Il ‘parco buoi’

Ora che sono esplosi casi nazionali e internazionali di crolli finanziari e di scandali si levano da tante parti appelli alla severità dei controlli da parte dei molteplici organi di controllo e alla osservanza di norme etiche negli esercizi commerciali e finanziari. Si richiede trasparenza di bilanci, rispetto degli oneri assunti, rispondenza a patti stabiliti, senso di responsabilità, capacità di gestire capitali industriali e finanziari. Il grido più accorato e le richieste più drammatiche provengono dalle migliaia di risparmiatori che hanno investito in settori finanziari ora falliti. Si ritrovano in mano pezzi di carta senza valore e con nessuna o piccolissima speranza di essere risarciti. Tutto ciò dovrebbe insegnare la prudenza nel fare investimenti, non fidandosi di chi promette alti tassi di guadagno, di chi insiste per stringere determinate operazioni e di ponderare bene i rischi non mettendo a repentaglio tutto il proprio avere. Da sempre è stata valida l’accortezza della massaia che non mette tutte le uova in un solo cesto, perché se quello cade tutto è perduto. Quando si sente che un tizio ha investito i suoi 57 mila euro in Parmalat, e ora non ha più niente, si deve dire che, pur con tutte le assicurazione che gli sono state date, ha certamente fatto male, come si è dimostrato. Ho conosciuto un medico che al termine della carriera ha giocato in borsa e dopo alcuni anni mi ha confidato che aveva perduto tutto ed era disperato, con forte senso di colpa. Certo, vi sono stati momenti e situazioni in cui molti hanno ottenuto alti profitti da investimenti, come vi sono esperti che di professione puntano su un titolo, un’obbligazione o altro prodotto finanziario secondo l’andamento del mercato nazionale e internazionale. Questi sanno, hanno fiuto, godono di enormi capitali, sono in grado di affrontare rischi calcolati. Ma la gente semplice che si fida delle banche e delle offerte che propongono ai clienti di cui conoscono la somma depositata, sono i più esposti. A loro, chiamati il ‘parco buoi’, converrebbe forse rischiare una tollerabile inflazione piuttosto che un’intollerabile gioco d’azzardo. E’ vero che il vangelo stesso invita a trafficare e far fruttare i talenti, ma intende talenti di altro tipo, talenti simbolici.

AUTORE: E. B.