La “Festa dei Ceri” eco antica di un pellegrinaggio

Il vescovo Mario Ceccobelli al Monastero di San Girolamo ricorda il senso profondo dell'evento in omaggio alla memoria del Patrono Ubaldo
Mons. Ceccobelli insieme ai Capitani, ai capodieci e al Presidente dell’Università dei Muratori Mariani
Mons. Ceccobelli insieme ai Capitani, ai capodieci e al Presidente dell’Università dei Muratori Mariani

Nel rispetto di una tradizione plurisecolare, ritorna la “Festa dei Ceri”, manifestazione affascinante che il 15 maggio di ogni anno, con un cerimoniale e riti singolari e coinvolgenti nell’arco di un’intera giornata, vede un popolo intero mobilitarsi per rinnovare un atto di omaggio e di devozione al Patrono S. Ubaldo.

Su questo aspetto ha posto l’accento il vescovo Mario Ceccobelli in occasione del pellegrinaggio mariano al monastero Monastero di San Girolamo, presenti anche i protagonisti del celebre evento della metà di maggio. “Come ogni anno – ha detto nell’omelia il Presule, 59° successore del Patrono – il Beato Ubaldo ci chiama a condividere questo momento, nel ricordo di quanto fatto durante la sua vita terrena. L’augurio è che si possa vivere un 15 maggio all’insegna del rispetto, della condivisione e dell’omaggio più puro nei confronti del nostro Santo Patrono. A voi tutti in special modo è affidato il compito di guidare i ceraioli in questo atto di devozione che deve essere comunitario, e non legato a singoli protagonismi ed eccessi”.

La “Festa” ripropone ancora oggi, aggiornato nei ritmi e nella forma, quel pellegrinaggio che il 15 maggio 1160 vide gli eugubini salire con i “ceri” in mano, verso la Cattedrale di allora per pregare ed essere vicino al Vescovo morente. Ubaldo ha guidato la chiesa eugubina, e non solo, dal 1129 al 1160 segnando e modellando la vita spirituale e sociale, testimoniando solidarietà verso i diseredati, predicando fratellanza e perdono, ricostruendo la città dopo uno spaventoso incendio, difendendola dall’assedio di undici città confederate e dalle mira del Barbarossa.

Da secoli, a metà maggio, Gubbio, attraverso le confederazioni di arti e mestieri, per e con i “ceri”, rinnova un gesto di amore, devozione, gratitudine e affetto, da vivere nella pienezza del suo significato. Tutto è pronto: Pier Angelo Radicchi e Francesco Ranghiasci hanno preso confidenza con i ruoli di Primo e Secondo Capitano, Andrea Marcheggiani, Andrea Fronduti, Daniele Battistelli con quelli di capodieci di S.Ubaldo, S. Giorgio e S.Antonio. Tirate a lucido le divise dei “ceraioli”: pantaloni bianchi, fascia e fazzoletto rosso (intorno ai fianchi ed al collo), camicia gialla (S.Ubaldo), azzurra (S.Giorgio), nera (S.Antonio). Si incomincia alle prime luci dell’alba, si va avanti fino a sera con i momenti centrali nella “alzata” (Piazza Grande ore 11) e nella corsa finale (ore 18). Una giornata da vivere tutta d’un fiato.

AUTORE: G.B.