L’Umbria non diventi una regione di serie B

Il confronto elettorale si fa caldo su temi salienti come traffico, energia e fisco

Il taccuino elettorale dei candidati al prossimo Consiglio regionale si fa sempre più serrato. Incontri, cene, seminari, si susseguono per presentare le proprie proposte. Nelle settimane precedenti abbiamo esaminato le manovre, i giochi sempreverdi della Prima Repubblica, le candidature blindate per ‘premiare’ i più forti, che restano forti soprattutto per mancanza di concorrenza. Quest’ultimo aspetto attraversa l’intero panorama politico, nessuno può tirarsi fuori e dire: ogni territorio presenta il miglior candidato possibile. Non si può. Le carriere di tanti non possono basarsi sul ritornello della società civile che deve essere rappresentata, fuori dalla burocrazie di partiti e movimenti. Ognuno ha pensato al proprio orto, grande o piccolo che sia. Sono stati presi in considerazione anche i programmi, con particolare attenzione alla volontà di migliorare la situazione di una regione che non deve perdere colpi per non diventare un territorio di serie B.

In questa occasione vale la pena di soffermarsi sulle questioni che comunque dovrebbero essere risolte per evitare che avvenga un tracollo del livello medio di vita nel nostro territorio.

Viabilità

Perugia è strozzata dal traffico. L’accesso al capoluogo regionale diventa ogni giorno sempre più complicato per i pendolari che da nord o sud sono obbligati a percorrere i raccordi autostradali, diventati tangenziali cittadine ma senza vie di fuga. Nelle ore di punta si forma un’unica fila di macchine che parte da Bastia Umbra ‘ dove, per la realizzazione di uno svincolo, la carreggiata è diventata unica a doppio senso ‘ con numerose strozzature in corrispondenza di Collestrada, Ponte San Giovanni, e dei diversi svincoli di Perugia. La situazione precipita, se è possibile, in corrispondenza di un semplice tamponamento. La situazione di Foligno non è diversa. Anche qui l’accesso è complicato, in corrispondenza del semaforo all’ingresso sud della città. Anche qui le file di auto finiscono per essere notate sin dalla superstrada. D’altro canto Foligno, punto di snodo verso le Marche, deve risolvere, una volta per tutte, il raddoppio della strada statale 77 verso il confine marchigiano. Vanno evitati, chiaramente scempi ambientali, ma l’arteria potrebbe servire per lo sviluppo dell’intera area. Sono stati citati gli esempi di due città che, comunque incidono, sulla viabilità dell’intera regione.

Ma l’Umbria e la sua viabilità potrebbero essere interessate dalla trasformazione della E45 in autostrada. Il carico di mezzi, già forte, percorrerebbe da sud (dal confine umbro con il Lazio) a nord (San Giustino) l’intera regione con ripercussioni di rilievo per la viabilità ‘normale’ già precaria. I consiglieri regionali nella prossima legislatura dovrebbero contribuire con il loro impegno (ovviamente anche con l’apporto finanziario statale), a risolvere questa che sta diventando una vera emergenza per la vita di ogni giorno dei cittadini, per il normale spostamento tra città distanti solo pochi chilometri.

Energia

Per tante settimane si è parlato della drammatica situazione della Ast di Terni per il rischio di perdere centinaia di posti di lavoro. In questi ultimi giorni si è posto, tra le polemiche, il problema della costruzione della centrale di energia, più volte richiesta dalla multinazionale per ottenere costi più bassi. Da Narni è giunto il no alla realizzazione nel proprio territorio, il sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, ha individuato l’area nei confini comunali. Ecco, la Regione che ha competenza per il piano per l’energia, dovrebbe avere assicurazioni per togliere ogni dubbio sulla volontà dell’azienda di mantenere il sito produttivo ternano.

Tasse

In sede di redazione di bilancio, diversi Comuni hanno annunciato aumenti cospicui su alcuni servizi (come per i rifiuti). La motivazione sarebbe determinata dalla costante diminuzione dei trasferimenti statali verso gli enti locali. E, quindi, per mantenere lo stesso livello della prestazioni comunali, servono maggiori risorse. Il nuovo Consiglio regionale umbro potrebbe segnalarsi per un provvedimento che la classe politica definisce sempre di stampo demagogico: diminuire di una fetta consistente gli emolumenti dei propri rappresentanti. Non cambierebbe la situazione delle tasche del contribuente medio (sempre più al verde) ma darebbe il segno, seppur minimo, di una maggiore sensibilità ai problemi ‘della gggente’, come si dice in gergo politichese.

AUTORE: Emilio Querini