Padre Eligio: la sua esperienza nel recupero dei tossicodipendenti

Le Caritas di Umbria e Toscana incontrano la comunità "Mondo X"

Sono più frequenti in Umbria fatti di cronaca nera legati all’inquietante fenomeno della tossicodipendenza e, spesso, la comunità civile è solo testimone passivo. Per la Chiesa i giovani che si rifugiano nella droga, nell’alcool e in altre simili situazioni di degrado vivono uno stato di grande disagio umano e si interroga su come aiutarli a ricostruirsi una vita sana.E’ l’interrogativo che si pone con maggiore frequenza chi opera nei Centri di ascolto Caritas e chi sta accanto a queste fragili giovani vite. Infatti, sono in costante aumento le persone che si recano nei Centri Caritas in cerca di aiuto perché direttamente coinvolti o perché hanno un familiare o un amico che si sta lasciando morire di droga o di alcol. Le Caritas diocesane dell’Umbria e della Toscana, in particolare i responsabili dei Centri di ascolto, si sono ritrovate lo scorso 24 maggio presso la comunità di vita “Mondo X” di Cetona, in provincia di Siena, per sentire da uno che ne ha fatto una ragione di vita, cosa si può fare per aiutare i tossicodipentendi ad uscire dalla schiavitù della droga. Per i partecipanti è stata una giornata proficua perché, oltre a visitare la sede della comunità nel suggestivo convento di San Francesco risalente al secolo XIII, hanno avuto un incontro-confronto con padre Eligio Gelmini, fondatore delle comunità “Mondo X” presenti un po’ su tutto il territorio nazionale, nelle quali ad oggi sono state ospitate oltre 45 mila persone. Padre Eligio ha “dettato” la sua “ricetta” per ridare “ossigeno” a questi giovani, che hanno bisogno di comprendere l’importanza del donarsi per il prossimo; ciò non è altro che mettere in pratica l’insegnamento di Francesco di Assisi. Secondo il religioso i giovani possono ritrovare se stessi e riconciliarsi con la vita facendo un’esperienza che li porta a vivere in comunione e in un ambiente molto accogliente dove poter pregare, meditare e lavorare. Questo è l'”humus” su cui sono nate le comunità “Mondo X” e non è un caso che tutte le comunità di padre Eligio sono situate in luoghi consacrati dalla storia, circondati da una natura incontaminata e ricchi di bellezze artistiche. La conservazione e la fruibilità di questi luoghi sono il frutto del lavoro degli stessi giovani ospiti. E il lavoro è un modo di donarsi che motiva e stimola l’uomo verso una vita sana. Insomma, chi vuole può uscire dal suo disagio interiore chiedendo accoglienza a “Mondo X” e se capisce che non fa per lui “la porta è sempre aperta come lo è nel momento in cui entra – ha detto padre Eligio -. Né figlio di ricchi, né figlio di poveri paga per soggiornarvi; qui i ragazzi sono tutti uguali!”. “Mondo X” svolge la sua opera vivendo del proprio lavoro (effettua all’interno delle stesse comunità attività alberghiera e di ristorazione) avendo rinunciato per propria scelta a qualsiasi finanziamento dello Stato. Don Lucio Gatti/ Droga: lo Stato punti alla prevenzioneDon Lucio Gatti, direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve e delegato regionale Caritas Umbria, ha trascorso parte delle sua vita nella comunità di Cetona, a farsi un po’ “le ossa”, ed è stato per lui un importante periodo di riflessione per capire se era pronto a donare totalmente la propria vita agli altri. Oggi, questa sua esperienza cerca di trasmetterla a chi gli sta vicino e a farne un nuovo “stile” di vita che nella Caritas non può non trovare fertile terreno. Esorta gli operatori Caritas e non solo impegnati su questo “fronte”, ad indirizzare verso queste comunità di vita coloro che chiedono aiuto a rinascere umanamente e cristianamente. A chi gli chiede cosa può fare lo Stato risponde: “Il problema droga è molto più profondo di quel che si vuole far apparire, è interiore perché è un devastante sconvolgimento dell’anima e non spetta allo Stato farsene carico, ma alla Chiesa. Allo Stato spetta il compito di attenuarlo – conclude don Lucio Gatti -, provocando il male minore, e di impegnarsi di più a garantire una maggiore prevenzione più che il recupero”.

AUTORE: Riccardo Liguori

1 COMMENT

  1. Buon giorno, sono 15 anni che combattiamo con questa” grande bestia”. Mio figlio che il nostro inferno con lui è iniziato dall adolescenza. Ricoveri, cure a nulla è servito , addirittura dicono i medici che è bipolare. Non lo so ormai sono scettica su tutti riuscirò con il vostro aiuto a trovare una soluzione al mio inferno. Grazie

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