L’ecumenismo riparte con nuovo slancio e molte idee

Convegno nazionale a Roma dei delegati diocesani per l/ecumenismo

Si è svolto a Roma il convegno nazionale dei delegati diocesani per l’ecumenismo, sul tema “La ripresa del dialogo ecumenico in Italia dopo il Giubileo ed in seguito alla Novo Millennio Ineunte e alla Charta Ecumenica”. Più di duecento i partecipanti per tre giorni (dal 5 al 7 novembre) segnati da un intenso programma fatto di relazioni, gruppi di studio e preghiera comune secondo la tradizione cattolica ed ortodossa (i vespri presieduti dal Vescovo di Piana degli Albanesi).

Ricca la rappresentanza umbra anche tra i relatori: mons. Giuseppe Chiaretti, presidente della Commissione episcopale, mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, mons. Elio Bromuri, delegato della diocesi di Perugia.

Sono intervenuti, tra gli altri, il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Gennadios Zervos, Metropolita ortodosso d’Italia. Il Convegno si è concluso con grande soddisfazione da parte degli organizzatori e dei partecipanti, perché ha visto la presenza di più di duecento delegati provenienti dalle diocesi italiane, molti dei quali nuovi e laici.

L’ecumenismo sembra aver raggiunto un livello di maturità e una diffusione di interesse che non aveva prima del Giubileo. L’Anno santo infatti sembra aver costituito una cesura, tanto che alcune chiese e comunità cristiane avevano proposto e realizzato un digiuno ecumenico ed avevano avanzato difficoltà. E tuttavia, come ha ricordato il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unione dei cristiani, anche durante il Giubileo vi sono stati passi in avanti costituiti da gesti significativi, come l’apertura della Porta santa di S.Paolo per la prima volta con la presenza attiva di rappresentanti di Chiese cristiane non cattoliche, incontri con patriarchi, richiesta di perdono e di riconciliazione.

Il Cardinale in una dettagliata relazione ha elencato e illustrato la situazione del cammino verso la piena unità dei cristiani ed ha indicato le “prospettive fondamentali per il futuro, un cammino ancora lungo, ma pieno di speranza”. Tra i fatti significativi per l’ecumenismo compiuti durante il Giubileo mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei ha descritto tutto il lavoro di diffusione della Bibbia in stretta collaborazione con la Società biblica in Italia e con il risultato, per dire solo un fatto, della consegna di un milione di copie del Vangelo di Marco in traduzione interconfessionale ai giovani radunati per la loro Giornata mondiale a Tor Vergata.

Il tema centrale del Convegno è stato la Charta ecumenica firmata dalle Chiese europee nell’aprile scorso, un testo che è offerto a tutti i cristiani del continente come un vademecum, o una bussola per orientarsi sul modo di favorire l’incontro, la comprensione e la riconciliazione e l’unità tra i battezzati. La Charta è stata presentata dal metropolita Ortodosso d’Italia Gennadios Zervos, dal presidente della federazione della Chiese evangeliche in Italia Gianni Long, dal vescovo segretario del Convegno Vincenzo Savio e dalla giovane, che è stata presente a Strasburgo in occasione della firma, Evelina Martelli.

I relatori hanno posto l’accento sulla necessità di una recezione del documento da parte delle Chiese per poterne fare uno strumento di crescita spirituale ed ecumenica delle comunità cristiane. Molte altre relazioni interessanti e profonde, come quella di mons. Lorenzo Chiarinelli sul Ministero di Pietro come servizio d’amore e quello sui matrimoni misti di don Mario Polastro.

Ma la parte più interessante ed innovativa è stata l’ampia carrellata delle esperienze locali che sono state solo una parte di quelle che avvengono realmente.Da Milano con il “forum” delle chiese cristiane, a Fano con i gemellaggi tra comunità parrocchiali cattoliche e non cattoliche, con la proposta che ogni parrocchia cattolica faccia un gemellaggio con una non cattolica, agli esercizi spirituali ecumenici dell’abbazia di Maguzzano, ai corsi di cultura a Torino, al centro ecumenico di Perugia, al centro di documentazione di Livorno e altri.

Introducendo la rassegna di queste varie esperienze ecumeniche mons. Paglia vescovo di Terni ha commentato in chiave ecumenica l’invito del Papa di prendere il largo, superando la situazione di stasi che spesso caratterizza le nostre diocesi, simili a navi incagliate nel porto. Particolare e necessario riferimento durante il convegno è stato fatto all’Islam per indicare il corretto atteggiamento da prendere nei confronti della dottrina della prassi e delle interpretazioni che, dopo l’11 settembre, si danno del mondo islamico complessivamente preso.

Non possiamo dire tutto in queste poche righe. Gli atti del convegno saranno raccolti nella Lettera di collegamento che si può richiedere alla Cei. Una parola di conclusione operativa è stata quella di investire nell’ educazione dei giovani e nella formazione dei fedeli perché l’ecumenismo è una dimensione dello spirito ed ha le sue radici nella preghiera al Padre: fa che siano una cosa sola (ut unum sint).

AUTORE: E.B.