tutta la loro intercessione per quanto sta accadendo sulle varie sponde del Mediterraneo. L’auspicio, rilanciando le parole del card. Gualtiero Bassetti, è che il “grande lago di Tiberiade della famiglia abramitica” – come lo ha definito il presidente dei vescovi italiani, diventi davvero un segno di pace.

“Siamo in un momento di profonda crisi – aggiunge l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – , anche per quello che sta succedendo in Ucraina: dal punto di vista della provvidenza di Dio, diventa ancora più necessaria questa nostra azione di pace”. Il Cardinale cita ancora una volta La Pira, quando ricorda che il “sindaco santo” sosteneva che il Mediterraneo si spingesse fino agli Urali, perché questo mare abbraccia tre Continenti e più di venti nazioni. E nel grande orizzonte di quello che per gli antichi romani era il mare nostrum, lo sguardo questa settimana si posa sulle città e la cittadinanza. Come sottolinea il vice presidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Antonino Raspanti, la Chiesa dedica la sua attenzione “ad alcuni temi fondamentali, quali la presenza dei bisognosi, il prendersi cura di chi ha di meno, la convivenza di pluralità di fedi e culture, la necessità di riconoscimenti reciproci, di mettersi insieme per collaborare tra le varie presenze che sono nelle città”.

L’interrogativo messo sui tavoli dell’incontro di Firenze è chiaro e rilevante: quali diritti e quali doveri le comunità cristiane hanno all’interno delle città, per contribuire al bene comune e alla pace? E, in parallelo, non suoni strano che i sindaci delle nostre città – anche le più piccole – possano occuparsi di questioni internazionali, di mondo e di pace. Il primo cittadino del capoluogo toscano, Dario Nardella, ricorda che – a chi lo criticava per essersi occupato troppo di questioni internazionali – il suo predecessore Giorgio La Pira rispondeva con la frase ormai celebre: “Il sindaco di Firenze si deve occupare di cambiare le lampadine e di promuovere la pace del mondo”.  Vescovi e sindaci insieme che dialogano e si mettono in ascolto. C’è da aspettarsi che sia proprio un bel capitolo del cammino sinodale della Chiesa italiana.