“Oggi iniziamo un cammino lungo quaranta giorni in cui ci prepariamo a celebrare la Pasqua di Risurrezione, che rappresenta il momento più importante della vita cristiana. In questo periodo, abbiamo una grande opportunità: vivere questo cammino in spirito e verità, senza scendere a compromessi con il mondo e scrollandoci di dosso ciò che ci tiene ancorati a terra e ci impedisce di guardare verso il cielo”.
Così si è rivolto nell’omelia il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ai numerosi fedeli alla Messa del Mercoledì delle Ceneri celebrata nella chiesa dell’Università degli Studi di Perugia, la sera del 2 marzo. Celebrazione animata dall’equipe della Pastorale universitaria coordinata da don Riccardo Pascolini insieme ai francescani padre Giorgio e padre Salvatore e alle suore francescane Simona e Giulia Chiara.
Anche il mondo universitario, raccogliendosi attorno al suo pastore Gualtiero, ha voluto testimoniare la sua adesione alla Giornata di preghiera e di digiuno indetta da Papa Francesco per la pace in Ucraina, ha commentato a margine della celebrazione don Pascolini, ricordando l’impegno della Chiesa particolare per la promozione della pace e l’accoglienza-integrazione di quanti arrivano a Perugia da tante parti del mondo anche per motivi di studio. Don Riccardo ha annunciato alcune iniziative della Pastorale universitaria relative al Commino sinodale e al pellegrinaggio diocesano in Terra Santa (nella prossima estate) di fine episcopato perugino-pievese del cardinale Bassetti, auspicando una nutrita partecipazione di universitari.
No a egoismi, rivalità, potere persino in Chiesa
Il cardinale, all’inizio dell’omelia, ha rivolto un appello-monito a tutti i credenti, quello di mettere da parte gli egoismi quotidiani, le nostre piccole vanità, le rivalità all’interno degl’ambienti di lavoro, il desiderio di potere in ogni ambito in cui viviamo, persino in Chiesa. E ha aggiunto
“Per affrontare questo periodo di Quaresima, la Chiesa da sempre mette a disposizione dei fedeli tre armi preziose: il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Uno dei libri della Bibbia che fanno menzione di queste armi è il libro di Tobia…”
La grande virtù dell’umiltà
“Cos’è allora che ci permette di mettere in atto -si è chiesto Bassetti- con uno spirito autentico e non ipocrita, il digiuno, la preghiera e l’elemosina? È una virtù di grande importanza, che ci viene ricordata dal Vangelo di oggi: è l’umiltà. L’umiltà è il contrario dell’orgoglio, della sopraffazione, della superbia.
Senza di essa, il digiuno, la preghiera e l’elemosina perdono significato: queste tre armi sono spuntate e inutili per il nostro combattimento quotidiano. È l’umiltà, dice Papa Francesco, il segreto che porta in Cielo: è l’unica strada non c’è un’altra… Oggi abbassiamo il capo per ricevere le ceneri. Finita la Quaresima, dice il Papa, ci abbasseremo ancora di più per lavare i piedi dei fratelli. La Quaresima è dunque una discesa umile dentro di noi e verso gli altri. È fondamentale capire che la via della salvezza non è una prepotente scalata per la gloria, ma un abbassamento per amore“.
Tutto si perde con la guerra
Il cardinale si è anche soffermato su quanto sta accadendo di orribile in Ucraina.
“Una cupa scia di morte e di sangue sembra avvolgere il nostro mondo. È accaduto ciò che mai avremmo potuto immaginare. Occorre fermare questo orrore prima possibile. Le folle di uomini e donne che nelle strade si frappongono ai carri armati con le mani alzate rappresentano qualcosa di doloroso e che avevamo di già visto nel corso delle vicende storiche del XX secolo. Papa Pio XII, una settimana prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, disse una frase diventata drammaticamente celebre: Nulla è perduto con la pace, tutto si perde con la guerra“.
Far vincere la pace
“Oggi abbiamo di fronte una sfida enorme: far vincere la pace, far cessare il fragore delle armi. Stringiamoci in preghiera con il popolo ucraino insieme all’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica, che ha tristemente testimoniato la caduta di un razzo su un ospedale per la maternità, vicino a Kiev. Vorrei citare solo poche parole di Shevchuk: Oggi stiamo vivendo il sesto giorno della guerra sanguinosa e ingiusta. In queste ultime ore, abbiamo assistito ai nuovi orrori della guerra. Abbiamo visto scuole, asili nido, cinema, musei distrutti, e al mattino un razzo ha colpito l’ospedale per la maternità. Si tratta di donne e neonati. Perché sono diventate vittime di questa guerra?. Il mio pensiero e la mia preghiera vanno a tutti i morti, senza distinzione di nazione, perché ci sono migliaia di soldati russi morti, e verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei e a coloro che stanno fuggendo”.
