Il Patrono che innalzò ponti verso l’Alto

Presenti autorità e tre Vescovi alla solenne celebrazione per la festa di sant'Ubaldo

“Un lembo di cielo che si apre sulla città di Gubbio, che ci invita anche ad alzare lo sguardo verso l’alto e verso Dio, dove il santo Vescovo continua ad accompagnarci con la sua testimonianza e la sua intercessione potente”.

È un passo della bella e profonda omelia pronunciata dal vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, durante il solenne pontificale concelebrato, in occasione della festa del patrono sant’Ubaldo, insieme al vescovo mons. Mario Ceccobelli ed all’emerito mons. Pietro Bottaccioli in una cattedrale gremita di fedeli.

In prima fila le autorità civili e militari dei Comuni della diocesi, oltre alle autorità dei Ceri (capitani e capodieci), alle delegazioni di Thann e Jessup.

Mons. Sorrentino ha ricordato il sant’Ubaldo che ha saputo costruire un ‘ponte verso l’alto’ – richiamato dall’ascesa dei Ceri fino alla vetta del monte Ingino -; che è stato “difensore della sua città” e “grande liberatore dai demoni”, ma soprattutto colui che ‘ha saputo riflettere nella sua vita l’insegnamento di Dio. Ha sempre costruito ponti fra le persone – ha detto – ed è stato grande tessitore di pace al punto da gettarsi tra i contendenti per pacificarli. Il mondo è chiamato alla pace e la Chiesa ha il compito di essere veicolo di unità e di pace, specie attraverso i suoi santi, come bene ha fatto proprio sant’Ubaldo”.

All’inizio della liturgia, animata dal coro dei Cantores Beati Ubaldi, ha portato il suo saluto il vescovo Ceccobelli. Dopo aver ricordato la “travolgente corsa dei Ceri vissuta con grande partecipazione di popolo come ogni anno, siamo raccolti in questa Cattedrale per rendere grazie a Dio per il dono del nostro venerato santo protettore”, e rivolgendosi a mons. Sorrentino ha aggiunto: “Ho desiderato la tua presenza non solo perché sei uno degli ultimi vescovi chiamati da altre regioni a guidare una diocesi umbra, ma anche per i particolari legami che uniscono le nostre due città: Gubbio e Assisi nel nome di san Francesco”.

“Ubaldo e Francesco – ha proseguito mons. Ceccobelli – figure che nei secoli non hanno perduto l’attualità del loro messaggio, che sprona a riconoscere i valori più alti della vita, ci siano di guida nelle nostre scelte, nei nostri rapporti sociali, nella comprensione sempre maggiore e nella riflessione più profonda della parola evangelica”.

AUTORE: G. B.