L’Irres presenta l’indagine promossa dall’Osservatorio sulle povertà in Umbria

Nuovi poveri in Umbria dopo il terremoto? Il rischio c'è

A tre anni dal terremoto è ancora difficile fare un bilancio degli effetti sociali che ha provocato. Ci prova una ricerca dell’Irres, l’Istituto regionale di ricerche economico e sociali, in cui si cerca di indagare se e come il terremoto ha modificato le situazioni di povertà presenti nelle zone colpite dal sisma.Indagine difficile alla quale i ricercatori dell’Irres non hanno, per ora, voluto rispondere con dei numeri. Hanno scelto di procedere con una ‘indagine qualitativa’ condotta attraverso interviste a ‘testimoni privilegiati’. Una tecnica che consente di raccogliere gli aspetti più umani di ciò che è oggetto di studio, in questo caso la povertà. Così, non ci saranno numeri da sparare in prima pagina, e neppure si potrà dire che nelle zone terremotate i poveri sono più di prima del 26 settembre ’97.Per il momento, avvertono Riccardo Cruzzolin e Teresa Perrucci nell’introduzione, ‘si può solo parlare di rischi, più che di situazioni acquisite, tentando di stilare un elenco delle categorie e dei gruppi a più forte rischio di esclusione sociale’.Il che non è poco, perché è come dire, agli amministratori ed alla società civile, di stare vigili, di non allentare l’attenzione e la cura di chi potrebbe ritrovarsi di fatto escluso ed isolato dalla comunità.Dalla ricerca giungono preziose indicazioni sulle ‘categorie più a rischio’ non solo tra i residenti ma anche tra gli immigrati: anziani; famiglie con lavoro precario, stagionale o saltuario; disabili fisici o psichici; donne con gravoso impegno di cura familiare; minori ‘a rischio’ alloggiati in container; persone in abitazioni fatiscenti prima del terremoto ed ora inagibili. La perdita della casa, e per molti anche del centro urbano (piccolo o grande che fosse) è rilevata come causa principale del profondo disagio vissuto dai terremotati, tale da rendere tutti più vulnerabili.Ad evitare un forte aumento della povertà e dell’indigenza della popolazione colpita dal sisma, spiegano i ricercatori, ha certamente contribuito la solidarietà, in particolare nei confronti delle fasce più deboli, giunta nella fase di emergenza e poi proseguita sia come sostegno economico sia come sostegno personale da parte del volontariato e dei servizi sociali.L’indagine su ‘Povertà e terremoto’ costituirà un capitolo del Secondo rapporto sulle povertà promosso dall’Osservatorio sulle povertà in Umbria. Costituito dalla Regione dell’Umbria e dalla Conferenza episcopale Umbra l’Osservatorio è gestito da un comitato paritetico in cui sono rappresentati la regione, l’Irres e la Caritas regionale.La ricerca, pronta da quattro mesi, sarà presentata il 26 settembre a Foligno, presso la Sala riunioni del Laboratorio di Scienze Sperimentali (dalle 9 alle 13.30).Dopo il saluto del sindaco di Foligno Maurizio Salari e del vescovo della diocesi folignate, mons.Arduino Bertoldo, la ricerca sarà presentata da Paolo Montesperelli, già ricercatore Irres ed ora docente presso l’Università di Salerno. Il dibattito sarà coordinato da Cecilia Cristofori, Commissaria straordianaria dell’Irres. La presidente della Giunta regionale M.Rita Lorenzetti concluderà i lavori.’Auspico – scrive mons.Sergio Goretti, presidente della Ceu, nella introduzione al volume – che questo Rapporto serva ad accelerare i tempi della ricostruzione, ‘ che ci aiuti a capire di più le sofferenze e i traumi di coloro che vivono nella precarietà e che rischiano di perdere la fiducia nel futuro’.

AUTORE: Maria Rita Valli