Principi e valori che vanno riproposti

Su cattolici e politica parla l'economista Giuseppe Calzoni, già rettore dell'Università di Perugia

Continuiamo la riflessione avviata con politici e intellettuali sulla crisi della politica italiana, sulla sua attuale difficoltà di produrre governi stabili. Dopo le riflessioni sulla nascita dei partiti unici o unitari (a sinistra è in corso l’esperimento del Partito democratico), La Voce intervista l’economista Giuseppe Calzoni, già rettore dell’Università di Perugia. Che si sofferma anche sul ruolo dei cattolici in politica. Una domanda facile, per iniziare. La situazione politica italiana. Come la vede? ‘Assolutamente lacrimevole. L’instabilità politica che viviamo è frutto di una classe politica che è purtroppo totalmente insufficiente. Non c’è un dialogo fra maggioranza e opposizione sui temi importanti, come in un qualsiasi Paese normale. Sembra che manchi soprattutto la disponibilità, la volontà ad agire per il bene comune. In Germania, con la Grossa Coalizione, hanno trovato il modo di discutere sulle cose importanti di un popolo, hanno trovato il senso dello Stato. Da noi, piuttosto che l’alchimia di schieramenti a cui stiamo assistendo, servirebbe un’immediata coerenza da parte dei nostri attori politici e una reale qualità dei programmi. Ma, ad oggi, non nutro molte speranze che questo avvenga. Ho fiducia nel premier Prodi, che è fra l’altro un professore mio collega, ma la sua maggioranza non è coesa. E anche alcuni suoi interventi nell’economia del Paese mi hanno lasciato perplesso”Ossia? ‘La nostra economia è tuttora in posizione difficile. Il tasso di indebitamento rispetto al Pil è lontano dalle indicazioni di Maastricht. Da sistema economico debole l’Italia non traina, ma è trainata, anche se stiamo agganciando una fase di ripresa economica e i conti pubblici miglioreranno. Tuttavia il mio timore è che il pesante intervento fiscale che il governo Prodi ha voluto (circa 70 mila miliardi), manovra i cui effetti positivi ancora non si esplicano mentre aumentano le tasse degli enti locali e le tariffe dei servizi, corre il rischio di attenuare la ripresa, compromettendo soprattutto le nostre esportazioni. Al posto di Prodi avrei preferito, usando il gergo di noi economisti, procedere con un’azione ‘di fine sintonia’, correggendo la rotta molto moderatamente e per gradi. Inoltre le nostre importazioni, specie di energia, resteranno consistenti, anche se è vero che l’inverno ‘fiacco’ ci ha fatto consumare di meno. Ma nessun governo può sperare sulle mezze stagioni” Maggioranze non coese. Sarebbe sufficiente una nuova legge elettorale per dare loro più stabilità?’Una legge elettorale è un fatto tecnico, anche se una sua riforma darebbe più stabilità alle nostre istituzioni. Ma le maggioranze che io auspicherei dovrebbero essere ben coese attorno ad un programma politico chiaro e ben definito’. Cattolici in politica. Che dire? ‘I cattolici? Trovo pezzi di Democrazia cristiana ovunque. È anche normale, dopo lo sfaldamento di un grosso partito, che ognuno si sia comportato secondo la propria coscienza. Certo che oggi è difficile, per chiunque, misurarsi fra l’essere cattolici credenti e le strade che offre la politica italiana. Non occorre per forza rifare la Dc, ma i cattolici devono sempre proporre i principi e i valori cristiani a 360 gradi. C’è una storia secolare che appartiene all’Europa, pur ignorata nella Costituzione europea: quella degli insegnamenti giudaico-cristiani, principi che non dovrebbero mai trovare sordo nessuno, perché i popoli che dimenticano il proprio passato sono destinati alla decadenza’. Gli imprenditori ‘comandano’ attualmente sulla politica? ‘Se questo accade, non è certo per merito della classe imprenditoriale. Semmai succede per demerito dei politici. Il rischio che l’economia comandi sulla politica c’è. Il fine dello Stato è il bene della collettività, né bisogna confondere il fine della collettività con la ricchezza. L’economia deve essere al servizio dello Stato, e non viceversa’. Questione ‘Dico’. Adesso anche Rutelli (Margherita – Dl) afferma che non sono più una priorità del governo Prodi. ‘Il fatto che esistano certe situazioni di fatto merita molta comprensione. Ma, francamente, non è nemmeno possibile conoscere la loro durata nel tempo. Di certo so che, nella scala dei diritti, l’equiparazione alla famiglia delle coppie di fatto, anche omosessuali, non ha senso. La famiglia non è la convivenza pura e semplice, ma è l’educazione dei figli e tante altre cose. Il fatto è che molti hanno paura del contratto matrimoniale: a mio modo di vedere, questo è il frutto di una mentalità deresponsabilizzante e che tende a rifiutare ‘ sempre e comunque – il sacrificio personale’. Mastella ha recentemente invitato Follini e Casini a ritrovarsi insieme in un partito dei cattolici ‘del 10 per cento’, una sorta di partito unitario’ Che gliene pare? ‘Mastella indica una strategia di corto respiro. Se l’idea fosse quella di mettersi fra destra e sinistra per fare poi da ago della bilancia, occorrerebbe anche capire se i cattolici sarebbero pronti a buttarsi col primo che capita o si schiererebbero solo con chi è più loro vicino culturalmente e politicamente’. Di tutta questa confusione della politica italiana, con parapiglia continui fra i suoi protagonisti, cosa la preoccupa di più? ‘Che nei partiti manchino principi certi e stabili nel tempo. Una volta, in un partito, presa una decisione era quella. Oggi tutto è variabile, comprese le maggioranze. Lo spirito retto è ormai una rarità. Il risultato di tutto ciò, è che cresce il disgusto della politica da parte dell’opinione pubblica. Ho molti giovani studenti che non vorrebbero mai entrare in politica e ciò, almeno per me, è un male. Poi non si può sottoporre la società italiana a continue ‘docce scozzesi’. Ogni governo di destra rade al suolo le riforme fatte dal governo di sinistra e viceversa, anche su materie basilari per la vita di uno Stato: la scuola, l’economia, la famiglia, ecc. Quando insegno ai miei studenti in Polonia, li esorto a ‘sporcarsi le mani’ per la loro terra, per il bene delle nuove generazioni e a rifiutare la tentazione di lavorare in Occidente solo per guadagnare un po’ di più. Il mio sogno più grande sarebbe quello di incontrare un ‘uomo della strada’ che mi dicesse con gioia e convinzione: Vorrei tanto candidarmi alle elezioni per impegnarmi per il mio Paese, per la mia gente’. Ma ci sarà ancora qualche cavallo di razza nella nostra malandata politica”Sono uno che non guarda ‘la stalla’ da troppo tempo’ Qualche uomo politico con un sicuro talento c’è, però altra cosa è essere uomo di governo. Un nome solo? Casini. Pur non condividendo tutte le sue posizioni, mi è sempre piaciuto, il taglio dell’uomo politico ce l’ha. Ma non ci si improvvisa uomo di governo e, per sapere se Casini sia in grado di guidare l’Italia, bisognerebbe vederlo in azione’.

AUTORE: Paolo Giovannelli