Per una catechesi missionaria

Catechesi. Convegno diocesano con le “provocazioni” di suor Katia
L'immagine del manifesto dell'evento
L’immagine del manifesto dell’evento

Convocato dal vescovo mons. Mario Ceccobelli, domenica 19 aprile si è svolto a Gubbio il tradizionale convegno dei catechisti della diocesi per vivere insieme una giornata di formazione, preghiera e convivialità. Nella scelta del titolo, “Va’ e annuncia. Per una catechesi missionaria”, l’Ufficio catechistico si è ispirato al racconto della guarigione dell’indemoniato, richiamando i primi due verbi, uscire e annunciare, del prossimo Convegno di Firenze.

La giornata si è aperta al cinema Astra con la liturgia dell’intronizzazione della Parola presieduta dal Vescovo. È seguita la relazione di suor Katia Roncalli, che ha posto l’attenzione non su coloro che devono ricevere l’annuncio o sulle forme di annuncio che nelle diverse situazioni possono essere pensate e realizzate, ma sulla fede di ogni catechista, punto di partenza per ogni ripensamento in chiave missionaria della vita pastorale. Infatti la relatrice ha evidenziato che troppo spesso si è davanti a comunità che dicono di professare la fede cristiana, senza però che questa intacchi la loro vita.

Di fronte a questa situazione, per intraprendere una trasformazione della pastorale da “conservativa” a “missionaria”, è fondamentale innanzitutto un sincero esame di coscienza sul cammino di fede di ciascuno, verificando se la pastorale sia incentrata su noi stessi o sul Regno.

Suor Katia poi, soffermandosi sull’identità del/della catechista, nella consapevolezza che il principio dell’evangelizzazione è il Cristo risorto, ha sottolineato come sia indispensabile avere fatto veramente esperienza del Risorto. Se il fine dell’evangelizzazione è che “tutti i fratelli siano salvati”, allora i catechisti per aiutare a vivere alla luce della salvezza devono essere per primi, loro stessi, delle persone “salvate”.

Concludendo il suo intervento, suor Katia si è soffermata sullo stile dell’evangelizzazione ricordando ai numerosi presenti che è necessario evangelizzare “in modo evangelico”: non presupponendo la fede in coloro che ascoltano, neppure i più vicini alla vita della Chiesa. Da evitare due atteggiamenti: il moralismo, che fa leva solo sugli impegni e sulla forza di volontà; e l’astrattismo, che non tiene insieme le verità di fede necessarie alla salvezza e la vita delle persone.

La giornata è proseguita con la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Domenico, e un momento di convivialità nell’oratorio di San Martino. Nel pomeriggio, confronto e condivisione sugli spunti della mattinata.