Il migliore ‘atleta’ della nostra Chiesa

Apertura in diocesi del processo di beatificazione di don Andrea Bonifazi

‘Don Andrea fu un pastore instancabile, pieno di santo zelo, incredibilmente allenato alla fatica e all’ascesi, capace di resistere persino ai morsi di dolore dell’ultimo mese di vita, pur di esercitare fino in fondo il sacerdozio di Cristo’. È un passaggio dell’omelia che l’arcivescovo mons. Riccardo Fontana ha tenuto il giorno del Corpus Domini, nell’apertura del processo di beatificazione del servo di Dio don Andrea Bonifazi. Alla celebrazione, oltre a mons. Fontana, c’erano quattro vescovi ‘ mons. Chiaretti, arcivescovo di Perugia-Città delle Pieve, mons. Ceccobelli, vescovo di Gubbio, mons. Bottaccioli, vescovo emerito di Gubbio, mons. Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina – e moltissimi sacerdoti, giunti anche dalle altre Chiese dell’Umbria. Commovente è stato il momento del giuramento del tribunale nelle mani del presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Chiaretti. L’organismo, di cui è delegato arcivescovile mons. Mario Curini, parroco di Norcia, dovrà valutare attentamente la vita e le virtù di don Bonifazi; i lavori sono iniziati lunedì 15 giugno, quando si è presentata a testimoniare la mamma di don Andrea, la signora Luigina Cariani. ‘Abbiamo avviato il processo diocesano per raccogliere quanto ci è dato di sapere sulla santità di vita del servo di Dio don Andrea Bonifazi, prete spoletino e biblista – ha detto mons. Fontana. – Il giovane sacerdote, dopo aver servito le nostre Chiese sorelle con singolare e instancabile zelo, dieci anni fa si è addormentato nel Signore. Sue furono le acute sofferenze di una leucemia pervenuta alla fase finale e fattasi in lui aggressiva e devastante all’età di 42 anni. A noi ha lasciato una vivida immagine del sogno collettivo dei preti umbri del dopo-Concilio. Riconoscere i segni della santità in uno dei nostri preti più giovani è come riprendere coraggio, nell’Umbria che fu di Benedetto e di Francesco. È guardare ancora alla Chiesa come madre dei santi e riaffermare che questa Chiesa è ancora capace di generare i santi’. Mons. Fontana ha concluso l’omelia ricordando il funerale di don Andrea: ‘Salutando Andrea, in questa stessa cattedrale, dieci anni fa, leggemmo Gedeone chiedendoci, smarriti, perché noi, già così pochi e poveri, fossimo stati privati del campione, dell’atleta più prestante. Oggi capiamo che il Signore aveva riservato per sé il suo giovane prete, perché svolgesse nella Chiesa umbra il singolare ministero di confortarci tutti, con il dono della speranza. A quanti la divina grazia ha raccolto in questa chiesa madre, a tutti coloro che avranno il dono di misurarsi con la vicenda che stiamo avviando, conceda il Signore di riprendere coraggio e di benedire. Sì, il Signore è in mezzo a noi: non ci ha lasciato orfani’.

AUTORE: Francesco Carlini