L’immigrazione è giovane

In Umbria come nel resto d'Italia aumentano gli immigrati cristiani

Le otto Caritas diocesane dell’Umbria con il loro continuativo contatto con gli immigrati nello svolgimento dei loro servizi di accoglienza, assistenza e di consulenza hanno la possibilità di conoscere il fenomeno nella sua complessità e nel suo evolversi.

Esperienza che si ritrova nel ‘Dossier statistico sull’Immigrazione 2004’, nel capitolo sulla nostra regione curato da Stella Cerasa del Centro d’ascolto Caritas di Perugia (alle pagine 418-422).

A partire dai dati forniti dal Ministero dell’Interno il fenomeno viene commentato sottolineandone alcuni caratteri di novità. 48.485 è il numero degli stranieri registrati regolarmente nel 2003, che salgono a 52.463 se si contano i minori.

La comunità più numerosa è quella albanese (6474 a Perugia e 1.613 a Terni) Viene subito dopo la comunità dei marocchini (4.525) e poi quella dei rumeni (3.366 a Perugia e 1.599 a Terni).

Un interesse particolare è quello degli immigrati dall’Ucraina che a Perugia sono 1.885, mentre nel 2002 erano solo 279 e a Terni sono 1.074 mentre nel 2002 erano solo 100. Una simile crescita anche degli immigrati della Macedonia (1.676 a Perugia e 434 a Terni) e dell’Ecuador con 1.644 a Perugia, più che quadruplicata dal 2002, ed ha un proprio Consolato in città.

Notazioni importanti riguardano il mercato occupazionale.

I titolari di permesso di soggiorno per lavoro subordinato al 31 dicembre 2003 sono stati 20.989 a Perugia (erano 12.565) e 4.937 a Terni (raddoppiati). Un aumento anche di lavoratori autonomi che sono passati da 1.105 nel 2002 a 1.246 nel 2003 a Perugia e da 171 a 249 a Terni.

L’uscita di molti immigrati dalla clandestinità, fanno notare i centri di ascolto delle Caritas, non ha eliminato il serbatoio della clandestinità, costituito da altri sopravvenuti nei settori della cura della persona, nell’edilizia e agricoltura.

I soggiornanti per motivi familiari sono 8.560 a Perugia 2.568 a Terni.

Non si hanno dati precisi dei minori che figurano nel passaporto dei genitori e si stimano in numero di 7.232 a Perugia e 1.566 a Terni. L’inserimento scolastico dei minori stranieri è vissuto in maniera ambivalente: come problema, per le difficoltà di svolgere il programma scolastico, ma anche come risorsa per il completamento delle classi e la novità rappresentata da questa presenza insolita.

Tutto il rapporto è basato, evidentemente, sui numeri.

Ad essi vanno aggiunti i risvolti umani e sociali che rappresentano una sfida per la nostra società che ancora non ha trovato modelli di convivenza e di integrazione per la molteplicità delle culture, delle religioni e degli stili di vita.

Una società, la nostra, che dovrà prendere atto che non si tratta di un fenomeno transitorio, quanto di una realtà strutturale con la quale fare i conti.