Morti sul lavoro: un bollettino di guerra. In un anno il 20% in più

Giornata di protesta nazionale. L'Umbria si è fermata giovedì

Dal 16 al 21 ottobre, si celebra la Settimana europea della sicurezza. I sindacati nazionali hanno programmato una fermata di 15 minuti “per un lavoro sicuro” da effettuare il 20 ottobre, ma in Umbria, dopo gli ultimi due incidenti sul lavoro che hanno portato a sei i morti dall’inizio dell’anno, la Cgil, Cisl e Uil regionali hanno dichiarato per il 19 quattro ore di sciopero generale per protestare contro questo stato di cosee con una manifestazione che si è tenuta presso il Centro fiere di Bastia Umbra.I dati nazionali sugli infortuni sul lavoro sono un vero e proprio bollettino di guerra: 743 morti dall’inizio dell’anno con un incremento del 20% rispetto al 1999. Negli ultimi cinque anni si sono avuti 6 milioni di infortuni sul lavoro con 6.000 morti e 170.000 invalidi permanenti. Una vera vergogna per il nostro Paese. Vengono chiamate “morti bianche”, ma in realtà sono nere. Nere come il lavoro che spesso le causa. Nere come la coscienza di chi distribuisce subappalti da Codice penale: niente garanzie, niente misure di sicurezza, ai lavoratori solo la speranza di non lasciarci la pelle. In Umbria il problema sicurezza sul lavoro sta diventando un’emergenza sociale. Migliaia di cantieri sono stati aperti nelle zone terremotate. Centinaia di nuove imprese,costituitesi negli ultimi mesi o venute da fuori regione, si sono accaparrate gli appalti. Sono legittimi i dubbi di chi si chiede come fanno queste ditte, dopo aver vinto le gare facendo offerte a prezzi stracciati, ad eseguire bene i lavori e a tenere in regola i lavoratori facendoli lavorare in condizioni di sicurezza. Nella nostra regione occorre innescare un circolo virtuoso, adottare un nuovo modello per i controlli. E’ necessario attrezzarsi meglio, vigilare di più, fare controlli ricorrenti e a tappeto. La qualità della ricostruzione passa attraverso il puntuale rispetto delle leggi nazionali e regionali in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il Documento unico di regolarità che certifica il comportamento virtuoso delle ditte edili deve essere attuato. Occorre applicare in tutte le sue parti la legge regionale n’557 che, proprio in vista dei lavori della ricostruzione, aveva, tra le altre cose, integrato e migliorato la legislazione nazionale prevedendo nel Comitato regionale di coordinamento per la sicurezza nei luoghi di lavoro la presenza dei prefetti di Perugia e Terni, delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, degli ordini professionali. Tale Comitato deve essere più operativo, diventare una vera e propria task force che coordina, mobilita e organizza efficacemente i servizi pubblici preposti (ispettorati del lavoro, dell’Inps, dell’Inail, ispettorati fiscali, Asl, ecc.). Tutte le persone di coscienza debbono sentirsi impegnate, in primo luogo imprenditori e lavoratori che si sforzano di vivere cristianamente. Non è accettabile per nessun motivo che si possa morire o rimanere invalidi per tutta la vita in nome del profitto e del mercato.

AUTORE: Pasquale Caracciolo