Non avrete il nostro odio

ATTACCHI TERRORISTICI A PARIGI. Le reazioni nel mondo. La risposta di un uomo a cui è stata uccisa la moglie

Parigi-3L’aberrante attacco terroristico di Parigi, consumato la notte del 13 novembre scorso, ha sconvolto la Francia, l’Europa e l’intero mondo. Un commando di attentatori kamikaze – terroristi islamici – ha colpito sei volte in 33 minuti, sparando all’impazzata sulla folla, in strada e nei locali, soprattutto fra giovani che stavano trascorrendo il venerdì sera fuori casa: almeno 135 i morti e oltre 300 feriti, alcuni ancora in gravissime condizioni.

In ogni angolo del mondo si sono levate voci di condanna. Il Papa ha parlato di bestemmia se si utilizza il nome di Dio per giustificare tali gesti. La paura sta prendendo il sopravvento, la gente non si sente più sicura, la normalità della vita (andare in pizzeria, al teatro, allo stadio…) è in pericolo. “Ma – come ha scritto Guillaume Goubert, direttore del quotidiano cattolico francese La Croix – dobbiamo imparare a convivere con questa minaccia. Non dobbiamo smettere di vivere. Non dobbiamo smettere di agire, di impegnarci, di gioire, di amare. Questa sarà la forma della nostra resistenza alla barbarie dei terroristi islamici”.

“Se ciò che chiamiamo Occidente ha un senso”, come si chiede Massimo Gramellini dalle pagine del quotidiano La Stampa, questo senso palpita nelle parole con cui il signor Antoine Leiris si è rivolto su Facebook ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie.

“Venerdì sera – scrive – avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a Sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel Suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete.

Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa. L’ho vista stamattina [17 novembre]. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni, e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo.

Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché, no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio”.

Nel momento in cui le “teste di cuoio” francesi, il 18 novembre, hanno dato l’assalto a un covo di terroristi a Saint-Denis, sobborgo a nord di Parigi, i Vescovi francesi hanno pubblicato questa preghiera per la pace scritta “nello spirito di Tibhirine” da frère Dominique Motte del convento domenicano di Lille. “Disarmali: sappiamo quanto questa violenza estrema sia il sinistro pane quotidiano in Iraq, in Siria, Palestina, Centrafrica, Sudan, Eritrea, Afghanistan. Ora si è impossessata di noi. Disarmali, Signore, e fa’ che sorgano in mezzo a loro profeti che gridano la loro indignazione e la loro vergogna nel vedere come hanno sfigurato l’immagine dell’Uomo, l’immagine di Dio”.

“Disarmali, Signore; dandoci, se necessario, poiché è necessario, di adottare tutti i mezzi utili per proteggere gli innocenti con determinazione. Ma senza odio. Disarma anche noi, Signore: in Francia, in Occidente, senza ovviamente giustificare il circolo vizioso della vendetta”.

 

Musulmani italiani: pronti a collaborare per individuare chi genera il male

L’Europa è ancora scossa dagli eventi parigini e il mondo musulmano prova a reagire, anche per prevenire l’odio etnico e religioso. Per questo il Consiglio islamico supremo dei musulmani in Italia (Cismi) e il Consiglio supremo dell’islam in Italia (Csi) promettono di collaborare con le istituzioni italiane per individuare chi genera il seme del male dentro le comunità islamiche e denunciarle alle autorità competenti. “Proponiamo – dice Sharif Lorenzini, vice presidente e portavoce del Cismi, e vice presidente del Csi – una collaborazione per evitare che l’Isis possa spargere nuovamente sangue provocando una ‘terza guerra mondiale a pezzi’, come l’ha definita Papa Francesco, causando ancora morti, e infangando il nome di Allah, che i terroristi nominano blasfemamente mentre uccidono”.

 

AUTORE: Francesco Carlini