Perdono di Assisi. Così lo presentava Paolo VI…

Si avvicina la grande festa del dono universale dell’amore di Dio ai peccatori. Festa voluta da san Francesco, e che il 2 agosto coinvolgerà non solo la Porziuncola ma tutte le chiese francescane e tutte le parrocchie. Per l’occasione recuperiamo un testo “d’autore” del 1966: il significato del Perdono esposto da papa Montini.

Si tratta della “Epistola di sua santità Paolo VI al reverendo padre Costantino Koser, vicario generale dell’Ordine dei Frati minori, nel volgere del 750° anno dalla indulgenza della Porziuncola, concessa a san Francesco da papa Onorio III”. Per andare al cuore autentico e profondo di questa celebrazione.

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La sacrosanta chiesa della Porziuncola, che il beato Francesco di Assisi “amò al di sopra di ogni altro luogo del mondo”, diviene famosa di giorno in giorno in tutto il mondo, soprattutto perché ivi il Serafico Padre disse e fece mirabilmente molte cose, e particolarmente perché in verità essa è stata arricchita da una speciale indulgenza, la quale per questa ragione è detta “indulgenza della Porziuncola”, concessa a coloro che devotamente, da moltissimi secoli, visitano tale chiesa.

Ci è gradito in questi giorni, nei quali si celebra il 750° anno dalla concessione della medesima indulgenza, concessa, come si tramanda, da Onorio III allo stesso san Francesco, e che molti nostri Predecessori confermarono nel corso dei secoli, esortare i fedeli che come fecero anche i loro antenati, si dirigono verso la Porziuncola, splendente di singolare vetustà, affinché ivi essi si riconcilino con Dio più prontamente e in maniera più perfetta, onde “chi avrà pregato con cuore devoto, quello che avrà chiesto lo otterrà”.

Il programma

Mercoledì 1° agosto apertura della solennità del Perdono.

Ore 11.00: padre Michael Perry, ministro generale dell’Ordine dei Frati minori, presiede la solenne celebrazione eucaristica che termina con la processione di “apertura del Perdono”: così detta perché da quel momento, cioè dalle 12.00 del 1° agosto, fino alle ore 24 del 2 agosto l’indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo, e anche a tutte le chiese francescane. (Tutti gli eventi su www.porziuncola.org)

Dunque ripetiamo quelle parole che recentemente abbiamo pronunciato con sollicitudine in un atto pastorale: “Ci è lecito accedere al regno di Cristo soltanto per metànoia, cioè il cambiamento profondo di tutto l’essere, per mezzo della quale l’essere umano stesso pensa, giudica e inizia a mettere in ordine la propria vita colpito da quella santità e da quella carità di Dio che sono state manifestate in maniera miracolosa nel Figlio e sono state pienamente offerte a noi”. (…)L’indulgenza non è dunque una via più facile con la quale possiamo evitare la necessaria penitenza dei peccati, ma essa è piuttosto un sostegno che i singoli fedeli, con umiltà, per nulla inconsapevoli della propria debolezza, trovano nel mistico Corpo di Cristo, che tutto si affatica per la loro conversione con la carità, con l’esempio, e con le preghiere. (…)

Quella meravigliosa carità, per la quale [san Francesco] fu spinto a chiedere l’indulgenza della Porziuncola per tutti i fedeli [è] nata dal desiderio di condividere con altri la dolcezza d’animo, di cui egli stesso aveva fatto esperienza dopo aver chiesto perdono a Dio dei peccati commessi. (…) Accusandoci dunque dei nostri misfatti davanti alla Chiesa, alla quale Gesù Cristo ha consegnato le chiavi del regno dei cieli, riceviamo la remissione della colpa e la pena; tuttavia non deve essere ritardato a ragione di ciò il percorso con cui ritorniamo a Dio. Dobbiamo prendere il giogo di Cristo e portare la sua croce o cercarla per mezzo del castigo volontario; con le buone opere e soprattutto con i frutti della fraterna carità, è opportuno che dimostriamo di essere sinceramente convertiti nella casa del Padre e che siamo più fermamente e con una certa nuova condizione inseriti nel Corpo di Cristo, che è la Chiesa.

Il fedele penitente, che ha compiuto questo rinnovamento di animo, non lo fa singolarmente, infatti è per così dire purificato con alcune opere di tutto il popolo, è lavato con le lacrime della moltitudine, colui che è redento dal peccato con le preghiere e le lacrime della moltitudine, ed è purificato nell’uomo interiore. (…) L’indulgenza, che è elargita dalla Chiesa ai penitenti, è la manifestazione di quella mirabile comunione dei santi, che nell’unico vincolo della carità di Cristo unisce la beatissima Vergine Maria e l’insieme dei fedeli trionfanti nei cieli o in attesa nel purgatorio o in cammino sulla terra. E infatti con l’indulgenza, che viene data per autorità della Chiesa, viene diminuita o certamente abolita la pena, a causa della quale l’uomo viene in certo modo ostacolato nell’ottenere una più stretta congiunzione con Dio; per la qual cosa il fedele oggi penitente trova aiuto in questa speciale forma di carità, per spogliarsi dell’uomo vecchio e rivestirsi del nuovo, “che viene rinnovato nel riconoscimento secondo l’immagine di Colui che lo ha creato”.

Paolo VI

(14 Luglio 1966)

(Leggi il Messaggio integrale sul sito www.porziuncola.org).