Macro-spunti per piste pastorali

L’intervento di mons. Arturo Aiello all’Assemblea ecclesiale sul tema “In Cristo camminimo in novità di vita”
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Un momento dell’assemblea diocesana

Una sala gremita ha partecipato senza batter ciglio all’intervento di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano – Calvi, nell’ambito dell’annuale Assemblea diocesana tenutasi a Collevalenza sabato 19 settembre.

In continuità e sulla scia di quanto scaturito dall’incontro diocesano dello scorso anno, si colloca il tema proposto: “In Cristo camminiamo in novità di vita”.

Con un linguaggio coinvolgente il presule ha offerto macro-spunti per piste pastorali, per la meditazione e per una vita cristiana concreta, facendo subito emergere la necessità di camminare: “Alzati e mettiti in cammino” – era il tema del 2014 – con Cristo, nella storia, verso il regno di Dio. Mons. Aiello ha incentrato il suo argomentare su alcuni punti focali: la Chiesa di Orvieto-Todi in cammino, sì, ma verso dove? – L’icona di Firenze (Mc.1, 21-34) – Uno stile di Chiesa: appunti per un cammino.

Stanchi di “non camminare” e di introversione o di referenzialità, è urgente e buono ascoltare Cristo che bussa alle porte della Chiesa… per uscire! Perché amare è sempre lasciare se stessi per andare verso gli altri. Perché la Chiesa è di per sé estroversa, in quanto ha a cuore il mondo. Perché siamo un popolo in cammino e questa “è – ha sottolineato – l’espressione più bella che il Concilio ci abbia consegnato”, avente fondamento biblico soprattutto nel libro dell’Esodo; preti, suore, consacrati e laici che camminano nella storia.

Camminare sì, ma verso dove? In merito a questo secondo punto, mons. Aiello ha affermato che non si tratta di un semplice far movimento né di girovagare sul motorino, sul telefonino o sul telecomando né semplicemente viaggiare da turisti. “Piuttosto – ha continuato – invochiamo la categoria del pellegrinaggio, che è un viaggio senza ritorno: anche se torno a casa, infatti, sono diverso”.

Siamo chiamati a camminare verso Gesù, con Gesù, che è Via (dimensione itinerante: il cammino di fede è a tappe), Verità (la via necessita di essere illuminata dalla luce della verità: “Lampada per i miei passi è la Tua parola”, come si legge nel Salmo 118) e Vita (dimensione esistenziale: sì, ma io non ce la faccio… Gesù è vita!).

Inoltre, facendo riferimento al Convegno di Firenze, mons. Aiello ha aiutato a riflettere sulle domande: Tu, Chiesa, quale uomo proponi? È possibile un umanesimo senza Dio? “Non c’è – ha detto – un aut (Dio) aut (uomo): in Gesù abbiamo la rivelazione massima di Dio e la rivelazione massima dell’uomo. Ecco l’uomo! L’uomo è Gesù, l’uomo per eccellenza e amico dell’uomo e dell’umano. Se Gesù è amico dell’uomo, può non esserlo la Chiesa? Sembra una domanda retorica, eppure se andiamo a vedere, talvolta manca la benevolenza”.

Siamo ispirati e aiutati dallo stile di Gesù, che, trascorrendo una giornata a Cafàrnao (Mc 1, 21-34), si reca nella sinagoga dove ridona dignità a un uomo indemoniato; nella casa di Simone dove guarisce sua suocera; e alle porte della città al tramonto dove guarisce molti. Siamo stati condotti a osservare tre luoghi geografici importanti, tre ambiti di vita: il luogo dove celebriamo la fede (sinagoga), il luogo delle relazioni primarie, dell’intimità (la casa), il luogo del condividere, della costruzione della città (la piazza, tra la gente). Una triangolazione geografica (sinagoga – casa – piazza) e di vita (credere – amare – condividere) che riguarda profondamente la pastorale.

La Chiesa necessita di questo stile, basato sui seguenti aspetti: la vicinanza, Gesù si è incarnato, la Parola si è sporcata le mani; l’aderenza e l’attenzione ai tempi, alle stagioni della vita, al linguaggio, al dolore; l’umile servizio alla Verità, non solo con concetti freddi; la compagnia, lo stare con chi piange, nella famiglia, sul lavoro, nelle carceri, nelle solitudini.

Mons. Aiello ha poi invitato a riflettere sul fatto che ci salveremo solo insieme; che preti e vescovo, laici e consacrati, tutti ci nutriamo dello stesso Pane e gli organi di partecipazione (Consiglio pastorale, ecc.) sono una scuola di comunione e quindi assolutamente necessari nonostante la fatica, le difficoltà e gli scontri che possono verificarsi.

Ecco, nonostante la difficile e complessa situazione in cui siamo immersi e un po’ sommersi, c’è la gioia di vivere da cristiani, di essere Chiesa in mezzo agli altri e per gli altri. Il nostro compito è quello di stare accanto – senza la presunzione di poter risolvere tutti i problemi – in questo momento. In Gesù e con Gesù. Cristo è sempre novità: è Lui che fa nuove tutte le cose. Gesù sorprende sempre: è fedelmente e sorprendentemente sempre Via, Verità e Vita.

 

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AUTORE: Caterina Bertoldi Michela Massaro