Il problema dei Consorzi: presidenti e cittadini si incontrano

Foligno / Ricostruzione: l'ordinanza 61 procede, quella pesante arranca

Ricostruzione avanti… piano. Se l’ordinanza 61 è in dirittura di arrivo, la ricostruzione, quella pesante, invece, arranca. I soliti problemi. Quelli che mettono i bastoni fra le ruote e che si chiamano Consorzi. I dati parlano chiaro e raccontano che su 715 Umi (il dato è di qualche giorno fa) sono state rilasciate 191 concessioni con ben 445 pratiche incomplete, i lavori iniziati sono 68. Dati che ci fanno capire come questa ricostruzione stenta a partire bene: le pratiche incomplete sono davvero tantissime. Una ricostruzione che arranca non solo per colpa della burocrazia, e nemmeno a causa solo di rallentamenti all’interno dei diversi uffici comunali. Una delle cause di questa lentezza va ricercata all’interno dei carrozzoni che si chiamano “Consorzi” e che presentano mille difficoltà anche di rapporti fra i diversi proprietari. L’Amministrazione comunale corre ai ripari e cerca collaborazione per accelerare questo processo. Ed allora ha iniziato un confronto nelle diverse frazioni con terremotati e presidenti dei consorzi in modo da eliminare alcuni passaggi e far defluire meglio l’iter. Incontri partecipativi durante i quali cittadini e presidenti potranno conoscere lo stato della propria pratica, capire quali sono i problemi e tentare di risolverli senza fare troppo passaggi. I dati dell’ordinanza 61Ormai i cantieri finanziati con i fondi dell’Ordinanza 61 sono in dirittura di arrivo. Sono stati attivati 1350 cantieri (sui 1361 previsti, per 1357 dei quali è già stata disposta la concessione contributiva), 933 sono quelli conclusi. Un dato questo che però non deve far allarmare, in quanto nella maggioranza dei casi i lavori sono stati ultimati e manca solo la chiusura delle pratiche amministrative che servono per ottenere il saldo dell’ultima parte del finanziamento. Piano per dare un tetto ai “casi sociali”Era questa una vera e propria emergenza. I 97 nuclei familiari (52 casi connessi al terremoto senza possibilità di rientro nella propria abitazione, ed i restanti senza ordinanza di sgombero) condannati allo “sfratto” dai container, non andranno in mezzo ad una strada. Il Comune ha varato un piano che darà un tetto o cercherà di agevolare questo passaggio obbligato. Un’operazione che costerà intorno ai 500 milioni di lire. Tredici famiglie troveranno una sistemazione con l’assegnazione di una casa popolare, a 18 famiglie saranno reperiti alloggi e pagato il canone per due anni. 12 famiglie avranno un contratto di affitto stipulato dal comune con contributo a carico del fondo nazionale per due anni. A 7 famiglie sarà reperito un alloggio e pagata una parte del canone. 38 casi avranno un orientamento informativo, con eventuale reperimento dell’alloggio con mediazione per il contratto di affitto, per 9 famiglie verrà attivato solo l’orientamento informativo. Percorsi di rientro per questi nuclei che si erano resi necessari appena il dipartimento della protezione civile aveva ribadito che l’assegnazione dei moduli era riservata a chi esibiva ordinanza di sgombero. Annifo: terremotati ancora al paloDieci famiglie ancora nei container. Stanno aspettando la casetta di legno che doveva arrivare a novembre, invece sono ancora al palo. E per loro l’inverno, con questa impennata di freddo, è duro da passare ancora nei container. Un ritardo della ditta ha fatto slittare i tempi. Rassegnazione? Rabbia? Le dieci famiglie non sanno più con chi prendersela con continui ritardi e promesse non mantenute. Fuori dai container entro il 2000Con le 37 casette consegnate a Belfiore (2 miliardi e mezzo di lavori) sono saliti a 433 gli alloggi consegnati alle famiglie terremotate e a 655 i moduli alternativi che si sono liberati. Il progetto prevede, a completamento, un’ulteriore assegnazione di 48 casette di legno, 29 prefabbricati in calcestruzzo e cemento e 46 appartamenti di edilizia residenziale pubblica. La prossima consegna è prevista per sabato 10 marzo.

AUTORE: Francesca Petruccioli