Intanto il lago di Corbara attende che qualcuno lo degni di attenzioni

Saltato incontro tra Enel e Elettrogen per "decidere" a chi spetta pagare la manutenzione

E’ risaputo, perché la sua storia è ancora recente, che il lago di Corbara non è un figlio naturale, è uscito da un parto assai laborioso e di questa sua difficile nascita è destinato a portare nel tempo il peso e l’onta. La sua salute è legata ai capricci di un fiume, che con le sue magre e le sue piene la condiziona in tutto e la rende malferma. Non è che manchi di un contorno delizioso di colline e di boschi e anche di prati, gli uni e gli altri dovutamente smaltati, in cima ai quali spunta dall’alto un accenno di paese in continua ricerca di un’immagine riflessa nelle sottostanti acque, tale da sembrare una creazione da presepio, ma le sue rive non sono per nulla ridenti ed accoglienti. Neppure d’estate ti attirano, perché non ci sono arenili che ti permettano di distenderti comodamente al sole e facili strade di accesso e le acque anche hanno brutta fama di essere infide e insidiose con un passato di vittime che scoraggia: perennemente uggiose senza una pausa di un autentico azzurro. Il Tevere vi scarica detriti e legnami e rifiuti d’ogni genere, raccolti un po’ dovunque, scendendo dalla natia Toscana per mezza Umbria, quando finalmente fuori delle orride strette del Forello esce furente per dilagare dove vuole, bloccato dall’inesorabile diga che gli spezza le reni. Lo chiamano lago, ma è piuttosto un bacino idroelettrico che costituisce un attentato continuo alla sua poesia ed alla sua possibilità pittorica. In compenso, pescatori di tutte le razze e paesi vi hanno trovato spesso il loro paradiso, specie a primavera, quando anche il pesce ha la fregola e mangia. Ora l’afflusso è calato di molto o almeno non è più tanto evidente come una volta quando tutto assumeva l’aria di una festa. A indagare bene nei pressi, puoi trovare anche qualcosa per lo spirito: un piccolo santuario francescano, detto Convento dei Pantanelli la cui autenticità è stata rivendicata da un illustre storico dell’Ordine, il compianto p. Livario Oliger o.f.m. , dove Francesco c’è stato davvero e ci si è fermato per riposarsi, nel fondo di una grotta, sotto il palazzo dell’amico Conte di Baschi, durante le sue incessanti peregrinazioni. Lo si scorge appena dalla parte del lago, perché mezzo affogato tra un forteto di sempreverdi, agevole però a raggiungersi anche con macchina. A nostro modesto avviso meriterebbe di essere maggiormente valorizzato e fatto conoscere. Insomma, a tirar le somme, di questo lago ci potrebbero essere ottime premesse per farne un’attrazione di buon turismo. Basterebbe un po’ di volontà… politica e di impegno, da parte di tutti. In questi giorni se ne è parlato abbondantemente, per via di certe controversie circa la manutenzione e la cura del medesimo, sorte tra chi ne vanta il possesso e ne detiene l’uso ancora per poco, l’Enel, e la Provincia di Terni e i Comuni rivieraschi di Orvieto e Baschi. L’incontro previsto per l’8 febbraio, è letteralmente saltato. E’ proprio in vista del preannunciato passaggio della gestione dall’ente nazionale energia elettrica alla Elettrogen che si sarebbe dovuta discutere la relativa convenzione, per cui, a tuttora, i problemi pendenti rimangono tutti insoluti. Non se n’è fatto niente, perché è venuto a mancare l’accordo: i Comuni pretendevano, per la manutenzione delle sponde, il versamento di 350 milioni da parte dell’Enel a fronte degli attuali 60 milioni e l’Enel ,in vista del ventilato passaggio , ha creduto opportuno far orecchi da mercante e non accedere alla richiesta e, magari, far passare all’acquirente la patata che scotta. Con il risultato che le sponde e le rive del lago, per il momento, rimarranno incolte e sporche. Così non si farà nulla che possa anche assicurare il monitoraggio delle zone litorali abitate contro la continua erosione delle acque e che possa frenarne il fenomeno. Si aggiunga a tutto ciò la crisi rilevata scientificamente per il settore ittico, dove le possibilità di pesca si sono sensibilmente ridotte, rispetto agli anni passati, per la morte avvenuta di migliaia di carassi e per l’incuria dell’uomo e si avrà il quadro completo del totale disastro del lago. E le stelle, intanto, stanno, come al solito, a guardare!

AUTORE: M.P.