Non è stata una pura “fatalità”

Il presidente Napolitano ricorda le vittime del rogo della Umbria Olii. Un premio giornalistico nel quinto anniversario della tragedia. In Umbria si contano già 17 morti sul lavoro nel 2011

Diciassette i morti sul lavoro quest’anno in Umbria. Una contabilità che potrebbe essere ancora provvisoria, e che registra sette vittime soltanto negli ultimi due mesi. Vite che non sono state spezzate da “inevitabili tragiche fatalità”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato al sindaco di Campello sul Clitunno Paolo Pacifici in occasione del quinto anniversario del rogo della Umbria Olii, nel quale il 25 novembre 2006 morirono quattro operai. “Al di là – ha scritto Napolitano – della drammatica complessità dei fatti e delle conseguenti difficoltà nell’accertamento, essenziale perché possa esservi giustizia, delle responsabilità che simili eventi spesso presentano, va in ogni caso rifiutata l’idea che si tratti comunque di inevitabili tragiche fatalità. Né alcun cedimento è ammissibile per ciò che deve essere l’impegno di tutti, istituzioni pubbliche, anche locali, mondo delle imprese, pubblica opinione, insieme con la vigile consapevolezza degli operatori, affinché la sicurezza e la dignità del lavoro abbiano quella valenza primaria che la Costituzione pone a fondamento della Repubblica”. Campello sul Clitunno ha ricordato con una serie di iniziative quel 25 novembre 2006 che ha sconvolto la vita del piccolo centro e la coscienza di tante persone. Le vittime (Maurizio Manili, 45 anni, titolare di una piccola ditta di carpenteria di Narni, ed i suoi operai, Tullio Mottini e Giuseppe Coletti, entrambi di 48, e l’albanese Vladimir Todhe, di 44, tutti residenti in provincia di Terni) stavano installando una passerella alla sommità di due grandi cisterne della Umbria Olii quando ci fu una esplosione seguita da un violento incendio. Con loro c’era anche un gruista che riuscì a salvarsi. I parenti delle vittime, a cinque anni dall’incidente, stanno ancora aspettando la conclusione del processo di primo grado al tribunale di Spoleto, nel quale l’allora amministratore delegato della Umbria Olii Giorgio Del Papa è imputato di omicidio colposo plurimo, omissione dolosa delle cautele sul lavoro ed incendio. Per lui il pm Gianfranco Riggio ha chiesto la condanna a 12 anni di reclusione. La sentenza del giudice unico Alberto Avenoso è prevista per il 13 dicembre prossimo. Nel corso del procedimento la Umbria Olii aveva chiesto un risarcimento di 35 milioni di euro ai familiari dei quattro operai morti e all’unico sopravvissuto, sostenendo che l’incidente era stato provocato da una saldatrice da loro usata impropriamente. Una richiesta che aveva suscitato tante polemiche e che il giudice ha respinto.

In occasione del quinto anniversario a Campello è stato presentato il volume Tornare a casa dal lavoro, che raccoglie articoli e foto sulla vicenda Umbria Olii. Sono stati anche premiati i vincitori di un premio giornalistico (patrocinato da Ordine dei giornalisti dell’Umbria, Regione, Associazione stampa umbra, Università di Perugia e Scuola di giornalismo radio-televisivo di Perugia) per promuovere una corretta informazione in materia di diritti dei lavoratori e di salute e sicurezza sul lavoro. Alla cerimonia sono intervenuti l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, l’assessore regionale Silvano Rometti, l’ex presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti e Beppe Giulietti di “Articolo 21”, il quale ha proposto che Campello sul Clitunno diventi una sorta di capitale italiana per tutte le iniziative di promozione della sicurezza sul lavoro. Rometti ha detto che la Regione Umbria fa molto in questo campo, ma che non si deve “abbassare la guardia”. In una nota il segretario generale della Cgil Umbria Mario Bravi sottolinea che “purtroppo” in Umbria questo fenomeno “sta vivendo una preoccupante fase di recrudescenza” perché in un “momento di crisi produttiva ed occupazionale” si assiste ad un “imbarbarimento delle condizioni di lavoro, ad una compressione dei diritti, ad una competizione fatta sulle pelle delle persone”. Mentre a Campello venerdì scorso si ricordavano le vittime del rogo, le cronache registravano altri tre morti sul lavoro in Italia: un operaio di 50 anni in una cartiera in provincia di Bergamo, un operaio edile di 53 anni a Roma ed una commessa di 36 anni ad Oristano. Poi sabato 26 novembre ancora in Umbria un’altra vittima, un giovane romeno travolto da una ruspa a Collazzone proprio nel giorno del suo 23° compleanno. Altri quattro incidenti mortali che, come ha scritto Napolitano, non possono essere solo “inevitabili tragiche fatalità”.

AUTORE: Enzo Ferrini