Mario Luzi cittadino onorario

Il Consiglio comunale conferisce la cittadinanza eugubina alla 'voce più alta della poesia e della cultura contemporanea'

Gubbio ha un “eugubino onorario” in più: Mario Luzi, la voce più alta della poesia e della cultura contemporanea. Un gesto di gratitudine e di riconoscenza deliberato dal Consiglio comunale con voto unanime verso chi della città ha saputo concorrere’a valorizzare i contenuti di storia, arte e cultura, a comprenderne e condividerne il “carattere”. Il nome di Mario Luzi, impreziosisce e allunga un elenco che comprende, tra gli altri, Giacomo Devoto, studioso insigne delle celebri “Tavole Eugubine”, mons. Beniamino Ubaldi, il vescovo (1932-1965) che arrivò ad offrire la propria vita in cambio di quella dei 40 Martiri (22 giugno 1944), Walter Alvarez, lo scienziato statunitense che ha dato fama mondiale alla gola del Bottaccione, nelle cui rocce ha trovato i segreti della scomparsa dei dinosauri avvenuta 65 milioni di anni fa.

Cittadinanza assegnata alla fine dello scorso anno, con una votazione a maggioranza, al medico Gino Strada. “In realtà io mi sono sempre considerato cittadino di Gubbio e se ora mi hanno concesso la cittadinanza onoraria, mi sono detto,’evidentemente mi vogliono cittadino al quadrato!'” È il primo commento di Mario Luzi appena ritirata (11 febbraio) dalle mani del sindaco Orfeo Goracci la pergamena con la motivazione deliberata dal Consiglio comunale, il 20 settembre dello scorso anno, con voto unanime. “La verde Umbria l’ho sentita sempre come la sorgente, la scaturigine ” ha proseguito il poeta. “C’è qualcosa di telluricamente italico, di nostro, di spirituale. Gubbio poi è legata alla mia attività di scrittore: dal premio Inghirami dei primi anni settanta, al premio Montale, dalla Formella d’oro, alla retrospettiva del 1997, tanto per citare alcuni appuntamenti”.”È una città dove da sempre venivo attratto, anche per assistere a qualche sua manifestazione, non per ragioni turistiche, ma perchè, come la gara degli arcieri (citata in una sua poesia ndr), diventavano serie e profonde. Mi sentivo eugubino, senza rendermi conto, ed ora che mi avete aperto la porta, voglio entrare, in punta di piedi, nelle vostre case”.

È stato ricco di contenuti e di insegnamenti l’intervento del “maestro” che ha toccato tanti argomenti: ha difeso la lingua italiana (“una meraviglia che non merita i maltrattamenti che subisce da tante parti”), ha richiamato velatamente le recenti polemiche che l’ hanno investito dopo le sue dichiarazioni sul “treppiedi” scagliato contro il presidente del Consiglio Berlusconi, che hanno chiamato in causa la sua nomina a Senatore a vita (“nessuno ti regala niente, tutto ha un prezzo” – ha sottolineato), ma ha voluto soprattutto esprimere gratitudine per’un riconoscimento anche se, come ha ricordato l’assessore provinciale Neri nel suo intervento, onora soprattutto Gubbio. Indirizzi di saluto sono stati portati dal presidente del Consiglio regionale Tippolotti e dall’on. Giulietti.’È stata una manifestazione di grande livello culturale quella svoltasi in una affollata sala trecentesca, coordinata da Anna Buoninsegni, introdotta da alcune poesie dedicate all’Umbria, lette da Alberto Rossatti e Alvia Reale, dalla canzone Ad un compagno di Paolo Brancaleoni, scritta insieme al poeta, dalla introduzione del critico Piccini, dalla relazione del sindaco Goracci che ha richiamato i tanti rapporti avuti da Gubbio con Luzi “esempio di forza e coraggio, soprattutto per i giovani”, oltre che “testimone e protagonista della cultura del nuovo millennio”.

AUTORE: Giampiero Bedini