Leonardo Cenci, l’uomo che ha trasformato la sofferenza in un’occasione

La cattedrale di Perugia era piena per dare l’ultimo saluto a Leonardo Cenci, maratoneta perugino di 46 anni, malato di tumore da sei anni e fondatore dell’associazione “Avanti tutta onlus”. A presiedere i funerali che si sono svolti giovedì 31 gennaio, il vescovo delegato ad omnia mons. Paolo Giulietti e don Saulo Scarabattoli, insieme ad altri sacerdoti della diocesi. Ad animare la celebrazione c’era il coro scout di Perugia.

Tanta la gente comune presente, insieme alle autorità a partire dal sindaco Andrea Romizi, dalla presidente regionale Catiuscia Marini, ai vari politici, medici, sportivi e componenti dell’associazione “Avanti tutta onlus”.

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Le esequie di Cenci nella cattedrale San Lorenzo

Le parole del fratello

Il fratello Federico ha rivolto parole di ringraziamento a Dio “per avergli dato un fratello come Leo” e a “tutti i fratelli e le sorelle della comunità cristiana per avere reso unica e preziosa la nostra storia familiare”.

L’omelia di mons. Giulietti

Mons. Paolo Giulietti dopo aver portato i saluti del card. Gualtiero Bassetti, ha sottolineato come “non siamo qui solamente a vivere la tristezza per un giovane che ha perso la battaglia contro la malattia, uno sportivo che ha terminato la corsa, ma siamo qui a riconoscere che in questa vicenda c’è un messaggio la cui significatività è nella Parola di Dio che abbiamo ascoltato”.

Ha poi ricordato le parole di papa Francesco dette ai giovani della Gmg di Panama sulla “possibilità che viene data ai credenti di abbracciare la vita non per quella che dovrebbe essere ma per quello che è. Non per quello che idealmente pensiamo che dovrebbe essere, ma per quella che realmente si manifesta e si realizza nella nostra quotidianità”. Leonardo l’ha capito bene “perché la sua malattia non solo l’ha abbracciata – ha proseguito mons. Giulietti – per renderla un’occasione particolare per dire qualcosa di importante sulla vita e sul suo significato, ma ha trasformato questa sofferenza nell’occasione di fare qualcosa di estremamente significativo e di estremamente valido”.

Il ricordo del Sindaco

Commosse le parole del sindaco Romizi al termine della celebrazione che ha ricordato soprattutto l’amico. “Leo sentiva forte il senso di appartenenza a questa comunità. Nonostante quella linguaccia irriverente, aveva un’alta considerazione del significato delle istituzioni, era iscritto all’Albo d’oro della città, è diventato cavaliere della Repubblica. Ma la piu bella onorificenza è la nostra presenza e sono certo che gli stia arrivando”.

Il ricordo della presidente della Regione

“Non gli ho mai sentito dire ‘io sono malato’ – ha ricordato la presidente Marini – non parlava mai della sua malattia, ma parlava solo della vita. Ma soprattutto era un grande testimonial di solidarietà”.

M. A.