Norcia a un anno dal terremoto

“A un anno dalla terribile scossa del 30 ottobre dello scorso anno – afferma Giorgio Pallucco, direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia e delegato regionale di Caritas Umbria – credo sia utile tracciare un primo bilancio dell’attività svolta a sostegno delle popolazioni terremotate. Siamo stati presenti a Norcia a partire dal 24 agosto 2016 nella frazione di San Pellegrino e, dopo il 30 ottobre, abbiamo allestito un presidio fisso della Caritas presso il complesso Madonna delle Grazie e avviata una presenza anche negli altri centri della Valnerina colpiti dal sisma.
Abitando i luoghi della tragedia – prosegue – abbiamo condiviso la paura e la fatica della gente, ma anche la tenacia espressa da coloro, e sono stati in tanti, che non hanno mai pensato di abbandonare la loro terra. Tra questi, molti allevatori e agricoltori che non potevano certo permettersi di perdere il lavoro di una vita, che è un’arte tramandata di generazione in generazione. Volentieri li abbiamo aiutati con l’acquisto di moduli temporanei da utilizzare come stalle per i bovini o magazzini per la rimessa degli attrezzi agricoli”.

Settore ristorazione
Un altro fronte su cui la Caritas è intervenuta in modo significativo quest’anno – ma già progetti sono in previsione per il 2018 – è il sostegno alle attività dei ristoratori e degli artigiani gastronomici della Valnerina, consentendo loro di partecipare alle mostre mercato di settore. La Caritas si è fatta carico delle spese relative all’acquisto degli spazi espositivi.
“Si tratta – dice Pallucco – di un’attività strategica che consente la vendita e la somministrazione dei prodotti alimentari tipici del territorio della Valnerina, in attesa che riprendano i flussi turistici e che si realizzino condizioni adeguate di accoglienza di quanti desiderino visitare la Valnerina. Ad oggi la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia ha impegnato risorse per un ammontare di poco superiore ai 500 mila euro per tutti i progetti e le iniziative rivolte all’aiuto delle famiglie e delle imprese della Valnerina.
Altrettanti fondi sono già a disposizione per il prossimo anno, nell’ambito del progetto ‘Granelli di senape’, con estensione del beneficio a tutti i territori dei Comuni umbri ricompresi nell’area del cratere, per elargire contributi in denaro a fondo perduto e piccoli prestiti in favore delle persone e delle realtà produttive che hanno subito i maggiori danni in ragione degli eventi sismici”.

Ripartire!
Il direttore della Caritas di Spoleto-Norcia lo scorso fine settimana è stato a Trento per accompagnare, con il coordinamento dell’Ati 3 dell’Umbria, alcune aziende di Norcia e Monteleone di Spoleto alla mostra mercato “Fa’ la cosa giusta”.
“Abbiamo dato – racconta Pallucco – un’immagine concreta e autentica della volontà di ripartire. Anche dopo, in molti casi, aver perso tutto”.
Tutto ciò senza dimenticare che, essendo i territori rimasti senza luoghi di celebrazione o comunque punti di riferimento per la comunità, Caritas italiana (con il contributo delle Caritas regionali ed estere gemellate con la diocesi di Spoleto-Norcia) ha realizzato due Centri di comunità, uno a Norcia e uno a Cascia; altri tre sono in cantiere ad Avendita di Cascia, a Campi di Norcia, a Cerreto di Spoleto.

Compagni di viaggio
“Ma tutti questi sforzi – conclude il direttore – non saranno serviti a nulla se non saremo capaci di transitare dalla fase di emergenza a quella della ripresa, pur lenta, di una normalità che sembrava ormai perduta per sempre. Occorre restituire il giusto protagonismo alle comunità della Valnerina, rimaste integre e legate ai propri territori, coinvolgendole nelle iniziative di rilancio economico e di progettazione sociale.
Come Caritas, non abbiamo mai coltivato la pretesa di risolvere tutti i problemi o di dare tutto a tutti. Abbiamo invece pensato di abitare i luoghi della sofferenza in modo discreto e silenzioso, convinti che essere compagni di viaggio sia l’unico antidoto al male peggiore generato da tragedie come il terremoto e di cui molti hanno timore: la solitudine”.

AUTORE: Francesco Carlini