L’immigrazione è una opportunità per l’Italia e a maggior ragione per l’Umbria, un paese e una regione in decadenza sotto l’aspetto demografico. Se nel 1964 in Italia nascevano un milione di bambini oggi ne nascono la metà così che tra dieci, venti anni non ci saranno abbastanza giovani per sostituire i lavoratori che andranno in pensione. Gli immigrati, già oggi, contribuiscono a mantenere costante la popolazione della nostra regione, ma l”opportunità’ che rappresentano per il nostro paese non è solo un numero. Mons. Vittorio Nozza di Caritas Italiana, mons. Guerino Di Tora della Caritas diocesana di Roma, mons. Luigi Petris della Fondazione Migrantes, nell’introduzione al ‘Dossier statistico sull’immigrazione’ edito da Caritas e Migrantes, parlano di ‘piacere di avere figli’, di ‘ruolo della donna’ e di ‘politiche sociali in un nuovo contesto’, e dunque di ‘opportunità’ che passa da un incontro di culture che può rinnovare la nostra ‘vecchia’ Europa. ‘Immigrazione è globalizzazione’: lo slogan di questa edizione del Dossier non è scelto a caso ed esprime allo stesso tempo un dato di fatto, il ‘cosa’ sta accadendo, e una volontà, il fare di questo fenomeno un evento di crescita per tutti. Lo stesso Dossier ne rappresenta un pezzo importante poichè è nato per essere ‘un sussidio per favorire la conoscenza del fenomeno migratorio’ senza la quale crescono paure e conflitti e la stessa politica non può fare scelte efficaci per gestire la situazione. Il Dossier presenta, commentandoli, dati nazionali (nella colonna a destra ne riportiamo alcuni) e regionali. Per l’Umbria la ‘lettura’ è affidata a Stella Cerasa, responsabile del Centro d’ascolto della Caritas di Perugia – Città della Pieve. Dietro quei numeri ci sono i nomi, i volti, le storie che le si presentano ogni giorno nella sede di piazza Michelotti come nelle sedi dei Centri d’ascolto delle Caritas diocesane dell’Umbria. La vita vera emerge nel commento ai dati sul lavoro degli immigrati. Un esempio. ‘L’84% delle richieste presso i Centri Caritas riguarda il lavoro in famiglia per la cura della persona, i lavori domestici e solo in bassa percentuale l’attività di baby-sitter’, scrive Cerasa, sottolineando come emerga il ‘binomio anziani – immigrati’. Nulla di nuovo, si dirà, ma quello che non tutti sanno è che un numero crescente di queste ‘badanti’ ad un certo punto entra in cura dei servizi psichiatrici perchè ‘lasciate sole ad occuparsi, 24 ore su 24, di anziani spesso molto malati, senza nessun’altra persona cui poter fare riferimento’. Per questo, in collaborazione con la Cisl, la Caritas sta proponendo all’ente pubblico di ‘provvedere ad una integrazione economica oppure un consistente monte ore di assistenza domiciliare da unire all’attività di un unico lavoratore’ per un ‘sistema integrato che andrebbe a favorire la qualità di un rapporto di lavoro così particolare e tutelerebbe entrambi i soggetti’. Sono persone conosciute da Stella anche il cittadino del Marocco caduto dall’impalcatura e non soccorso perchè creduto morto e quello della Romania lasciato in fin di vita dentro un furgone di un sacerdote, non in seguito ad una rissa come in si pensava primo tempo ma anch’egli caduto in un cantiere e lì portato per depistare l’inchiesta. Lavoro non regolare in cui l’immigrato rischia la vita più che un italiano, è anche il frutto di regole e di ‘quote’ che vanno riviste, scrivono nel Dossier, e di questo deve farsi carico il Governo. Un’ultima nota Cerasa la dedica alle 109 nazionalità dei 7.628 alunni stranieri iscritti nelle scuole umbre, quasi la metà del totale del centro Italia. ‘Per più di dieci anni si è pensato ai singoli da accogliere’, poi, sono iniziati i ricongiungimenti familiari e ‘le scuole si sono dovute organizzare velocemente per far fronte all’inserimento scolastico dei minori stranieri’. In molti paesi umbri si è evitata la chiusura delle scuole grazie all’iscrizione dei piccoli immigrati. Anche questo un aiuto e una opportunità per la nostra terra.
Immigrazione è globalizzazione
Nel rapporto Caritas sull'immigrazione i numeri parlano di vite umane approdate nella nostra terra in cerca di lavoro, salute, futuro per i propri figli. La loro presenza, dicono i curatori del Doss
AUTORE:
Maria Rita Valli