La speranza del Papa di cancellare lo scandalo di un cristianesimo europeo ancora diviso

L’esortazione apostolica ‘Ecclesia in Europa’ esce in un momento importante e delicato in cui il vecchio continente sta cercando, in modo incerto e confuso, la definizione della propria identità e si sta aprendo a nuovi partner. Ma non è un documento occasionale, risultando l’elaborazione del sinodo dei vescovi di quattro anni fa e comprendendo un insegnamento cristiano ampio e complesso su: ‘Gesù Cristo vivente nella sua Chiesa sorgente di speranza per l’Europa’. La speranza cristiana costituisce il motivo di fondo e l’anima del testo firmato dal Papa, il quale non si sottrae all’esigenza di mettere il dito sulla piaga della divisione dei cristiani europei. Una piaga che risulta ancor più dolorosa nel momento in cui è prevalente il dinamismo unitario dei Paesi europei del Nord e del Sud, dell’Est e dell’Ovest. Citando se stesso, Giovanni Paolo II afferma esplicitamente: ‘Nell’Europa in cammino verso l’unità politica possiamo forse ammettere che sia proprio la Chiesa di Cristo un fattore di disunione e di discordia? Non sarebbe questo uno degli scandali più grandi del nostro tempo?’ (119). Pur nella sua gravità l’espressione è persino eufemistica, almeno per il passato, in quanto le Chiese sono state, purtroppo, fonte di divisione e di discordia e tuttora non sono riuscite a trovare una posizione comune neppure sulla definizione dell’identità cristiana della civiltà europea. L’impegno ecumenico di dialogo, riconciliazione e collaborazione tra le Chiese e le comunità cristiane, richiamato con vigore dall’esortazione apostolica in vari passaggi, da questa contestualizzazione riceve un carattere di novità e d’urgenza. La questione, infatti, si sposta dalla ricerca di un’identità culturale e religiosa del continente alla questione dell’identità delle confessioni cristiane, alla riflessione sulla loro qualità ecclesiale ed evangelica, all’esame di coscienza di pastori e fedeli sulla loro vocazione e missione in Europa e nel mondo. Cristo riconcilia e guarisce le ferite del peccato, Egli ha fatto di due un solo popolo ed ha costituito la Chiesa una ed unica, nella ricchezza e varietà di doni e di servizi, come strumento e segno di comunione con Dio e tra fratelli. La situazione in cui oggi il Continente europeo si trova, segnato da gravi incertezze a livello culturale, antropologico, etico e spirituale spinge tutti a percorrere le strade che lo Spirito ha aperto verso la conversione e la riconciliazione, senza stancarsi e senza tornare indietro nonostante le difficoltà da affrontare con fiducia e con sobrio realismo. Il cammino ecumenico che ha segnato già grandi progressi è ‘uno dei grandi doni dello Spirito santo per un Continente, come quello europeo che ha dato origine alle gravi divisioni tra i cristiani nel secondo millennio e che soffre ancora molto per le conseguenze di esse’ (17). Giovanni Paolo II conclude l’esortazione con un appello accorato all’Europa nella sua totalità e pertanto a tutti gli europei a non avere paura del Vangelo, a riscoprire e ravvivare le proprie radici cristiane non solo per comprendere il proprio passato, ma per costruire un avvenire da trasmettere alle generazioni future e tracciare vie nuove che facciano dell’Europa una ‘casa comune’ dove c’è gioia di vivere’ (120-121).

AUTORE: Elio Bromuri