Ma che fine ha fatto la politica?

DON ANGELO fanucciScrivo mentre i parlamentari del Movimento 5 stelle, rintanati a Montecitorio, che hanno occupato con la stessa facilità con la quale avrebbero occupato un qualsiasi ristorante dei Castelli romani, stanno leggendo la Costituzione della Repubblica italiana. Alcuni addirittura prendono appunti. Lo faranno fino a mezzanotte e un minuto. Un gesto simbolico molto bello. Bello e simbolico come tanti altri gesti di queste sconcertanti e sconcertate new entries della politica. Ma la politica che fine ha fatto? Finita la ‘serqua’ degli insulti, una volta letto anche Dante al Senato, i Promessi Sposi nel cortile del Quirinale e Topolino all’aperto, ci faranno capire cosa intendono per “politica” questi simpatici uomini della strada, gente che potremmo incontrare tutte le mattine? Dopo aver protestato giustamente e a perdifiato, hanno abbozzato qualche proposta, ma perché una proposta possa definirsi politica la prima condizione è che sia fattibile: cosa che a loro sembra non interessare affatto. Da quella parte la politica latita. “È cominciata la demolizione!” annuncia senza nessuna comicità il comico genovese sul suo famosissimo blog, un formidabile mix di intuizioni valide e di stupidaggini totali. La politica latita.

Latita, la politica, anche tra le truppe cammellate di Berlusconi. Quando uno entra in politica è inevitabile che un po’ di interesse personale se lo porti dietro, in borsa. Ma l’Omino di Arcore, 20 anni fa, se ne portava dietro un quintale, oggi una tonnellata. Certo, ha i mezzi per liofilizzarla, quella tonnellata, compreso l’allestimento di una manifestazione contro la Giustizia ingiusta, a Roma, pagando di tasca sua il viaggio di chi viene da Tarvisio o da Canicattì, viaggio, pranzo, spostamenti in metropolitana, brindisi alla salute di noi italiani da Cencio a Trastevere, pasticche per la gola e regalino/ricordo per il nipotino. Non è che da quella parte le ragioni del bene comune non contino, ma debbono mettersi in fila dietro tanti di quei “se” e di quei “ma” che rischiano di scomparire.

E a sinistra? Che fine ha atto la politica a sinistra? Io, per vie diverse dal nostro settimanale, ho invitato a votare Pd perché ero e sono convinto che lì confluisca il meglio della nostra tradizione, la sinistra democratica e i cattolici democratici. A parte il fatto che (come sempre) nessuno mi ha dato ascolto, Bersani mi ha deluso. Perché lui e i suoi non hanno tenuto conto dell’emergenza che è emersa più evidente di tutte dalle ultime elezioni, che i 10 milioni attribuiti dalla gente a Berlusconi sono… voti, non sono noccioline. E a nessuno è lecito dividere i voti in voti di serie A e voti di serie B. E allora con Berlusconi bisogna trattare, punto e a capo. Magari turandosi il naso, come diceva Montanelli parlando (niente di meno!!) della Dc. Magari con la ceralacca. Nel piano interrato della villa di Arcore ce n’è una quantità.

AUTORE: Angelo M. Fanucci