La sfida che abbiamo davanti
“Come non ricordare le parole del sindaco santo di Firenze Giorgio La Pira: Abbattere muri, costruire ponti. Queste magnifiche parole di La Pira, ha commentato il cardinale Bassetti, “sintetizzano alla perfezione la sfida che abbiamo davanti in ogni luogo dell’esistenza. Nella famiglia, nelle comunità religiose, nei luoghi di lavoro, nelle Università, dobbiamo essere capaci di unire e non di dividere, di amare e non di odiare. Dobbiamo tutti riscoprire l’umanità e la santità di Gesù. Affinché la pace regni prima nei nostri cuori e poi all’interno delle nazioni. E l’Università ha la forza e la capacità di raccogliere questa sfida”.
L’Università perla preziosa
“Lo scienziato, il ricercatore, lo studioso -ha aggiunto il cardinale- sanno benissimo che il loro lavoro è lungo e impegnativo: senza umiltà e spirito di abnegazione, la ricerca non riesce ad ottenere risultati. Risultati preziosi per la crescita non solo del nostro Paese ma dell’umanità intera. L’Università di Perugia è senza dubbio una perla preziosa per la nostra città e per la nostra regione. Una perla che va protetta e amata con tutto il cuore. Esorto quindi tutta la comunità universitaria di Perugia, dai docenti, agli studenti e a tutto il personale amministrativo, di essere all’altezza della vostra missione, che è una missione decisiva per la nostra società”.
Sperimentare la paternità di Dio
Rivolgendosi ai professori e poi agli studenti, Bassetti ha concluso dicendo:
“Cari professori mi auguro, inoltre, che sappiate sperimentare, nella vostra missione educativa, la paternità di Dio: una paternità che non tradisce i ragazzi, ma che li fa sviluppare, amandoli come fossero dei figli. Cari studenti sappiate scoprire veramente la bellezza di essere figli: siate curiosi, volenterosi, sapienti. Ho letto che è stata bombardata l’Università di Kharkiv in Ucraina.
Questo, cari, è il momento di stringersi in aiuto e in preghiera per i vostri colleghi perché apparteniamo ad unica famiglia umana il cui Padre è Dio. Cerchiamo tutti quanti di sperimentare questa paternità di Dio in questo tempo di conversione e purificazione, invocando la misericordia e il perdono del Padre nostro che è nei cieli. Non dobbiamo sprecare questa grande opportunità della Quaresima. Perché mai come oggi, dice Francesco, si avverte la necessità di un cambiamento e di una conversione“.
Celebrazione del Mercoledì delle Ceneri a Terni
Celebrato il Mercoledì delle Ceneri con la preghiera per la pace nelle chiese della diocesi e nella Cattedrale di Terni, dove il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la preghiera del rosario e la celebrazione eucaristica alla presenza di molti fedeli, del sindaco di Terni Leonardo Latini e dell’assessore al welfare Cristiano Ceccotti.
Il vescovo ha esortato i presenti a dedicarsi intensamente alla preghiera, al digiuno, alle opere di misericordia ed essere costruttori di pace.
“Non stanchiamoci di fare il bene -ha detto il vescovo- anche per quello che riguarda la pace: se vuoi la pace devi coltivare la pace, non ti devi stancare di vivere in pace. Di fronte alle preoccupazioni, allo scoraggiamento, alla tentazione di chiudersi nell’egoismo, individualismo e nell’indifferenza verso le sofferenze altrui, la quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e speranza nel Signore, perchè solo così possiamo continuare a fare il bene, anche davanti alla guerra. Non stanchiamoci di pregare, nessuno si salva da solo, perché tutti siamo nella stessa barca nelle tempeste della storia, e soprattutto nessuno si salva senza Dio. Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita, iniziando dall’essere artigiani di pace, iniziando dai piccoli gesti, dalle nostre famiglie, soltanto così potremmo essere costruttori di pace. Avere la capacità di operare per il bene è una donazione totale, non è semplice certo, ma è questa la via della pace”.
Sulla situazione in Ucraina ha poi aggiunto come le ingiustizie e le diseguaglianze si riversano a danno dei più poveri e, quando la pace non è perseguita con tutti i mezzi, le conseguenze nefaste si riversano a svantaggio dell’intera umanità.
“In questi giorni drammatici -ha proseguito monsignor Soddu- l’apprensione per la guerra ci tocca da vicino. Sembra che la nostra storia attuale sia ripiombata ad ottanta anni fa. Dove è andata a finire la pace che accompagna il progresso? La nostra Europa, dopo anni di relativa pace, potrebbe ripiombare in una guerra inutile solo per la ostinazione di capi di governo ai quali non interessa la pace e il bene dei popoli. Tutti noi, in questo giorno particolare di inizio quaresima, chiediamo e imploriamo la pace. La pace è dono di Dio, ma anche impegno condiviso, che investe tutta la dimensione umana, totalmente senza riserve. Questo impegno condiviso deve coincidere con il dono della pace che Dio ha fatto all’umanità, altrimenti si innestano interessi di parte, divisioni, che non possono essere condivisibili con il dono della pace. Non barattiamo con niente il bene che abbiamo ricevuto da Dio. Teniamo accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca la pace”.
Nella liturgia che caratterizza il primo giorno di Quaresima, il vescovo sparge della cenere benedetta sul capo dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronare il fedele all’impegno penitenziale della Quaresima, come tempo forte in cui rigenerarsi nella fede e per vivere pienamente il sacramento della riconciliazione.