Obiettivo mancato

Povertà. Summit dei Capi di Stato e di governo a New York sugli “Obiettivi del millennio” per il 2015

A che punto è la realizzazione degli otto Obiettivi del millennio che nel 2000 i leader del mondo si sono dati, entro il 2015, per eliminare la povertà nel mondo, l’Aids, la mortalità infantile e materna, garantire l’istruzione a tutti i bambini, ecc.? Secondo la società civile italiana, nonostante alcuni “risultati senza precedenti”, vi sono dei “ritardi inaccettabili” nel raggiungimento di alcuni obiettivi intermedi, soprattutto nell’Africa sub-sahariana.

Sui risultati e sugli impegni futuri si sono confrontati, dal 20 al 22 settembre a New York, i Capi di Stato e di governo. Era presente anche una delegazione della Santa Sede. “Ogni tentativo di usare gli Obiettivi del millennio per diffondere ed imporre stili di vita egoistici o, peggio, politiche demografiche per ridurre con mezzi economici il numero dei poveri, sarebbero miopi e malintenzionate”. Lo ha affermato a New York il card. Peter K. A. Turkson, presidente del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, capo delegazione della Santa Sede. Il riferimento è alla parte del Documento finale in cui si parla di “pianificazione familiare”: “Ci sono termini controversi – ha detto il card. Turkson -, spesso interpretati come inclusione dell’accesso all’aborto e ai metodi di pianificazione familiare non consoni alla legge naturale”.

Precisando di parlare “non solo come leader religioso, ma come africano e uomo proveniente da una famiglia povera”, il Cardinale ha invitato la comunità internazionale a dare “ai Paesi poveri un amichevole sostegno finanziario e commerciale, e aiutarli a promuovere il buon governo e la partecipazione della società civile”. “Tutti i governi, sia dei Paesi sviluppati sia in via di sviluppo – ha aggiunto Turkson – devono accettare la loro responsabilità nella lotta alla corruzione, contro comportamenti spregiudicati e a volte immorali nell’area degli affari e della finanza”, “nell’evasione fiscale”, per garantire “il rispetto della legge e la promozione di tutti gli aspetti umani dello sviluppo, come l’educazione, la sicurezza sul lavoro, e cure sanitarie di base per tutti”. Inoltre, ha proseguito, “i Governi donatori e i riceventi non dovrebbero interferire nelle caratteristiche particolari e nell’autonomia delle organizzazioni religiose e civili coinvolte in questi ambiti”. Piuttosto, “dovrebbero rispettosamente incoraggiare queste organizzazioni, promuovendole e sostenendole il più possibile”.

Infatti, anche se le società civili locali sembrano diventare “sempre più consapevoli del loro ruolo quali attori dello sviluppo, sfortunatamente molti ostacoli sono dovuti al malgoverno e alla condotta irresponsabile degli Stati a livello regionale e internazionale”. Ha quindi puntato il dito contro gli “ostacoli allo sviluppo” quali la “condotta scorretta e irresponsabile della maggior parte degli operatori finanziari”, il “nazionalismo eccessivo e gli interessi corporativi”, le “vecchie e nuove ideologie”, l’istigazione “alle guerre e ai conflitti”, “il traffico illecito di persone, droghe e materie prime”.

Rilevando i progressi nel raggiungimento di alcuni Obiettivi del millennio ma anche le lacune, il Presidente del dicastero vaticano ha esortato a “continuare e rafforzare la mobilitazione politica, attraverso una costante solidarietà economica e finanziaria, per garantire la disponibilità delle risorse”. La Santa Sede esorta a rafforzare “una partnership globale per lo sviluppo”, per “il raggiungimento di tutti gli altri Obiettivi” e lo sradicamento del debito estero per “prevenire il ricorso a certe situazioni di usura internazionale che hanno contraddistinto le ultime decadi del XX secolo”. I Paesi sviluppati e le economie emergenti, ha suggerito, “dovrebbero tenere aperti i loro mercati” per “aiutare i Paesi poveri a crescere verso l’indipendenza economica necessaria allo sviluppo socio-economico”.