‘La santa delle due città’: presentata la monumentale opera in due volumi dedicata alla Beata Colomba

È molto più di una agiografia ciò che contiene la monumentale opera raccolta in due volumi di complessive 1364 pagine dal titolo: La santa delle due città. Colomba tra Rieti e Perugia nel contesto europeo a cura di Giovanna Casagrande, Maria Luisa Cianini Pierotti, Amilcare Conti e Pierantonio Piatti, edita dalla Libreria Editrice Vaticana.

Presentata a Perugia, il 12 ottobre, in una gremita Sala dei Notari del Palazzo dei Priori, quest’opera, definita monumentale per mole, contenuto e apparato iconografico dal presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, padre Bernard Ardura, è, come ha evidenziato lo stesso religioso intervenendo alla presentazione, un imprescindibile riferimento per gli studi sulla Beata Colomba che consentono ora di avere un quadro organico, articolato e ben preciso sulla sua persona, la sua vicenda spirituale, il suo contesto e la diffusione del suo culto e del suo messaggio.

Il Culto e il messaggio sempre attuale della Beata Colomba

Come ha sottolineato lo storico Mario Tosti dell’Università degli Studi di Perugia nell’introdurre e coordinare la presentazione. Il docente si è richiamato a Papa Francesco, sostenitore di una ripresa della pietà popolare a livello planetario, ma, ha precisato, purificandola da tutti gli elementi impropri che nel corso della storia ha assorbito, collocando santi, culti, devozioni in prospettiva storica. Ed è quello, secondo Tosti, che hanno fatto i curatori dei due volumi dedicati alla Beata Colomba.

“Come alla sua epoca -ha ricordato- caratterizzata da pestilenze e guerre, così nella nostra, la sua santità è di sostegno e insegnamento”.

Come tutte le pubblicazioni, anche questa ha la finalità di fare preziosa memoria di ciò che contiene

“La vita della Beata Colomba -ha sottolineato padre Ardura- e di seguirne l’esempio di contemplazione e di carità nei riguardi delle sorelle e dei fratelli più fragili e bisognosi di attenzione e di cure, come ben significato dall’istituzione della Casa dei Poveri in corso Bersaglieri di Perugia, realizzata dall’Associazione culturale Beata Colomba, grazie alla tenace volontà del presidente dottor Amilcare Conti”.

I proventi della distribuzione di quest’opera saranno devoluti alle attività della Casa della carità fraterna, citata dal presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, dove ha sede la stessa associazione Beata Colomba.

“La pubblicazione -ha commentato padre Ardura- rappresenta un rinnovato studio della figura, dell’operato e del culto della seconda Caterina da Siena, la vostra amata protettrice suor Colomba, riformatrice della vita collegiale femminile domenicana, sulle orme della grande Senese. Inoltre -ha evidenziato il religioso- vigilare affinché il messaggio della Beata Colomba continui a concretizzarsi in opere di carità (intellettuale, spirituale, materiale, sociale. L’Associazione, i fedeli dell’Arcidiocesi e la cittadinanza tutta hanno in mano un grande tesoro: a loro tutti la responsabilità non solo di preservarlo, ma di farlo fruttificare nell’amore”.

La presentazione è stata promossa dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e dall’Associazione Beata Colomba con il patrocinio morale della Diocesi di Rieti, del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, della Provincia Romana dell’Ordine dei Predicatori di Santa Caterina da Siene e della Libreria Editrice Vaticana.

Gli ospiti intervenuti alla presentazione

Sono intervenuti, nel portare il loro saluto, il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha evidenziato come la santità non può essere mai separata dalla storia, l’arcivescovo Ivan Maffeis, che ha parlato di un’opera che ci permette non solo di recuperare il passato, ma guardare al nostro tempo e portarlo avanti con fiducia, e il padre domenicano Antonio Cocolicchio, priore della Provincia Romana dell’Ordine dei Frati Predicatori.

Sono stati invitati a relazionare la professoressa Carla Frova, dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, e il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente dell’Associazione Beata Colomba Amilcare Conti.

Il cardinale Semeraro, nel riguardare le vicende storiche legate alla causa di beatificazione di Colomba, auspicando una prossima di canonizzazione, si è soffermato su due articoli contenuti nell’opera dedicati a questo tema, portando a conoscenza alcuni documenti inediti custoditi nell’Archivio del Dicastero, non aperto al pubblico, ritenuti dallo stesso porporato molto interessanti, in cui si coglie l’accostamento della beata Colomba a Santa Caterina da Siena, datati febbraio 1627. Uno di questi, in copia, l’ha portato a Perugia per metterlo a disposizione degli studiosi della beata. Avviandosi alla conclusione, il cardinale ha avvicinato la figura della beata Colomba al nostro contesto.

“In questo tempo -ha sottolineato- in cui le nostre comunità stanno uscendo a fatica dal difficile periodo della pandemia, in presenza di un individualismo che per diverso tempo ci è sembrato l’unica possibilità di sopravvivere, la beata Colomba ci fa sentire l’urgenza di vivere e di riprendere relazioni giuste, vere, oneste, di impegnarci con la coesione sociale e il bene comune, di costruire o ricostruire luoghi abitabili, città al servizio dell’uomo”.

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