Norcia, Festa di san Benedetto. Mons. Boccardo: “Non stanchiamoci di scavare”

Il 21 marzo generalmente a Norcia è festa grande per san Benedetto, nel giorno in cui si ricorda la sua morte. Ma quest’anno per via del confinamento a causa del coronavirus la festa non si è tenuta. E allora l’11 luglio, data in cui si celebra Benedetto quale patrono d’Europa, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha celebrato la messa nel centro di comunità della Madonna delle Grazie della città natale del Santo. Col presule hanno concelebrato don Marco Rufini e don Davide Tononi (rispettivamente parroco moderatore e parroco il solido di Norcia), don Dario Dell’Orso e don Antonio Diotallevi (rispettivamente rettore emerito della Basilica di San Benedetto e parroco emerito di Norcia).

Era presente il sindaco della città, Nicola Alemanno. All’inizio della celebrazione mons. Boccardo ha detto: «Siamo qui come in una festa di famiglia, separati ma non distanti a causa del Covid-19. Ricordare san Benedetto quale modello da imitare è importante anche in questo tempo difficile della pandemia. Chiediamo al nostro Santo di aiutarci a vivere meglio insieme, affinché anche il tempo della prova possa essere ricco di sapienza e di vita».

Nell’omelia poi l’arcivescovo ha detto come «San Benedetto si sia trovato in una situazione di grande confusione con l’Italia invasa dai barbari, l’Impero Romano decaduto e decadente e tutti i valori in crisi. Lui ebbe il coraggio di scegliere con determinazione uno stile di vita che non era alla moda, per il quale non si è preoccupato di avere l’approvazione dell’opinione pubblica. Ha scelto con radicalità una vita diversa: ‘saggiamente ignorante e sapientemente incolto’, come ci ricorda san Gregorio Magno. E non si tratta dell’elogio dell’ignoranza – ha detto il presule – ma di un modo per dire che i criteri ai quali si ispirava Benedetto non erano quelli del suo tempo (ignorante dei costumi delle persone), tanto che la sua incultura è diventata sapienza e la sua vita feconda di frutti e noi dopo secoli siamo ancora qui a parlare di lui. San Benedetto dalla società dove viveva si è voluto allontanare per non essere distratto da ciò che era essenziale, alla ricerca delle cose belle che danno senso alla vita.  E per far questo ha dovuto “scavare” nella propria coscienza».

L'affresco medievale riemerso dalle macerie della Basilica di San Benedetto a Norcia
L’affresco medievale riemerso dalle macerie della Basilica di San Benedetto a Norcia

Da qui il parallelismo di mons. Boccardo con le campane riemerse dalle macerie della Basilica di San Benedetto qualche giorno fa: «Per ritrovare le campane si è dovuto scavare, in quanto dalla superficie non si vedevano. Poi proprio ieri (10 luglio 2020) è emerso con maggiore chiarezza rispetto al 2017 un affresco medievale raffigurante la Madonna con Bambino, san Benedetto e un altro Santo. Questo ci dice che le cose belle sono nascoste e che per trovarle bisogna faticare. L’insegnamento è: l’apparenza non basta, non ci dobbiamo stancare di scavare, di andare dentro agli avvenimenti della vita perché è lì che le cose belle sono nascoste. E ciò vale anche per noi. San Benedetto dunque ci dice: non perdete la speranza. E un piccolo segno di speranza è che dal prossimo 4 ottobre quattro suore, di quattro diversi istituti francescani, vivranno a Norcia per stare con la gente, per condividere la vita delle persone di questa vallata, offrendo gesti e parole di consolazione e conforto. Una bella notizia che mi piace condividere con voi nel giorno della festa di san Benedetto».

F.C.