L’Europa parla italiano

Con il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea sulle spalle del Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi, dal 2 luglio l’Europa parla doppiamente italiano, perché si va ad aggiungere alla presidenza dell’on. Romano Prodi, che presiede la Commissione europea. Due italiani al vertice del Continente europeo che in qualche modo, possiamo dire, rappresentino l’Italia intera per le loro caratteristiche personali e per l’orientamento politico, cultura e stile di vita, situazione economica. in Italia ci sono quelli che stimano di più l’uno o l’altro, come è giusto e inevitabile. Non saremo noi a fare qui scelte e preferenze. Possiamo dire che in un primo momento Prodi ha dovuto in qualche modo gettare acqua sul fuoco delle polemiche provocate da quanto affermato in replica da Berlusconi, il quale, indebitamente provocato dal capogruppo dei socialdemocratici tedeschi e da altri, ha perso le staffe e ha pronunciato parole che, come inizio di lavoro, poteva soppesare meglio. Lui intendeva fare dell’ironia, ma è sembrata a tutti, anche ai suoi alleati, piuttosto pesante. Avrebbe dovuto sapere, tra l’altro, lui che vanta di essere uomo di cultura europea, che i tedeschi non sono molto predisposti all’ironia, ammesso che potesse far sorridere un riferimento ai campi di sterminio nazista. Ma a parte questo incidente, che ogni italiano di buon senso spera che sia presto dimenticato, c’è da sperare che l’Europa parli un buon italiano, il meglio dell’italiano, non dico l’italiano di Dante, o di Leopardi, ma almeno un italiano che possa avere qualcosa di quei grandi che fecero onore all’Italia. Dico questo per tutti i rappresentanti dell’Italia al parlamento e nelle istituzioni europee. Un po’ di dignità e di sano orgoglio nazionale che non sia legato solo al calcio non ci starebbe male. Non siamo il Paese di Pulcinella, né vorremmo essere considerati come il Paese della litigiosità permanente e della chiacchiera. Quando Berlusconi ha terminato il discorso al parlamento europeo ho visto che Prodi ha applaudito. Non si spellava le mani, a dire il vero, ma non si è comportato da avversario politico. E così, a parte la chiamata in causa che ha fatto Berlusconi di Prodi per una faccenda di tangenti, ha anche dichiarato che avrebbe lavorato insieme in spirito di collaborazione in Europa, tenendo fuori le questioni interne. Insomma, due personaggi politici italiani, che certamente non si amano, ma che, con un pizzico di buona volontà e per necessità contingente si trovano a operare in stretta connessione e sono pertanto nella doverosa necessità di superare i contrasti tenendosi entro i limiti della correttezza dei rapporti per il bene dell’Europa e per il prestigio dell’Italia. C’è da rammaricarsi per Berlusconi. Al suo debutto aveva dato buona prova di sé con un bel discorso nel quale ha poeticamente evocato lo spirito del trattato di Roma che aveva sospinto all’inizio l’Europa verso l’unione come fosse un leggero aquilone e poi è finito con kapò, provocando persino un caso diplomatico e dovendo chiedere scusa al popolo tedesco che certamente non aveva alcuna intenzione di offendere. Peccato proprio. Speriamo che lo stile cambi e l’immagine dell’Italia non risulti offuscato.

AUTORE: Elio Bromuri